R Recensione

6,5/10

Rocca

Dimmi Chi Sei E Ti Dirò Chi Sei

Non l’ho mai nascosto, ho un debole per il cantautorato italiano a bassa fedeltà, quello degli attempati che realizzano di aver passato una vita a drogarsi e celebrano livide rinascite, quello dei giovani indie-pendenti chitarrina e scazzo cosmico, quello dei rancorosi realisti coi conati di vomito, quello dei puristi della parola e del non-sense. Adoro questa gente. Prova ne sia il mio entusiasmo (citando prove recenti) per i dischi di Edda, Simona Gretchen, Dente, Vasco Brondi, trasversalmente gli stessi Uochi Toki, i Fine Before You Came… e molti altri che rientrano chi più chi meno nelle categorie succitate. Purtroppo il mio entusiasmo è destinato alla lapidazione (talvolta a ragione!) da parte di numerosi detrattori, che al solo belare di un Rampoldi qualsiasi eruttano orticaria da ogni poro.

Rocca non bela, sia chiaro, ma di diritto entra nel gruppo. Al secolo Alessandro Rocca, il giovane cantautore di Varese confeziona un esordio autoprodotto fresco e originale, piacevolmente pallido nelle atmosfere ma brillante nei testi, sardonico, strafottente, e per queste ragioni assai godibile.

Nessun effetto speciale, una chitarra, la voce e poco altro, se si eccettua qualche coretto fatto in casa, tenui melodie fischiettate, clap clap di battimani. Egli stesso si definisce “il cantautore triste che deve imparare a cantare”, ed è una definizione quantomeno appropriata: la sua voce distaccata, a tratti annoiata e tendenzialmente fuori fase, è il suono verosimile della realtà, inquadrata da un giovane maturo per sé stesso, immaturo per la gente, mai nato per il mondo.

“Avere 30 anni al giorno d’oggi vuol dire pulirsi il culo con i pensieri” canta noncurante nell’iniziale Avere 30 Anni, fugge le responsabilità e non vuole crescere (“prospettive per il futuro: cambiare i poster sul muro”) nell’allegra Fuori Corso, inadeguato per il mondo, non lo calpesta, lo subisce, in Santo Cielo (“non sarò mai contento finchè non mi drogherò”).

Ci sono i giochi di parole e le rime frastornate in Vedrai Vedrai e nelle evasioni della bellissima L’Immaginario Scenario, è un manifesto Se A Milano Ci Fosse Il Mare, con le sue forzature allegoriche di visioni metropolitane (“se a Milano ci fosse il mare, affogherei”). E tra ricordi invasati d’università (Il Coinquilino) e il freddo disilluso ateismo di Lo Scettico, l’album si chiude con il sarcasmo esplicito nei confronti dell'ambiente musicale indie, tra macchiette, giornalisti e puttane assortite, della venefica Maglietta A Righe.

Un disco semplice, ma frenetico, impacciato e svagato nel senso buono dei termini, commovente perché piccolo, e bello. Un piccolo Luca Carboni senza sicurezze, un Francesco Bianconi senza boria, un Dente senza un briciolo di amore, ma con smisurata umanità. Un uomo che canta, senza cantarsi, senza muse né eroi, con la sua voce diseguale, una chitarra calda, e una finestra da cui affacciarsi. Poche storie, io adoro questa gente. Ma me lo tengo per me.

Download gratuito: indieitalia.blogspot.com/search/label/rocca

Ascolto e download gratuito: www.rockit.it/album/12234/rocca-dimmi-chi-sei-e-ti-diro-chi-sei

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