A Dal Canada, tutti in coro: intervista con i Bruce Peninsula

Dal Canada, tutti in coro: intervista con i Bruce Peninsula

26 Marzo 2009 - Chi segue queste pagine magari se ne è già accorto, ma l’esordio dei Bruce Peninsula rappresenta, almeno per il sottoscritto, l’unica vera sorpresa di questo primo inizio 2009. Praticamente sconosciuto, e attivo musicalmente da appena due anni, il collettivo di Toronto ha esordito con un disco – “A mountain is a mouth” – stupefacente per maturità compositiva, fantasia melodica ed espressività vocale.

Abbiamo voluto contattarli, innanzitutto per toglierci qualche curiosità, in secondo luogo per giustificare quella stramba copertina bianca che da un mese e mezzo campeggia in alto a destra sul nostro sito. E probabilmente in nessun altro.

Ci ha risposto Matt Cully, uno dei due membri fondatori della band.

Prima di tutto: cosa diavolo è il progetto Bruce Peninsula? È una band, un collettivo aperto o cos’altro?

La band è un collettivo ma è basato su cinque membri principali. Abbiamo iniziato a suonare insieme grazie ad un comune interesse nei confronti della vecchia musica folk e blues del Nord America, in particolare per le registrazioni custodite da Alan Lomax per la Libreria del Congresso. Comunque sia, l’influenza di questa roots-music si è subito sviluppata in più direzioni grazie all’aggiunta di nuovi musicisti ed all’enfatizzazione degli elementi originali. Attualmente componiamo le nostre canzoni basandoci su una vasta gamma di influenze che confluiscono in un suono unico che continua a districarsi in forme e modi nuovi ed eccitanti.

Come nascono i Bruce Peninsula. Da qualche parte ho letto che l’idea è nata sui banchi di scuola. È vero?

Arriviamo tutti da scuole differenti e non ci siamo mai incontrati prima del 2002. Non so che racconto abbiano messo in giro ma la verità è questa. I Bruce Peninsula nascono dalla volontà di un gruppo di amici coinvolti in diversi progetti musicali attivi nella zona di Toronto. La band si è formata nel 2006, quando io e Misha Bower siamo stati invitati ad esibirci per una iniziativa benefica locale. Il set fu un mix di folk tradizionale ed interpretazioni gospel, più una canzone originale. Nell’estate successiva si aggiunse a noi Neil Haverty e la band iniziò a incorporare nei set dal vivo molti brani originali nuovi e anche molti nuovi musicisti con lo scopo di assecondare la nostra direzione musicale che si arricchiva sempre di più. In particolare, si creò un coro femminile, composto da molte facce già note nella scena musicale di Toronto, che ben presto diventò parte integrante della band. Il successivo coinvolgimento di Steve McKay alla batteria ed Andrew Barker al basso avrebbe definito l’identità centrale della band, permettendo di ottenere una maggiore focalizzazione in fase compositiva.

Al momento stiamo lavorando dal vivo con molti musicisti aggiunti che sono coinvolti nel nostro progetto secondo la loro disponibilità. Molti hanno un loro progetto musicale attivo ed i Bruce Peninsula rappresentano per loro una possibilità di cambiare passo. Come avrai intuito, non c’è alcun metodo prestabilito per organizzare tutti i differenti elementi presenti in un gruppo di artisti così ampio. L’ elasticità della nostra band ci permette di ottenere sempre soluzioni diverse quando suoniamo, quando componiamo e quando sperimentiamo in sala prove. Siamo ancora in evoluzione come band, ma finché ci saranno i cinque membri principali sarà sempre la musica dei Bruce Peninsula.

A proposito di musica. Le canzoni dei Bruce Peninsula mi fanno venire in mente qualcosa di mistico e di trascendente. C’è qualche legame tra la musica (la vostra musica) e la religione?

Non siamo una band religiosa. Iodefinisco la nostra musica “Gospel secolare”. Il termine sottolinea la disparità presente tra il sound e il messaggio della nostra musica. Gran parte del nostro cantato è volto a trasmettere carica emotiva ma la maggior parte dei nostri testi parla di disperazione, confusione, ambiguità, ansia e contraddizioni. E non offriamo nessuna risposta, nessuna conclusione definitiva. La musica ci aiuta a rimanere positivi ed è la nostra ultima fonte di piacere. È una sorta di antidoto per tutti i problemi che affrontiamo giorno dopo giorno.

Io sono convinto che cantare sia essenzialmente un’ attività spirituale. Il fatto di usare il corpo come uno strumento ti consente di comunicare una profondità emotiva che va oltre il contenuto di qualunque testo. Io credo che anche se non cantiamo rivolgendoci ad un Dio in particolare, stiamo comunque partecipando allo stesso rituale che ha coinvolto le persone per secoli. Sento che siamo spinti a cantare dalle stesse necessità dei popoli antichi, ovvero per cercare qualcosa che si elevi al punto da farci trovare la speranza nella sofferenza.

