Roxy Music
For Your Pleasure
Blu notte. In lontananza le luci dello skyline. In primo piano una fatale Amanda Lear tiene al guinzaglio una non meno feroce pantera nera. E in modo altrettanto ruggente si apre il secondo album dei Roxy Music, per alcuni superiore al precedente, sicuramente considerato da molti uno dei più alti livelli di raffinatezza raggiunti dallart-rock.
Siamo nel 1973. Le strade di Londra brillano di lustrini, i ragazzi fanno a gara a chi si trucca meglio, il fulmine di Aladdin Sane (Bowie) campeggia (nel senso di camp) su tutte le riviste giovanili e musicali più in voga, anche un tossico metropolitano come Lou Reed si piega allo scintillio modaiolo, mentre personalità come Neu, Genesis, Faust e Mike Oldfield si apprestano a cambiare per sempre il suono della musica pop attraverso sperimentazioni in campo prog, kraut, new wave ed elettronico.
Intanto da oltreoceano giungono perle in campo rock e cantautorato come Knocking on heavens door di Dylan e lesordio col botto di Springsteen e Tom Waits (in questo caso il botto è quello del tappo di una bottiglia di buon vino). Siamo nel 1973, cè gente che vola immersa nei colori della psichedelia londinese, e cè gente che fluttua nel blu scuro dei Roxy Music.
For you pleasure è lultimo album in cui il gusto classicheggiante di Bryan Ferry si mescola allapproccio trasversale di Brian Eno per affrescare la notte con suoni morbidi e morbosi, soffusi e confusi, tesi e sospesi, il tutto sostenuto dalle impronte pur flessibili del chitarrista Phil Manzanera e del sassofonista Andy MacKay. E certo non bastano queste poche coordinate per dare lidea di un viaggio nelloscurità più patinata e decadente del rock inglese.
Non basta raccontare le vibranti increspature di Beauty queen o perché in Strictly confidential cè quanto di più amaro possa uscire dai contrappunti vocali tra Bryan Ferry e coro, tra percussioni marcianti (Paul Thompson)e chitarre stridenti; non basta parlare dello slancio compulsivo di Editions of you o della struggente catarsi in coda alla tetra seduzione di In every dream home a heartache (dedicata ad una bambola gonfiabile); si potrebbe anche spiegare che in The bogus man la marzialità kraut si unisce ad un grottesco profumo di magia da club di terzordine, o che in Grey lagoons scopriamo uninsospettabile apertura come riverberi lunari su onde lacustri, ma anche queste vaghe rappresentazioni non basterebbero ancora a trasmettervi le essenze che rendono questo LP una sfumatura unica e indispensabile in unideale discografia fatta di colori notturni.
Basta immergersi nella conclusiva title-track per sognare di sprofondare in una notte vellutata e sospesa per sempre nel 1973, in un vicolo tra un night club e luscita sul retro di un cinema dove proiettano classici anni 50.
FOR YOUR PLEASURE
For your pleasure in our present state
part false part true like anything
We present ourselves
The words we use tumble
all over your shoulder
Gravel hard and loose
There all night lying
with your dark horse hiding
Abhorring such extremes
You're rubbing shoulders with the stars at night shining so bright
Getting older but you'll wake up soon and fight
In the morning things you worried about last night
will seem lighter I hope things will turn out right
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