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10/10

Roxy Music

Roxy Music

Accadde tutto nella metropolitana di Londa, all'alba degli anni '70. Un incontro cercato, fortemente voluto, quasi già i protagonisti riuscissero a intravedere la grandezza dei propri progetti, a presagire le immense possibilità che la musica avrebbe offerto loro. Protagonisti che portavano e portano nomi destinati a marchiare a fuoco la storia, a divenire essi stessi storia o forse leggenda: Brian Eno, Brian Ferry, Phil Manzera, e poi Andy MacKay e Paul Thompson, in arte il Rock Sexy, ovvero i Roxy Music, forse la band più moderna, anzi la band più visionaria apparsa nel Regno Unito ad inizio anni '70.

Quando si incontrano personalità artistiche e musicali di questo calibro, la miscela non può che risultare inedita e stimolante: e così fu, come già si poteva intuire dopo la pubblicazione di "Virginia Plain", singolo astruso e obliquo e capace di rompere tutti gli schemi, di racchiudere in una manciata di minuti mille intuizioni (gli stravaganti synth di Eno, che abbandonano la magniloquenza del progressive, il ritmo ballabile, frentico ed un po' schizoide, il canto disperatamente romantico) che in tanti, forse troppi faranno proprie (chiedere se del caso a Sylvian, Devoto, Foxx e altri innumerevoli wavers, alle orde di neo-romantici che invaderanno il decennio successivo, a tutti coloro che non hanno saputo resistere al fascino del glam, dell'eleganza decadente e raffinata, simbolo stesso dei Roxy Music, da Jarvis Cocker in poi).

Ecco, la rivoluzione ha coordinate precise: Londra, Giugno 1972, e i Roxy Music che, dopo il successo anche di pubblico di "Virginia Plain", pubblicano il primo lavoro.

Un'opera smisuratamente retrò, eppure già pregna del futurismo assurdista della band. I Roxy possiedono la capacità unica di stendere un ponte fra le stravaganze decadenti del glam, le architetture immaginifiche del progressive, la rivoluzione del punk e tutto ciò che ne seguirà.  I Roxy Music riescono nell'impresa di richiamare e rielaborare (Re-make/Re-model) gli archetipi del passato (dal rock'n'roll al jazz, fino al cabaret di inizio secolo, passando per la teatralità di un Jacques Brel) per dare forma a qualcosa di assolutamente originale e già proiettato nel futuro.

La critica dell'epoca definiva questi stravaganti paesaggi sonori come "pop-art", e forse mai definizione fu più azzeccata: la voce di Ferry offre melodie chiare e ben disegnate, a sostegno delle quali Eno e gli altri strumentisti creano di volta in volta un universo sonoro differente, attigendo alle fonti più disparate.

Entrando nel merito dei singoli pezzi, è doveroso citare "Re-make/Re-model", piccolo capolavoro dell'arte della (s)composizione ove un aggressivo tema vocale, giocato su variazioni ritmiche, si colloca sopra un forsennato ritmo rock che riprende lo schema jazz delle 4 battute + 4, con corredo di stralunati sibili elettronici, cinguettii e stranezze assortite.

"If there is something" è l'emblema stesso dell'eclettismo della band: prende vita come pop song classica ed elegante, per poi immergersi in atmosfere di solennità quasi Crimsoniana, ove duettano il baritono del leader e il canto mesto dell'oboe di MacKay. L'apporto decisivo di Eno, che pure un anno più tardi abbandonerà la band perché soverchiato dal carisma di Ferry (a suo dire), emerge in un pezzo come 2H.B., ove il loop del sintetizzatore gioca un ruolo fondamentale nel trasformare in liquida divagazione un'altra pop song apparentemente innocua e tradizionale. Detto della dimensione rivoluzionaria di "Virginia Plain", la seconda facciata vira decisamente verso paesaggi sonori più vicini al coevo progressive, seppur riletti in  chiave estremamente personale. "The Bob" è un'audace fantasia sonora che rievoca le bombe su Londra durante il secondo conflitto mondiale. "Sea Breezes" alterna canto solenne, sezione centrale caratterizzata da intricate ritmiche sincopate, sax elegante e conclusiva ripresa del tema iniziale. Anche qui non mancano, in ogni caso, episodi più divertenti e fedeli allo spirito giocoso della band: "Would you believe?" è uno sfrenato boogie che miscela una strofa elegante con un ritornello dalle ritmiche incandescenti. Il sax è r'n'b in versione assurdista. "Bitters End", composizione che svela l'anima teatrale e lo sfrenato romanticismo di Ferry, è il gustoso, elegante scherzo conclusivo.

