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R Recensione

8/10

Ambrose Akinmusire

The Imagined Savior is Far Easier to Paint

The Imagined Savior is Far Easier to Paint”, ovvero il jazz come andrebbe concepito e suonato nel 2014.

Né più, né meno, oserei dire.

Tre anni fa Ambrose mi ha svegliato da sogni ampi e confusi, strattonandomi mentre fissavo il soffitto della mia stanza, aspettando qualcosa.

E come l’ha fatto: “When The Heart Emerges Glistening” è fra i dischi jazz old-school (non solo, perdonate la banalizzazione) più brillanti e dirompenti dell’era moderna. Il giovane trombettista, nell’occasione, ma sfoderato non solo una competenza tecnica da far cadere i capelli, ma anche una fantasia corposa e capacità narrative importanti. Il suo è un suono denso, a geometrie variabili. Pur se chiaramente debitore della tradizione, molto più dei surreali schizzi di pittura di Colin Stetson o della lingua grassa e a briglia sciolta dei Mostly Other People Do The Killing, non annoia e non delude.

Ambrose ha senso della misura, ma ci mette anche ventricoli e lombi, quando imbocca il suo ottone.

Tre anni di ricerca lo hanno portato dalle parti di un post-bop multiforme che sfrutta con decisione e con saggezza l’elemento canoro, e che mette in mostra capacità immaginifiche e "visuali" più marcate: in sostanza, “The Imagine Savior is Far Easier to Paint” non è solo un saggio di abilità strumentale, una successione ordinata di riffs, accordi e atmosfere, ma consta in larga parte di qualcosa che assomiglia a una vera e propria canzone.

Al suo fianco, ci sono sempre strumentisti di spessore: all’ottimo tenorsassofonista Walter Smith, virtuoso messo in luce già tre anni orsono, si aggiungono Charles Altura alla chitarra (che aggiunge un tocco latino a diversi brani, muovendosi felpato e aggraziato), il bassista Harish Ravaghan e il batterista (poco appariscente, eppure impeccabile ed essenziale, in grado di spaziare dalle spirali del jazz a un approccio più pesante e latamente funk-rock) Justin Brown.

Alla voce, si alternano Becca Stevens, Cold Pecks e Theo Bleckman.

La band costruisce un sound trasversale, che arricchisce la corposa base post-bop di sfumature avant-pop, soli di chitarra eleganti, varianti in chiave ambientale e/o modern classical.

Ambrose ha ampliato gli orizzonti di riferimento, sino a rinchiudere all’interno del perimetro del jazz arie e componenti di provenienza eclettica.

Fra le “canzoni” più vitali e oblique è doveroso citare la movimentata “As We Fight”, che si appoggia su duetti ariosi degli strumenti a fiato, e quindi porta la voce di Becca Stevens in primo piano. La melodia si dipana lenta e non è propriamente easy, ma funziona alle perfezione.

I quasi 8 minuti di “Vartha” sono campo elettivo per gli effetti di Ambrose con i tre tasti: raramente il sottoscritto attribuisce un peso vero alle capacità strumentali, ma in questo brano tutti i musicisti danno letteralmente il meglio di sé, e Ambrose brilla per la lucidità e la compostezza di un discorso che non per questo diventa prevedibile. Il californiano conosce armonia e concetti di corredo in modo certosino, ma non ne diventa schiavo: nel suo caso, la tecnica superiore è mezzo e non fine, e per questo mi costringe a un’ammirazione convinta.

Memo” avvolge con il solo di tromba e sassofono tenore, che rimasticano il tema di G. Learson in direzioni diverse, senza mai perdere il filo. Le ascendenze post-bop tuttologhe di Ambrose qui si mostrano in tutta la loro chiarezza: le brevi successioni di note che si mangiano l’una con l’altra alternate a passaggi più pensosi, acuti e sovracuti che non perdono mai l’equilibrio, e poi una chitarra che eccelle in numeri d’alta scuola e si addossa il compito di garantire una certa alternanza timbrica.

Il brano più sorprendente ed emozionante è l’atipico “The Beauty of Dissolving Portraits”, che allunga e dissolve le note della tromba, mentre un flauto le fa compagnia e all’orizzonte si illuminano le montagne e gli oceani che hanno fatto innamorare Brian Eno e tutta la folta schiera di fedeli. Se cerchiamo il capolavoro del disco, forse l’abbiamo trovato in questo brano, a metà strada fra ambient, il Miles Davis più visionario e certo avant-jazz (Supersilent, gli Spring Heel Jack più vaporosi).

Spiazza anche “Rollcall for Those Absent”, perché Ambrose esibisce il pugno chiuso, e srotola l’elenco dei fratelli neri finiti nelle mani sbagliate (spesso si tratta di mani di Stato). E mai più tornati a casa: Ambrose sarà un bravo ragazzo che ha studiato musica fino a fondere pupille e timpani, ma non si tira indietro quando si tratta di far sentire la propria voce.

In sostanza, siamo al cospetto di 79 minuti che richiedono un’attenzione devota, ma che difficilmente potranno deludere chi ama il genere.

Fra i dischi dell’anno, di default oserei dire, visto che ci troviamo al cospetto di uno fra i pochi geni autentici dell’era contemporanea.

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Voto degli utenti: 7,5/10 in media su 4 voti.
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ciccio 8/10
fabfabfab 8,5/10
REBBY 6,5/10

C Commenti

Ci sono 8 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
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Utente non più registrato alle 18:52 del 30 giugno 2014 ha scritto:

Album decisamente interessante, mi fa tornare alla memoria il grande Booker Little e in alcuni tratti il Davis del Fillmore.

fabfabfab (ha votato 8,5 questo disco) alle 17:28 del 18 febbraio 2015 ha scritto:

Trovato "nella munnezza" (come dice Stoke) e subito acquistato per 5 monete da 1 euro. Felicissimo.

Totalblamblam alle 12:57 del 19 febbraio 2015 ha scritto:

eh no 5 euro non è più "trovato nella munnezza" . vero è che in Italia anche la munnezza te la fanno pagare cara.

fabfabfab (ha votato 8,5 questo disco) alle 9:27 del 20 febbraio 2015 ha scritto:

Ahaha pago 400 euro all'anno di tassa rifiuti! Comunque dai 5 euro cd nuovo sigillato per me è un business.

Totalblamblam alle 15:18 del 20 febbraio 2015 ha scritto:

non avevi specificato nuovo e sigillato...beh si capisco che andava preso. io più di un pound per un cd non lo sgancio più. non so mi sento troppo sfigato a comprarli ancora davvero mi sento male LOL

fabfabfab (ha votato 8,5 questo disco) alle 16:48 del 20 febbraio 2015 ha scritto:

Anche io cd ne compro pochi, in compenso mi lascio fottere allegramente con il vinile.

Totalblamblam alle 19:55 del 20 febbraio 2015 ha scritto:

pure io specie quando sculo alla grande come oggi ghghh

fabfabfab (ha votato 8,5 questo disco) alle 17:01 del 28 febbraio 2015 ha scritto:

No ma non l'avevo visto sto video! Ma dove li hai trovati?!?