R Recensione

6/10

Bruce Springsteen

Working on a Dream

Il Boss si sta rivelando negli ultimi anni molto prolifico e ritorna sulle scene rock, anche se nel caso di quest’album si fa per dire, dopo neanche due anni per condividere con la sua gente l'entusiasmo dovuto nel vedere realizzarsi i suoi sogni. Working on a Dream è il titolo del suo ultimo album che (per coincidenza) omaggia l'ascesa a Presidente degli Stati Uniti d'America di Barak Obama. The Boss compare, come spesso accade sulle copertine dei suoi dischi, ritratto in primo piano su uno scenario immaginario, sognante, ad occhi chiusi.

Realizza in breve tempo un album ispirato dall'ottimismo dell’America che vuole cambiare, buttarsi alle spalle gli anni bui, e pertanto lascia i temi amari e disperati che nel passato hanno caratterizzato le sue canzoni. La musica di Springsteen approfitta di queste nuove sensazioni per inoltrarsi su nuove strade. Il Nostro per descrivere i sogni americani che si realizzano cambia stile e realizza un album meno rock e più folk, a volte country ed addirittura nella prima canzone strizza l'occhio ad Ennio Morricone. Il Boss d'altronde può tutto, e pochi oggi hanno le spalle tanto forti quanto lui per poter scegliere di cambiare la propria musica a proprio piacimento. Il fatto è che le scelte non sono sempre del tutto azzeccate.

Il disco si apre con i migliori auspici. Il primo brano “Outlaw Pete” è, infatti, uno tra i più belli dell’album. Il brano è molto lungo, con un andamento sinuoso che mescola quasi tutti gli elementi che si ritrovano nelle tracce successive. Una richiesta, quasi una preghiera commovente: quella di essere ascoltatoEssocon la sua lunga orchestrazione si chiude con un armonica che si rifà alla musica tipicamente western. La breve title track (l’abbiamo già ascoltata tutti) è molto semplice, ed anch’essa, come del resto quasi tutti brani dell’album, si basa sul ritornello orecchiabile.

Questa, associata alla campagna di Obama, rimarrà sicuramente quella più fischiettata e facilmente ricordata. This Life si chiude con un coretto che offusca la E Street Band, a dir vero si sente poco durante tutto l’album, che avrebbe potuto rigirarla in grande stile rock. Ma questo non è un album rock e la conferma arriva con “Good Eye” che è tipicamente blues. La voce del Boss si arrabbia, diventa più profonda, roca ed incisiva per omaggiare la musica nera, e finalmente si ascolta anche la E Street Band anche se suona il banjo, ed il brano si chiude in maniera tipicamente folk. I brani successivi sono tutti più o meno anonimi. Tomorrow Never Knows è una ballata tipicamente country con batteria, chitarra e violino. Il disco si chiude con due brani più intimi in cui il Nostro mette in risalto la sua voce e la sua capacità espressiva, l’ultimo è omonimo del film di cui è parte della colonna sonora: The Wrestler.   

Se in We Shall Overcome Springsteen auspicava di andare avanti per superare i problemi, con Working on a Dream si rende conto che finalmente ci si è rialzati e che il momento tanto atteso è arrivato, ora è davvero il momento di costruire i propri sogni e di cavalcare quelli già avverati. Il sogno di Springsteen non corrisponde musicalmente parlando, purtroppo, a fine album a quello di tutti i suoi fans nel mondo che resteranno un po’ delusi dal fatto che la sua voce e la sua musica non esprimono in maniera tanto sincera e sentita, tanto quanto lo siano invece realmente, i suoi sentimenti di plauso e gioia per come stanno cambiando le cose in America.

Springsteen canta accompagnato dalla sua E Street Band, ma quest’ultima non trova lo spazio adeguato e necessario a rendere i brani provvisti del carattere desiderato e neanche la voce del Boss riesce a dare l’enfasi utile a rinvigorire l’album, tanto che i cori e i campionamenti che sfumano sui ritornelli rendono anonima quasi tutta la scaletta. Il disco si trascina senza incisi e senza sorprese tranne per le contaminazioni western e country che, anche se rappresentano una novità, non lasciano l’ascoltatore positivamente sorpreso nè entusiasta.

Magic è passato quasi inosservato e per non dimenticare quest’ultimo attendiamo, e ci aspettiamo di vedere il Boss dal vivo per ritrovare la sua carica emotiva e la sua vera forza espressiva.

