R Recensione

7/10

Joakim

Monsters & Silly Songs

Uno dei più promettenti produttori e remixers della scena elettronica francese, nonché fondatore della celebre label Tigersushi, Joakim era riuscito a destare un certo interesse da parte della stampa specializzata e non, con il suo primo lp, quel Fantomes che nel 2003 ne aveva rivelato l’eclettico talento al mondo. Sono passati 4 anni da allora ma ne sarebbero potuti passarne molti di più, considerando che, a disco quasi finito , un bel crash del computer ne cancella beffardamente tutto il lavoro. È il Febbraio del 2006 e il produttore sbotta sconsolato sul suo blog pronosticando che si dovrà aspettare il 2010 per ascoltare un suo disco nuovo.

Così non è: con capacità di reazione invidiabile il nostro decide di fare definitivamente tabula rasa, mette su la Ectoplasmic Band, in cui confluiscono basso, chitarra e batteria. Line up quasi rock, per un disco ovviamente più suonato e meno campionato, ma che non manca comunque di affondare le sue radici nell’elettronica e non rinuncia all’eclettismo sfrenato che aveva contribuito a portare il nome di Joakim sulla mappa musicale internazionale.

E che non manca, ovviamente, di passare per “i soliti” anni ’80: e così se Sleep In Hollow Tree cita le atmosfere incubanti di John Carpenter lo fa proiettandole sulle ombre goth dei Bauhaus, I Wish You Were Gone è un’ottima riproposizione dell’ormai noto canovaccio electro punk funk di scuola Dfa, Lonely Hearts è scuro synth pop, Drumtrax viaggia tra electro ed italo disco e tortura i synth alla maniera di Vitalic, Rocket Pearl parte scura e post rockeggiante per poi esplodere in uno spaccapiste dalle vaghe ascendenze Franz Ferdinand.

Le scorribande sonore di Joakim non hanno comunque confine enon si limitano alla rilettura (per quanto originali) di sonorità ormai standard: Peter Pan Over The Bronx è ambient onirico e sintetico, Everything Bright And Still parte glitch ma svela poco dopo una distorta vena Faustiana, Palo Alto imprigiona Nick Cave in una spirale di echi e riverberi, Love Me 2 si scalda in una vertiginosa corsa attraverso tunnel sonori saturi di circolarità kraut e chitarre new wave, Tanabata si frantuma, lunatica e sfuggente, negli insidiosi territori dell’avanguardia.

È un disco sfaccettato e multiforme, questo Monsters & Silly Songs, che riesce a sostenere il peso della sua sfrenata ambizione solo grazie al talento e alla cultura del suo autore, ma talvolta cede sotto quello, schiacciante, della vanità e dell’autocompiacimento: che nel suo sforzo olimpico di cambiare continuamente maschera e stile Joakim sembra dimenticarsi, a tratti dell’ascoltatore finale. Il quale potrebbe essere sopraffatto da cotanta densità sonora. O, per converso, esserne oltremodo stimolato. D’altra parte c’è ancora chi la chiama IDM. Musica Dance Intelligente.

V Voti

Voto degli utenti: 5,5/10 in media su 2 voti.
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REBBY 6/10
tttt 5/10

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