Bruce Springsteen
Working on a Dream
Il Boss si sta rivelando negli ultimi anni molto prolifico e ritorna sulle scene rock, anche se nel caso di quest’album si fa per dire, dopo neanche due anni per condividere con la sua gente l'entusiasmo dovuto nel vedere realizzarsi i suoi sogni. Working on a Dream è il titolo del suo ultimo album che (per coincidenza) omaggia l'ascesa a Presidente degli Stati Uniti d'America di Barak Obama. The Boss compare, come spesso accade sulle copertine dei suoi dischi, ritratto in primo piano su uno scenario immaginario, sognante, ad occhi chiusi.
Realizza in breve tempo un album ispirato dall'ottimismo dell’America che vuole cambiare, buttarsi alle spalle gli anni bui, e pertanto lascia i temi amari e disperati che nel passato hanno caratterizzato le sue canzoni. La musica di Springsteen approfitta di queste nuove sensazioni per inoltrarsi su nuove strade. Il Nostro per descrivere i sogni americani che si realizzano cambia stile e realizza un album meno rock e più folk, a volte country ed addirittura nella prima canzone strizza l'occhio ad Ennio Morricone. Il Boss d'altronde può tutto, e pochi oggi hanno le spalle tanto forti quanto lui per poter scegliere di cambiare la propria musica a proprio piacimento. Il fatto è che le scelte non sono sempre del tutto azzeccate.
Il disco si apre con i migliori auspici. Il primo brano “Outlaw Pete” è, infatti, uno tra i più belli dell’album. Il brano è molto lungo, con un andamento sinuoso che mescola quasi tutti gli elementi che si ritrovano nelle tracce successive. Una richiesta, quasi una preghiera commovente: quella di essere ascoltato. Essocon la sua lunga orchestrazione si chiude con un armonica che si rifà alla musica tipicamente western. La breve title track (l’abbiamo già ascoltata tutti) è molto semplice, ed anch’essa, come del resto quasi tutti brani dell’album, si basa sul ritornello orecchiabile.
Questa, associata alla campagna di Obama, rimarrà sicuramente quella più fischiettata e facilmente ricordata. This Life si chiude con un coretto che offusca la E Street Band, a dir vero si sente poco durante tutto l’album, che avrebbe potuto rigirarla in grande stile rock. Ma questo non è un album rock e la conferma arriva con “Good Eye” che è tipicamente blues. La voce del Boss si arrabbia, diventa più profonda, roca ed incisiva per omaggiare la musica nera, e finalmente si ascolta anche la E Street Band anche se suona il banjo, ed il brano si chiude in maniera tipicamente folk. I brani successivi sono tutti più o meno anonimi. Tomorrow Never Knows è una ballata tipicamente country con batteria, chitarra e violino. Il disco si chiude con due brani più intimi in cui il Nostro mette in risalto la sua voce e la sua capacità espressiva, l’ultimo è omonimo del film di cui è parte della colonna sonora: The Wrestler.
Se in We Shall Overcome Springsteen auspicava di andare avanti per superare i problemi, con Working on a Dream si rende conto che finalmente ci si è rialzati e che il momento tanto atteso è arrivato, ora è davvero il momento di costruire i propri sogni e di cavalcare quelli già avverati. Il sogno di Springsteen non corrisponde musicalmente parlando, purtroppo, a fine album a quello di tutti i suoi fans nel mondo che resteranno un po’ delusi dal fatto che la sua voce e la sua musica non esprimono in maniera tanto sincera e sentita, tanto quanto lo siano invece realmente, i suoi sentimenti di plauso e gioia per come stanno cambiando le cose in America.
Springsteen canta accompagnato dalla sua E Street Band, ma quest’ultima non trova lo spazio adeguato e necessario a rendere i brani provvisti del carattere desiderato e neanche la voce del Boss riesce a dare l’enfasi utile a rinvigorire l’album, tanto che i cori e i campionamenti che sfumano sui ritornelli rendono anonima quasi tutta la scaletta. Il disco si trascina senza incisi e senza sorprese tranne per le contaminazioni western e country che, anche se rappresentano una novità, non lasciano l’ascoltatore positivamente sorpreso nè entusiasta.
Magic è passato quasi inosservato e per non dimenticare quest’ultimo attendiamo, e ci aspettiamo di vedere il Boss dal vivo per ritrovare la sua carica emotiva e la sua vera forza espressiva.
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