V Voti

Voto degli utenti: 3,3/10 in media su 14 voti.
10
9,5
9
8,5
8
7,5
7
6,5
6
5,5
5
4,5
4
3,5
3
2,5
2
1,5
1
0,5
max997 0,5/10
loson 1/10

C Commenti

Ci sono 26 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.

thin man (ha votato 3 questo disco) alle 4:04 del 9 febbraio 2009 ha scritto:

Il peggior Springsteen di sempre

Mi duole dirlo ma lo trovo agghiacciante, pubblicato solo ed esclusivamente per fare cassetta e sfruttare l'onda obamiana (vedi anche la partecipazione al Superbowl). Chiamare la E-street band per queste canzoni è aberrante, per non parlare del sempre più deleterio O'Brien. Si salvano giusto due o tre pezzi, ma anche quelli rovinati spesso e volentieri dalle scelte di produzione (Outlaw Pete ad esempio vorrebbe sorprendere ma lo fa decisamente in negativo...). Dubito poi che questi pezzi possano superare la prova del live, anche se è Springsteen... Ritiro o definitiva e auspicata svolta acustica?

StockholmSyndrome (ha votato 2 questo disco) alle 8:30 del 9 febbraio 2009 ha scritto:

Leggermente meglio di Magic, ma siamo ancora a livelli bassissimi. Certo, non è il suo primo periodo buio, ma che peccato vederlo così...

otherdaysothereyes (ha votato 5 questo disco) alle 12:15 del 9 febbraio 2009 ha scritto:

Springsteen sarà anche stato un portavoce generazionale negli '80 ma al giorno d'oggi è solo un personaggio anacronistico:la sua visione del mondo attuale è quella di un bambino delle elementari: Bush=guerra e disperazione; Obama=pace e prosperità (prosperità economica più che altro per lui grazie al lancio mediatico del disco). Il resto non conta, non c'è altro.E pensa che queste idee così profonde siano degne di un grande analista politico. Alla fine siamo sempre lì: change, yes we can/working on a dream...è sempre la solita solfa che si sente da mesi.

Poi dal punto di vista strettamente musicale siamo nel commerciale molto andante anche se qualche canzone bella(?) c'è...[4,5]

Dr.Paul (ha votato 4 questo disco) alle 13:49 del 9 febbraio 2009 ha scritto:

sa di vecchio!

Totalblamblam (ha votato 0,5 questo disco) alle 11:30 del 10 febbraio 2009 ha scritto:

RE:

LOL meno male che non puzza d' altro

è da i tempi di the river che non produce più nulla di davvero ottimo (secondo me)

solo la cover non invoglia l'ascolto

non lo voto che non l'ascolterò mai di certo

Marco_Biasio (ha votato 5 questo disco) alle 21:34 del 9 febbraio 2009 ha scritto:

Sarò onesto: ha frantumato le balle.

simone coacci alle 21:55 del 9 febbraio 2009 ha scritto:

Premetto che l'ho solo piluccato, ma posso immaginare il seguito. Già ai tempi d'oro non è che brillasse per originalità o ecclettismo, ma riscattava il tutto con la sua straordinaria forza espressiva. E con la bontà dei pezzi.

Ora sarebbe il caso di fare basta. Magari buttarsi in politica: non so, Obama potrebbe farlo ministro della musica popolare, con Quincy Jones come vice, in onore del Meltin Pot.

Oppure limitarsi ai traditional come Pete Seeger.

thin man (ha votato 3 questo disco) alle 14:41 del 10 febbraio 2009 ha scritto:

Nebraska e The Ghost Of Tom Joad sono due grandi dischi acustici per quanto mi riguarda, poi ci sono dischi discreti con ottimi spunti e alcuni dischi pessimi(come d'altronde succede ed è successo a molti suoi colleghi che sono diventate delle cariatidi ben prima...) In effetti il presenzialismo e le eccessive uscite discografiche degli ultimi tempi sono piuttosto irritanti, ma il vecchio bruss per me un ascolto lo meriterà sempre nonostante tutto (sperando che non produca più paraculate allucinanti senz'anima come quest'ultima...)

