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8/10

Amor Fou

I Moralisti

Chi sono, e soprattutto, cosa “sono” i moralisti nel paese del monarca-papi, dei Papi-monarchi assoluti in stato “laico”, delle mafie che incancreniscono il tessuto sociale, del clientelismo sfrenato, dei furbi e dei corruttori, del “fotti tu, che fotto anch’io”? Sono i sopravvissuti alle macerie morali che circondano il nostro quotidiano, siamo noi che ogni tanto proviamo ad alzare lo sguardo da terra, cercando di non calpestare escrementi e poltiglia di qualsiasi valore etico sistematicamente distrutto. In quest’Italia canaglia e profondamente a-morale conservare un idealismo puro e libero dai compromessi è oggi quasi un azzardo, un atto di coraggio, un lanciarsi col paracadute e (parafrasando Celine) “avere più pena della propria istruzione”.

I milanesi Amor Fou tornano a distanza di tre anni dall’esordio “La Stagione Del Cannibale” con un concept di neo-realismo contemporaneo intitolato (appunto) “I Moralisti”. Ne avevamo bisogno? Tantissimo. I testi e la voce di Alessandro Raina scavano nell’ipocrisia e nelle zone grigie di storie italiane e, perciò, a volte impunite, drammatiche, ambigue. In una parola, “nostre”.

 

 “Oggi mi dedicherò ad un pensiero unico

che ti liberi da tutto il male e dal potere…

Accettare di non avere sempre voglia di sapere

perché duri solo un minuto la bellezza delle cose…”

 

 Sono storie vicine, familiari e tremendamente reali per poterle ignorare. E i personaggi che abitano questo campionario attuale, e anche crudo, della penisola sono un mosaico potente, uno specchio necessario come lo erano le facce dei perdenti, i mediocri e le puttane delle borgate pasoliniane. Liriche e musica sono spesso un tutt’uno che colpisce al cuore: il prete che rinuncia a un amore-gay impossibile (la straordinaria “Un Ragazzo Come Tanti”, figlia di Tenco), il ritratto criminale tra potere e redenzione nella wave d’autore tendenza National di “De Pedis” e le cicatrici di un’anima tormentata (“Le Promesse”).

Oggigiorno non si usa più “raccontarci”, il cantautore socialmente utile è morto, il cantautore è Morgan cocainomane nel tribunale di Vespa, e la società civile è oppressa e ostaggio della pornografia televisiva. Gli Amor Fou di Raina, Leziero Rescigno, Giuliano Dottori e Paolo Perego hanno, invece, realizzato quel piccolo capolavoro di sintesi autoriale che pochi nel deserto rock italiano aspettavano. Un lavoro di rara suggestione, complessità e coesione. Un’opera di cui probabilmente parleremo tra anni.

Oltre il pop-borghese e musicalmente innocuo dei Baustelle, qui è la carne viva tra post-punk, dark, melodismi retrò e cantautorato doc a marcare la differenza, a definire la cifra stilistica degli Amor Fou e metterli un gradino sopra gli altri. Se il singolo “Peccatori In Blue Jeans”, con quel suo ritmo-beat anni ’60, è la pseudo-filastrocca destinata a fare audience, impressionano lo slancio prog-psichedelico negli 8 minuti dell’evocativa “Filemone E Bauci”, i grotteschi nastri al contrario dello strumentale “A.T.T.E.N.U.R.B.” (dedicato al circense ministro della pubblica amministrazione), il folk-rock de gregoriano che incontra i Wilco in “Cocaina Di Domenica” e il cupo incedere Cure di “Dolmen”.

Una bambina recita alcune frasi di Sandro Penna nel finale de “I Moralisti”: parole di speranza pronunciate da un’innocente, parole “importanti”, che hanno un peso, che vibrano dentro. I moralisti giudicano un mondo che ormai non gli appartiene. I moralisti indossano maschere e speculano su valori abortiti. “I Moralisti” degli Amor Fou ha l’essenza dei veri capolavori.

“Dacci la gioia di conoscer bene / le nostre gioie, con le nostre pene”

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Voto degli utenti: 6,5/10 in media su 8 voti.

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gull (ha votato 6 questo disco) alle 18:02 del 13 agosto 2010 ha scritto:

Con questo disco mi trovo a disagio. Ci sono pezzi che mi entusiasmano, ma altrettanti che trovo pericolosamente incanalati verso un tipico cantautorato italico, stanco, quasi commerciale, più o meno finto alternativo ("le promesse", "il mondo non esiste", "filemone e bauci" (franco battiato forever), "cocaina di domenica", a mio parere le peggiori).

Certo, però, che canzoni quali "un ragazzo come tanti", "peccatori in blue jeans" e soprattutto "il sesso degli angeli", me le ricorderò a lungo, per le emozioni capaci di creare.

Insomma, il talento e le qualità di questi musicisti sono indubbi.

Charisteas (ha votato 8 questo disco) alle 23:03 del 19 settembre 2010 ha scritto:

Comprato oggi, ascoltato tre volte e devo dire che merita davvero. Raina prende sicuramente molto dal cantautorato italiano (come ben detto dal recensore) e dai Baustelle (ci sento molto il Bianconi della Moda del Lento e del Corvo Joe). De Pedis, Anita (!!!), Peccatori in Blue Jeans e Il Sesso degli Angeli le migliori.

NathanAdler77, autore, (ha votato 8 questo disco) alle 23:14 del 24 novembre 2010 ha scritto:

Il gas è terribilmente fuori moda...

E' un disco che mette indubbiamente a disagio, ma per il modo in cui guarda alle miserie di una società amorale e vigliacca con lucidità, poeticamente...Raina racconta il nostro contemporaneo Titanic tricolore come pochissimi altri nell'ultima decade, e confermo lo splendido "I Moralisti" tra i top del 2010 (peccato che in pochi se ne siano accorti). "Filemone E Bauci" è il giovane De Gregori che incontra i Radiohead, Battiato proprio non riesco a sentircelo.

REBBY (ha votato 6 questo disco) alle 11:40 del 29 dicembre 2010 ha scritto:

Sopra tutte De Pedis, che mi piace molto. L'album a me sembra altalenante e nella fase centrale, in particolare, vive momenti di "stanca". Si risolleva nel finale. Interessante, ma talvolta troppo "borsone".

salvatore alle 14:27 del 30 dicembre 2010 ha scritto:

Affatto male questo cd degli Amor Fou, forse un po' trascurato su queste pagine... Lo sto recuperando un po' tardivamente e lo sto apprezzando discretamente. E scusate la mia compulsività avverbiale