Ma per la storia della musica sarà solo l'inizio: seguiranno almeno due lavori degni di essere accostati al debutto ed una serie di album che solo qualche folle potrebbe definire minori, e che saranno invece in grado di aprire definitivamente la strada a molta new-wave, all'epopea new-romantic ed al sogno dorato degli anni '80. Sempre con un gusto, un'eleganza ed una capacità di regalare semplicemente grandi canzoni proibitivi per la concorrenza.

 

 

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Voto degli utenti: 9,2/10 in media su 37 voti.

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Cas (ha votato 9 questo disco) alle 19:11 del 26 gennaio 2010 ha scritto:

Ecco, questo è un disco che ha fatto taaanta storia...Con i Roxy Music il glam ambisce allo status di art-rock, superando le (pur splendide) movenze modaiole dell'estetica glitter e del "basta che suoni bene" per evolvere e farsi sperimentale, cerebrale, complesso. Anche se trovo più completo il successivo For Your Pleasure, questo è una BOMBA

bart (ha votato 9 questo disco) alle 23:45 del primo aprile 2010 ha scritto:

Splendido disco, splendida copertina!

Roberto_Perissinotto (ha votato 10 questo disco) alle 9:29 del 25 agosto 2011 ha scritto:

Eno e Manzanera suonano che è un piacere...i loro incastri sono un'illuminazione ogni volta, e Ferry è perfetto...assolutamente meraviglioso.

dalvans (ha votato 10 questo disco) alle 15:33 del 23 settembre 2011 ha scritto:

Epocale

Il primo capolavoro dei Roxy Music

SamJack (ha votato 10 questo disco) alle 11:05 del 20 febbraio 2012 ha scritto:

Bellissimo album...

Utente non più registrato alle 14:21 del 6 marzo 2012 ha scritto:

Non mi hanno mai fatto impazzire, ma sono stati comunque un gruppo interessante. Mi avvicinai a loro perchè sapevo che all'epoca andavano in tour con i King Crimson.

Curiosità: Phil Manazanera ha suonato poi nei Quiet Sun, gruppo che fa riferimento alla scena di Canterbury. Durante un loro concerto, Robert Wyatt fu attratto dal talento del bassista MacCormick e lo convinse ad entrare nella sua nuova band, i Matching Mole.

Mirko Diamanti (ha votato 10 questo disco) alle 9:54 del 4 settembre 2012 ha scritto:

Il mio preferito dei Roxy Music. Epocale.

alekk (ha votato 10 questo disco) alle 12:40 del 19 settembre 2013 ha scritto:

uno degli album più coinvolgenti che abbia mai ascoltato. ogni canzone è travolgente,fresca,veloce,rapida. Le prime quattro sono quanto di meglio si possa mai realizzare in un solo lavoro. bellissimo. ha rivoltato il rock come un calzino.

alekk (ha votato 10 questo disco) alle 12:40 del 19 settembre 2013 ha scritto:

uno degli album più coinvolgenti che abbia mai ascoltato. ogni canzone è travolgente,fresca,veloce,rapida. Le prime quattro sono quanto di meglio si possa mai realizzare in un solo lavoro. bellissimo. ha rivoltato il rock come un calzino.

alekk (ha votato 10 questo disco) alle 12:40 del 19 settembre 2013 ha scritto:

uno degli album più coinvolgenti che abbia mai ascoltato. ogni canzone è travolgente,fresca,veloce,rapida. Le prime quattro sono quanto di meglio si possa mai realizzare in un solo lavoro. bellissimo. ha rivoltato il rock come un calzino.

alekk (ha votato 10 questo disco) alle 12:40 del 19 settembre 2013 ha scritto:

uno degli album più coinvolgenti che abbia mai ascoltato. ogni canzone è travolgente,fresca,veloce,rapida. Le prime quattro sono quanto di meglio si possa mai realizzare in un solo lavoro. bellissimo. ha rivoltato il rock come un calzino.

alekk (ha votato 10 questo disco) alle 12:40 del 19 settembre 2013 ha scritto:

uno degli album più coinvolgenti che abbia mai ascoltato. ogni canzone è travolgente,fresca,veloce,rapida. Le prime quattro sono quanto di meglio si possa mai realizzare in un solo lavoro. bellissimo. ha rivoltato il rock come un calzino.