Roberto Maniglio alle 23:31 del 10 febbraio 2009 ha scritto:

Springsteen e tanti altri sono ormai solo delle macchiette, e nemmeno tanto simpatiche

thin man (ha votato 3 questo disco) alle 8:14 del 11 febbraio 2009 ha scritto:

Springsteen dovrebbe solo dedicarsi all'acustico ormai.Io sono sempre convinto che riuscirà a regalare un colpo di coda, ma non di certo con il peso del contratto e con gente come O'Brien attorno. Magic era ugualmente bruttino, ma aveva sicuramente pezzi migliori di questo per quanto mi riguarda. Questo è un totale nadir artistico con l'aggravante della eccessiva promozione commerciale

bestropicalia (ha votato 1 questo disco) alle 0:16 del 28 agosto 2010 ha scritto:

Bruce "rocker per casalinghe" springsteen

C'è ancora qualcuno che compra i suoi dischi e va a vedere i suoi (mega)concerti con 45 persone sul palco? Volevo dare 0, ma non si può dare meno di mezza stelletta come voto. Qualcuno provveda per favore.

PetoMan 2.0 evolution alle 16:38 del 28 agosto 2010 ha scritto:

Ma certo che si. Che c'è di male nello stare in 45 su di un palco? Questo disco non è un granchè, ma il solo The River vale l'intera discografia dei velvet fuffaground

ozzy(d) alle 21:52 del 28 agosto 2010 ha scritto:

"velvet fuffaground"? per fortuna c'è anche qualcosa dell'età giurassica che NON ti piace ghghghgh

salvatore alle 14:27 del 29 agosto 2010 ha scritto:

Springsteen è un altro che proprio... no, qui mi utocensuro che poi mi linciate in massa!

Lezabeth Scott alle 14:49 del 29 agosto 2010 ha scritto:

"Zero stelle". Storia prende nota, signore. C'è altro che desidera? Un amaro? Un cognacchino? Un paio di signorine per finire in bellezza la serata?

bestropicalia (ha votato 1 questo disco) alle 21:12 del 29 agosto 2010 ha scritto:

zero stelle

don't worry, sono ampiamente provvisto su tutti e tre i fronti lady...abbisogno solo di strumenti adeguati (come sembrerebbe anche per altri) per provvedere alla votazione del già menzionato capolavoro...poi per quanto mi riguarda una qualsiasi nota presa a caso da primi 3 album dei VU vale l'intera discografia di questo dinosauro

Totalblamblam (ha votato 0,5 questo disco) alle 21:32 del 29 agosto 2010 ha scritto:

meglio del boss solo bryan adams

PetoMan 2.0 evolution alle 21:51 del 29 agosto 2010 ha scritto:

Strano però che si usi il termine dinosauro per un artista ancora in attività, specie se in paragone con una band che nel 70 aveva già detto tutto quello che doveva dire. Eh, però quelli sono i Velvet Undeground, hanno innovato, hanno inventato. Prima di loro il nulla, poi protopunk, punk, new wave, noise, indie, raga-rock, alternative... come non fare riferimnto poi alla situazione socio-economica post-industriale della terza era vittoriana, durante la quale vi fu il famoso passaggio da bello estetico a bello artistico, grazie soprattutto alla poppàrt di Lurìd, Andy Luotto e Nico (la versione migliore è quella di steven seagal). Chi mai aveva inciso nei dischi l'alienazione dell'essere come subconscio di una presa di posizione nichilista? Chi altro mai ha esasperato così nettamente le avanguardie minimaliste filtrate attraverso un nichilismo cosmico pieno di feedback cacofonico espresso tramite elucubrazioni elettriche? ... per non parlare della banana

ozzy(d) alle 22:07 del 29 agosto 2010 ha scritto:

forse perchè john cale e lou reed, per non parlare di Nico, hanno fatto dischi leggermente interessanti e innovativi anche dopo il 70......bruce è dai tempi the river che sta ancora sulla riva del fiume ad aspettare l'ispirazione perduta ghghghgh

bestropicalia (ha votato 1 questo disco) alle 23:21 del 29 agosto 2010 ha scritto:

numeri uno

@Petoman. Mi rendo conto che ti piacciano le provocazioni, ma paragonare Sprigsteen e VU è come mettere sullo stesso livello Panariello e Carmelo Bene...

thin man (ha votato 3 questo disco) alle 0:33 del 30 agosto 2010 ha scritto:

