V Video

R Recensione

7/10

Fragil Vida

Papà ha detto che la vostra musica è schifosa

Chi ama la canzone d’autore, ma al contempo è in cerca di novità che si distacchino dal classico canone del genere, può trovare soddisfazione nel quinto lavoro dei Fragil Vida, in cui la band raccoglie al meglio l’esperienza maturata in quindici anni di attività. Attività discografica ma soprattutto live, ambito in cui affiora l’aspetto teatrale degli emiliani, che su disco emerge nelle molte parti recitate. La band infatti può contare su due voci, quella di David Merighi per le parti cantate, e quella di Gianluca Galletti per le parti recitate. Due voci supportate dagli altri tre compagni di avventura (Diego Gavioli alla chitarra, Luca Cotti al basso e Daniele Merighi alla batteria) musicisti capaci di toccare con competenza e facilità generi musicali diversi, come raccontano in Siamo sempre in giro, brano ritmato, sostenuto da una chitarra funky, cantato e recitato, un omaggio a se stessi e alla vita in tour Mangiando il punk, il jazz, il rock e il folk, Sudando il pop, il swing e il rhythm’n blues. Il risultato di questo amalgama è un insieme di canzoni originali, capaci di passare dalla classica canzone d’autore di Ti porto con te alla chitarra e basso carichi di echi di derivazione funky di La storia di Mustafa,

Sorprende la capacità con cui in Davvero le mani, un brano soave e leggero sia usato per descrivere emozioni al contrario molto intense e profonde. Colpisce come le parti recitate, anziché appesantire i brani, li rendano più efficaci. Così è in Barattando monete, brano musicalmente ritmato, con un’ottima tromba a colorare l’atmosfera, dove al recitato si alterna il cantato nel ritornello. Cantato e recitato che si integrano alla perfezione in Sorpreso in fuga, brano che inizia solo voce e piano, per poi far  entrare la band con il ritmo che accelera, e in Morì in solitudine, recitata da vero attore, col finale cantato.

Al pari del teatro, anche letteratura e poesia sono ben presenti nel mondo dei Fragil Vida, e il nome stesso della band deriva da un verso di una poesia di Pablo Neruda, Tina Modotti è morta: Puro è il tuo dolce nome, pura la tua fragile vita. Buono il mattino, dedicata al cooperante volontario in Palestina Vittorio Arrigoni, è ispirata ad una poesia di Ibrahim Nasrallah, e la splendida Lo scrittore ubriaco è dedicata al poeta Francesco Yzu Albano. E’ questo uno dei vertici del disco, un brano in cui l’uso accurato della lingua italiana evidenzia la capacità di scrivere con una visione letteraria matura, dipingendo immagini poetiche originali e mai banali. Su questi livelli anche Ci hai lasciati soli, dal testo molto profondo, che tra le righe sembra citare un certo Fabrizio De André. E il personaggio protagonista di Zoppo di madre, un matto che fa impaurire il potere e la dittatura, sembra uscire da un testo del cantautore genovese. Un inno alla libertà, allegro e ritmato, con basso e batteria che pulsano.

Una band ecclettica, composta da ottimi musicisti, per un disco che, pur essendo all’interno del mondo della canzone d’autore, riesce al contempo ad essere originale, con un forte approccio teatrale e delle parti recitate nelle quali è evidente che ci si trova davanti ad un attore vero, e non semplicemente ad uno scrittore che legge un brano o prova a recitare.

 

V Voti

Nessuno ha ancora votato questo disco. Fallo tu per primo!

C Commenti

Non c'è ancora nessun commento. Scrivi tu il primo!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.