R Recensione

8/10

Ibrahim Maalouf

Illusions

Ibrahim Maalouf arriva con una valigia gonfia. La posa a terra e dentro c’è , insieme alla sua tromba araba, un catalogo  di trucchi da illusionista,  giochi  che catturano la nostra percezione , e dai quali siamo affascinati, nonostante la consapevolezza della finzione. Il gioco degli opposti, secondo il giovane trombesttista libanese, che ha dedicato al tema delle illusioni questo nuovo lavoro riempendolo, per contrasto, di musica vitale e festosa, è un modo per  superare le differenze fra i diversi modi di vivere. “Quando sono felice, - dice - spesso i mei pensieri sono ispirati dalla nostalgia, e invece nei momenti tristi la mia anima, per proteggersi e sopravvivere, istintivamente mi porta a danzare e far festa”.

La premessa può servire come chiave di ingresso in questo mondo musicale davvero magico, apparentemente incongruo, in cui convivono mille generi musicali in assoluta armonia e le sorprese tendono continui agguati ai nostri sensi. Prendete l’inizio di “Illusions” : un avvio mesto che lentamente evolve in un dialogo post rock tra chitarra e piano elettrico sempre più coinvolgente, per poi sfociare in una articolata mini suite prog :“Conspiracy generation”. 

Ma attenzione,  il tutto viene in corso d’opera smentito da un dialogo  fra i fiati, la tromba del leader e quelle di Yann Martin, Youenn Le Cann e Martin Saccardy,  che introduce un clima completamente diverso, un’ampio spazio chill out dominato dal solo di tromba, fino a sfociare in un sontuoso e cinematografico tema condotto in call and response fra le trombe . 

E’tutto così Illusions, e per descriverlo adeguatamente bisognerebbe fare un’analisi al rallentatore. C’è dentro  rock con chitarre potenti, il jazz di Dizzy Gillespie e Miles Davis, la musica araba, il rhythm’n blues (nella roboante Illusion finale) e soprattutto una voglia di plasmare tutti questi linguaggi in un nuovo idioma, un oggetto, appunto, frutto di  illusione.Colpisce soprattutto la sfrenata libertà creativa di Maalouf, che spazia con assoluta  naturalezza fra i fitti dialoghi fiatistici orientali di “ImPressi” al travolgente groove di “Nomade slang” , dall’ultra jazz rock di “If you wanna be a woman”  alla anomala scelta della cover di “Unfaithful” di Rihanna. Maalouf ha poco più di trenta anni, è figlio di un noto musicista libanese emigrato a Parigi a causa dello stato di guerra che imprigionava il suo paese, ed è stato un enfant prodige della tromba nel campo della musica classica, prima di dedicarsi alla attuale carriera di sperimentatore fra linguaggi musicali .

Busy”, una lunga narrazione condotta dalla tromba seguendo temi che rieccheggiano la tradizione orientale, è composta a partire dai toni del telefono, quello che il padre di Maalouf, esule in Francia , usava per tenersi in contatto con la propria famiglia rimasta in Libano, e la musica, prima quieta e notturna, poi spezzata da lampi di caos,  esprime tutta l’ansia e l’angoscia di un’attesa che può preludere al dramma.

 “True sorry”, è un’altra perla melodica, che si candida  a commento musicale per momenti melanconici e commiati , come una scena di addio in un film .

E alla fine l’illusione più grande è forse proprio questa : una musica talmente evocativa e coinvolgente da fingersi immagine.

V Voti

Voto degli utenti: 7/10 in media su 3 voti.
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Suicida 5,5/10
motek 8/10
Gio Crown 7,5/10

C Commenti

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Gio Crown (ha votato 7,5 questo disco) alle 17:40 del 20 gennaio 2014 ha scritto:

E poi c'è Ibrahim Maalouf e la sua meravigliosa tromba impastata di ritmi occidentali e di calde note orientali (Busy). Capace di passare da maestose orchestrazioni (Conspiracy) alla struggente dolcezza di note che si perdono nella notte (True sorry Unfaithful) "convivono mille generi musicali in assoluta armonia e le sorprese tendono continui agguati ai nostri sensi". Prendi true Sorry l'alternarsi di sommessi e struggenti accordi di chitarra elettricae della dolce melodia della tromba e l'improvviso incalzare dell'orechestra, come ad esprimere un sentimento di tristezzo che ti sommerge ad ondate fino a lasciarti poi esausto sulle rive dell'ultimo lamento della tromba. E poi citazione jazz, funky e io direi anche progressive se mi è consentito l'ardita notazione.

E' una tromba che canta e suggerisce ogni genere di emozione, gli altri strumenti per quanto perfettamente accostati seguono solo la sua magnifica ed impeccabile guida

Ottimo