Ibrahim Maalouf
Illusions
Ibrahim Maalouf arriva con una valigia gonfia. La posa a terra e dentro cè , insieme alla sua tromba araba, un catalogo di trucchi da illusionista, giochi che catturano la nostra percezione , e dai quali siamo affascinati, nonostante la consapevolezza della finzione. Il gioco degli opposti, secondo il giovane trombesttista libanese, che ha dedicato al tema delle illusioni questo nuovo lavoro riempendolo, per contrasto, di musica vitale e festosa, è un modo per superare le differenze fra i diversi modi di vivere. Quando sono felice, - dice - spesso i mei pensieri sono ispirati dalla nostalgia, e invece nei momenti tristi la mia anima, per proteggersi e sopravvivere, istintivamente mi porta a danzare e far festa.
La premessa può servire come chiave di ingresso in questo mondo musicale davvero magico, apparentemente incongruo, in cui convivono mille generi musicali in assoluta armonia e le sorprese tendono continui agguati ai nostri sensi. Prendete linizio di Illusions : un avvio mesto che lentamente evolve in un dialogo post rock tra chitarra e piano elettrico sempre più coinvolgente, per poi sfociare in una articolata mini suite prog :Conspiracy generation.
Ma attenzione, il tutto viene in corso dopera smentito da un dialogo fra i fiati, la tromba del leader e quelle di Yann Martin, Youenn Le Cann e Martin Saccardy, che introduce un clima completamente diverso, unampio spazio chill out dominato dal solo di tromba, fino a sfociare in un sontuoso e cinematografico tema condotto in call and response fra le trombe .
Etutto così Illusions, e per descriverlo adeguatamente bisognerebbe fare unanalisi al rallentatore. Cè dentro rock con chitarre potenti, il jazz di Dizzy Gillespie e Miles Davis, la musica araba, il rhythmn blues (nella roboante Illusion finale) e soprattutto una voglia di plasmare tutti questi linguaggi in un nuovo idioma, un oggetto, appunto, frutto di illusione.Colpisce soprattutto la sfrenata libertà creativa di Maalouf, che spazia con assoluta naturalezza fra i fitti dialoghi fiatistici orientali di ImPressi al travolgente groove di Nomade slang , dallultra jazz rock di If you wanna be a woman alla anomala scelta della cover di Unfaithful di Rihanna. Maalouf ha poco più di trenta anni, è figlio di un noto musicista libanese emigrato a Parigi a causa dello stato di guerra che imprigionava il suo paese, ed è stato un enfant prodige della tromba nel campo della musica classica, prima di dedicarsi alla attuale carriera di sperimentatore fra linguaggi musicali .
Busy, una lunga narrazione condotta dalla tromba seguendo temi che rieccheggiano la tradizione orientale, è composta a partire dai toni del telefono, quello che il padre di Maalouf, esule in Francia , usava per tenersi in contatto con la propria famiglia rimasta in Libano, e la musica, prima quieta e notturna, poi spezzata da lampi di caos, esprime tutta lansia e langoscia di unattesa che può preludere al dramma.
True sorry, è unaltra perla melodica, che si candida a commento musicale per momenti melanconici e commiati , come una scena di addio in un film .
E alla fine lillusione più grande è forse proprio questa : una musica talmente evocativa e coinvolgente da fingersi immagine.
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