La solita storia

Bestropicalia ma cosa pensi di ottenere con questi interventi? Parli di provocazioni quando sei il primo a entrare a gamba tesa in recensioni di dischi che non ti interessano e invece di esprimere semplicemente il tuo disappunto verso il disco o l'artista spari le solite banalità a destra e a manca. Questi paragoni che fai dimostrano solamente una cosa: la tua enorme superficialità. Il disco recensito è veramente deludente e scarsamente ispirato, ma la "teoria" secondo cui Springsteen da The River (o da Nebraska per altri) in poi non ha più azzeccato niente di niente l'ho sempre trovata una posizione di comodo di una critica che spesso non è in grado di valutare serenamente le opere "senili" di artisti dalla lunga carriera, paragonando qualsiasi cosa al passato (analisi per altri versi condivisibile ma che non deve essere ovviamente l'unica da applicare). In Italia poi per molti ligabue è lo springsteen americano o addirittura il contrario e tanti sapientoni che millantano una fantastica conoscenza musicale ripetono queste scemenzuole fino alla nausea senza rendersi conto di essere abbastanza patetici. Anche i paragoni con i dischi di VU, John Cale e Lou Reed (gruppo e artisti che apprezzo molto e che propongono per forza di cose un tipo di rock diverso, ma NON PER QUESTO superiore o inferiore, da quello proposto da Springsteen) sono semplicemente fuorvianti e inutili.

bestropicalia (ha votato 1 questo disco) alle 11:36 del 30 agosto 2010 ha scritto:

Chiamata alle armi

“Questi paragoni che fai dimostrano solamente una cosa: la tua enorme superficialità”. Ma non mi conosci nemmeno? Solo per un commento pungente nei confronti del Boss? Poi il parallelo con i Velvet non l'ho certo tirato fuori io...comunque inutile continuare con questa polemica, ognuno rimarrà della propria idea, i fan continueranno ad idolatrarlo (nonostante qualche evidente segno dell'età), gli altri continueranno a fare volentieri a meno del suo rock da stadio e della sua retorica populista.

thin man (ha votato 3 questo disco) alle 14:02 del 30 agosto 2010 ha scritto:

Ma chi lo sta idolatrando scusa? Ho detto che ha fatto dischi pessimi come è successo ad altri artisti, non sono mica di quelli che a ogni uscita di questi che tu chiami "dinosauri" grida al capolavoro, anzi le critiche ci sono e anche pesanti, ma non mi piace questo modo di entrare nelle recensioni per scrivere due scemenze come le hai scritte tu. Non basta esprimere il proprio parere sul disco e sull'artista e basta? Tu invece ho l'impressione che sei un fanatico al contrario, il che ti mette allo stesso identico livello dei fanatici di qualsiasi artista. Le crociate non servono a niente te lo posso assicurare. Ciao ciao

dalvans (ha votato 4 questo disco) alle 21:12 del 24 settembre 2011 ha scritto:

Inutile

Inutile

gionninetynine (ha votato 6 questo disco) alle 13:34 del 29 agosto 2012 ha scritto:

Sì, anch'io ritengo che questo disco sia uno dei peggiori della discografia springsteeniana. Ma proviamo a immaginare The wrestler, suonata chitarra e voce, in Nebraska: sfigurerebbe? Io penso di no. Un testo dolente, una melodia semplice ed efficace. Una perla che a mio avviso riscatta l'intero WOAD. La stessa cosa era successa con Human touch, altro album considerato brutto, ma riscattato da With every wish, un'altra perla che invece non sfigurerebbe in Born to run.

gionninetynine (ha votato 6 questo disco) alle 8:52 del 31 agosto 2012 ha scritto:

@bestropicalia

Complimenti per la professionalità, bestropicalia! Andando a vedere i tuoi gusti musicali è assai probabile che tu non abbia mai ascoltato il disco oggetto della discussione, ed è ovvio che non te frega niente di Springsteen, di cui forse avrai soltanto orecchiato da qualche parte born in the usa e dancing in the dark (una canzone quest'ultima suonata anche da Dylan, chissà se lo conosci). E fin qui tutto legittimo. Solo che tu possiedi il fine istinto critico di entrare nella recensione di un disco di cui non ti frega niente tanto per gettare merda là dove non arriva il tuo gusto musicale. Così, per sport. Complimenti, hai un futuro. Ah, un'altra cosa: oltre ad essere un fine critico sei anche un codardo. Prova a scorreggiare nella recensione di Nebraska, vediamo se ti vengono dietro.