Kraftwerk
Autobahn
Alla fine del 1973 Ralf Hutter e Florian Schneider sono già due figure di culto in Germania: ex allievi di Stockhausen, esordiscono sotto la sigla Organisation nel 1970 con l'album Tone Float. Cambiano nome in Kraftwerk e danno alle stampe tre album dai risultati incoraggianti come vendite (50/100.000 copie per ognuno) grazie ai quali guadagnano un discreto seguito locale, apparizioni tv, una solida reputazione di gruppo di culto.
Decisi ad allargare in maniera stabile la line-up, Hutter e Schneider reclutano dapprima il percussionista Wolfgang Flur (già batterista in una band in cui militava Michael Rother, futuro Neu!) e, dopo un tentativo fallito con tal Klaus Roder, solo a session di Autobahn già iniziate subentra nel neonato Kling Klang studio di Dusseldorf Karl Bartos, studente di conservatorio in odor di esami finali, a completare così la storica formazione a quattro per i quindici anni d'oro a seguire.
Con questo album Ralf e Florian decidono di abbandonare le elettro improvvisazioni del passato a beneficio di una disciplina ed autoregolamentazione musicale dai connotati fortemente mitteleuropei, schiudendo con questa mossa le porte dell'elettro minimalismo pop al grande pubblico. Anche visivamente la band dà un taglio netto al passato, via capelli lunghi, barbe incolte e jeans, distaccarsi dal prototipo di pop rocker anglo-americano è esigenza primaria, nasce l'algida figura di superuomo mitteleuropeo.
L'album esce nel novembre 1974 aperto dalla titletrack, suite di 22 minuti tutta sintetizzatori pulsanti e drum pad/ rhythm box assolutamente inedite, un sistema percussivo decisamente futuristico che i nostri si vedranno costretti a brevettare per evitare spiacevoli inconvenienti, una versione radio edit del brano sarà un piccolo successo da ambo i lati dell'oceano e consentirà loro di avventurarsi nel primo tour americano.
Kometenmelodie si divide in due parti: la prima è pura synth kosmische music eterea, per viaggi mentali senza ritorno, la seconda più fruibile e decisamente pop. Con Mitternacht (mezzanotte) i toni si fanno cupi, spettrali, immobilismo sonoro per quattro minuti scarsi che sembrano descrivere i mutamenti della notte, Morgenspaziergang (passeggiata mattutina) conclude con un filo di luce un album che si rivelerà imprescindibile per la musica a seguire: dal Bowie berlinese ai Pet Shop Boys, dai Depeche Mode alla Yellow Magic Orchestra di Ryuichi Sakamoto, dagli Ultravox di John Foxx ai Devo, passando per i fuoriclasse Brian Eno, Manuel Gottsching e qualsiasi cosa in odor di techno pop, electro funk, dance, sino ad arrivare ai nostri giorni. Semplicemente sovrumano.
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