Edda
Stavolta Come Mi Ammazzerai?
Prendi un uomo introverso, lascia che ti parli delle sue fragilità, carpisci i brandelli smozzicati della sua infima esistenza, metti insieme i pezzi, contempla il ritratto e impallidisci (Semper Biot). Lascia che continui a raccontare, con fiducia fa che danzi e che si prostri alla realtà, dinoccolato e ancora pavido ma improvvisamente consapevole, quasi elegante, quasi bello mentre si riveste con quelli abiti sporchi e oscenamente vistosi: guardalo morire speranzoso di rinascere altro (Odio I Vivi). Ora muovi un passo, forse molti passi, indietro: Chan-wook Park non avrebbe osato tanto, nel narrare per immagini ciò che Edda svela, in musica, del sé stesso di oggi. Vaffanculo reincarnazione, speranze di un altrove immacolato, alienazione e ascesi: io sono il passato marcio di Edda, e dunque il suo presente sanguinante, le sue cicatrici beanti ricucite a vivo con un punteruolo lercio; io sono blasfemia e vomito, sono eroina e acido, sono lesorcismo di tutti gli esorcismi, sono la mia famiglia oscena.
Sono Pater e Mater, il primo voglio vederlo soffrire (Ucciditi per me), la seconda evocarla in unepica ode disarmata: sono un figlio di puttana. Sono il deliquio acidulo e martellante del mio Coniglio Rosa e dei miei fratelli più fortunati di me che ho appena ammazzato, sono Peppa Pig in televisione mentre la mia vita ferita di bambina ai miei occhi è luminosa ugualmente: quel nitore livido ho creduto fosse sole. Sono Tu e Le Rose, e il dolcissimo canto di rimpianto per un amore sano, mentre tu sei la mia insana e furiosa Stellina, pelle e fica, anoressica, ti prego mangia su di me, mangia ME.
Sono caracollante e Bellissima per davvero, ornata di chitarre stralunate e trombe e deliri esplosi, sono la tua ignorante Mademoiselle, figlia di un raccapricciante avanspettacolo, sono sanremese mentre vomito sul palco e l'orchestra va avanti in frigida ipnosi Allora fai di me la tua Puttana Da 1 che non vale 1000 lire, ah la crisi, dove andremo a finire? Dormi E Vieni su di me, isterico o silente, viscerale o violento, ma non mi lasciare sola. Sono infantile anche quando parlo della mia Ragazza Porno, con la surrealtà, mi dicono, di un diario delle medie. Vaffanculo, è vero, riconosco che è vero, ti sopporto solamente perché sono fatta di ero, visto che rima baciata? Ama solo chi ti caga: sono omosessualità esposta e dilaniata (letteralmente), sono un carillon sovreccitato e indosso mutande Yamamay.
Mi dicono, assomiglio agli Afterhours, ma forse loro somigliano a me. E comunque io non so cantare.
Sono blasfema, oscena, melmosa. Quando me la dai tu sanguino meglio di Gesù. Sono schizofrenica e oscillante (Piccole Isole) come questa recensione, e volgare, ché di raccontarmi altrimenti non ho la pazienza. E sono pacificata e spensierata, perché adesso io cho la malattia (HIV), e sboccata e rabbiosa al contempo (Ragazza Meridionale).
Sono pulp e sono punk, ignorante e politicizzato, sono dolcissima come sperma e gutturale come rigurgito. Sono il braccio rachitico e armato di Edda, sono la vendetta e la menzogna.
Chi dice la verità non può chiamarsi Rampoldi.
Io sono Stavolta Come Mi Ammazzerai?, e faccio davvero tanto male.
Tweet