Ascoltando “A mountain is a mouth” sono rimasto davvero impressionato dall’uso delle voci. Come decidete chi canta una parte piuttosto che un’altra? Insomma, chi è il capo?

Per molti versi i Bruce Peninsula sono solo una scusa per ritrovarci tra amici e cantare. È fondamentale per il modo in cui suoniamo e sarà sempre parte integrante del mondo in cui scriviamo canzoni. Per “A mountain is a mouth”, la maggior parte dei cori sono nati durante le prove. Avevamo già creato gran parte dell’album un anno prima di registrarlo. Siamo stati fortunati ad avere accanto molte persone ricche di talento, così da creare un livello costante di discussione che ha aiutato a dare forma al suono di tutto l’album. Non c’è un vero capo. In realtà ci sono alcuni di noi che gestiscono tutto dall’alto, generando la certezza di essere guidati nel solco giusto mentre l’avvicendamento delle “gerarchie” dipende dalle necessità di ogni situazione.

Quali considerate come vostre influenze musicali? Che tipo di musica ascoltate?

Le nostre influenze collettive sono molto variegate e complesse. Folk, blues e gospel mischiati liberamente con elementi punk, prog, noise e art-rock. Ogni elemento viene poi filtrato dal gruppo fino a diventare qualcosa di completamente diverso che, in cambio, genera nuove idee ed esercita una nuova influenza. In un certo senso, la nostra identità musicale è esattamente l’indivisibile promemoria delle cose che non vogliamo essere. L’influenza della vecchia musica folk non è solo un ideale estetico. È anche un modo di ricordare che la musica nasce dalle comunità di persone che la usano per esprimere e capire concetti fondamentali di loro stesse. La musica è indipendente dalle mutevoli forme tecnologiche e di mercato che regolano la nostra esperienza con essa. Dico questo semplicemente perché penso sia un tipo di approccio alla musica che si sta perdendo nell’oblio della vita moderna.

Vi sentite parte di una particolare scena musica Canadese? Cosa pensate dell’incredibile sviluppo di nuove bands in Canada?

Ci sentiamo decisamente collegati alla scena musicale di Toronto e amiamo molto i gruppi che suonano nel nostro paese. Ti invio i link di alcuni di loro (alla faccia delle invidie, della competizione e dell’esterofilia … ndr).

SISTER SUVI www.myspace.com/sistersuvi

TUNEYARDS www.myspace.com/tuneyards

DD MM YYYY www.myspace.com/ddmmyyyy

TIMBER TIMBRE www.myspace.com/timbertimbre

CASTLEMUSIC www.myspace.com/jennifercastlemusic

100$ www.myspace.com/1hundreddollars

SNOWBLINK www.myspace.com/snowblink

MUSKOX www.myspace.com/muskoxmuskoxmuskoxmuskox

RYAN DRIVER www.myspace.com/ryandriver

ALEX LUKASHEVSKY www.myspace.com/alukashevsky

SANDRO PERRI www.myspace.com/sandroperriunofficial

THE ACORN www.myspace.com/theacorn

Cosa mi dite del futuro? Quali saranno i prossimi passi dei Bruce Peninsula? Insomma, vi vogliamo in Italia!

Suoneremo in Canada tutta l’estate e nel frattempo stiamo scrivendo nuovi brani che finiranno nel nuovo disco. Abbiamo in progetto di venire a suonare in Europa ma attualmente non disponiamo delle risorse necessarie per realizzarlo. Sono stato in Italia ed è uno dei posti che più amo al mondo. Magari grazie al lavoro di persone come te, la voce potrebbe espandersi e la richiesta potrebbe aumentare. Questa è la nostra speranza.

Contaci, Matt.

C Commenti

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target alle 22:32 del 26 marzo 2009 ha scritto:

Ascoltate i Bruce Peninsula! "Gospel secolare" mi piace. Anche perché mi piace il secolo.

simone coacci alle 23:04 del 26 marzo 2009 ha scritto:

Questa è gente con le palle. Si capisce anche da come parlano e da come scrivono, che quella che suonano non è la solita musica confenzionata con l'ossessione di piacere a tutti, ne affetta dal male infantile di non piacere a nessuno ma di stupire i critici. In Canada, visto da qui, è ancora vivo uno spirito comunitario e idealistico (nel senso più prosaico, sostenibile ed intelligente dei due termini) che rimanda alle esperienze più significative degli anni '60. E i collettivi, anche in chiave musicale, sono la migliore risposta al bisogno di autenticità di quest'evo musicale post-tecnologico (in cui, grazie al disfacimento del mercato discografico alimentato dalla rete, i concerti, la fiducia del pubblico, il contatto umano, acquistano sempre più rilevanza rispetto alla dittatura del dato di fatto degli studi, dei contratti, dei supporti, della plastica mediatica e pubblicitaria).

In quattro parole: "ASCOLTATE I BRUCE PENINSULA!"

fabfabfab, autore, alle 11:39 del 27 marzo 2009 ha scritto:

RE:

Ehehe :-] Mi ci candido alle prossime elezioni, con quello slogan. Yes we can! Ascoltate i Bruce Peninsula!