Mumpbeak
Mumpbeak
Lorsacchiotto in fiamme è una immagine adeguata per una musica inquieta e sottilmente inquietante come quella di Mumpbeak, ennesima creatura partorita in casa RareNoise, una di quelle operazioni che letichetta inglese ha la capacità di assemblare, mettendo in rete musicisti ed esperienze spesso eterogenei. Qui siamo di fronte ad un vero supergruppo tutto allinsegna di bassisti che appartengono al gotha dello strumento, da Bill Laswell a Shanir Ezra Blumenkranz, da Tony Levin, da sempre al fianco di Peter Gabriel, allitaliano Lorenzo Feliciati che non sfigura affatto accanto a cotante bassità. Ad assicurare una pulsazione ritmica come si conviene, Pat Mastellotto, di recente rientrato a corte dei King Crimson, che qui afferma di avere modellato il proprio drumming sugli esempi di Tony Williams e Art Blakey.
Il paradosso è che lideatore del progetto non è uno dei protagonisti delle quattro corde, bensì il tastierista britannico Roy Powell, un passato nel jazz ed oggi membro di Naked Lunch ed Interstatic, che, per loccasione, ha inventato una combinazione di pedali applicati ad un Honher Clavinet con effetti timbrici inediti, che non fanno rimpiangere lassenza di chitarre nei sette pezzi del cd.
I nomi dei protagonisti lo fanno supporre, siamo dalle parti di un prog in sapiente bilico fra struttura ed improvvisazione, con alcuni episodi che possono richiamare autorevoli esempi del genere (Crimson e Porcupine Tree ad esempio in Forelock ed Oak) ed altri che sembrano il frutto di una creatività lasciata correre libera e sfrenata (lepilogo del cd più sperimentale con Chain e Piehole). Lattitudine è però quella eversiva rispetto ai confini di genere, che si ritrova in molti prodotti RareNoise: le composizioni sono complesse e stratificate, ma non magniloquenti e pompose, e, se vogliamo affidarci ad una interpretazione autentica di uno dei creatori, Laswell, la parola magica è elasticità.
Allinizio ed al centro, le cose migliori, con lavvio muscolare di Biscuit, sostenuto da Mastellotto e Laswell, e la bella prova del basso fretless di Feliciati (che deve amare molto Mick Karn) in Nork, speziata di elettronica e avviluppata nelle spire delle tastiere di Powell.
Il rischio in progetti di questo tipo, assemblati come session estemporanee fra musicisti impegnati in mille diverse imprese, è che si conceda più spazio allistinto del momento che a costruire una precisa identità musicale cui dare un seguito. Il rischio è talvolta in agguato anche in Mumpbeak, ma lintento sopra descritto si può percepire agevolmente. Ecco a voi il prog messo a dieta e reso più elastico.
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