R Recensione

8/10

Soulwax

Much Against Everyone’s Advice

Non si capisce bene neanche dopo qualche decina di ascolti a quale gioco volevano giocare i Soulwax nell’ormai lontano 1998 con il loro secondo album “Much Against Anyone’s Advice”. Potrebbe essere stato quello di cercare volontariamente di sfuggire ad una facile catalogazione o etichettatura di genere, mescolando elementi diversi presi dal pop e dall’elettronica.

Oppure il gioco proprio non c’era, e questi due fratelli belgi, dopo anni e anni passati ad ascoltare musica di tutti i generi, hanno semplicemente deciso che era arrivato il momento di cominciare a scrivere canzoni loro, come volevano loro, dopo un primo album interessante, ma ancora immaturo e che pescava un po’ troppo dal rock alternativo del tempo (tra tutti i Kyuss).

Del resto, che di musica di tutti i tipi ne hanno masticata i due ne hanno dato prova più tardi con l’esperienza “2 Many DJ’s”. Sta di fatto che non basta procurarsi dei buoni ingredienti e buttarli a caso senza la giusta formula per sfornare un prodotto ottimo e originale: se fosse così, saremmo tutti cuochi o chimici. I fratelli Dewaele però ci riescono, e dimostrano con questo album una disinvoltura davvero invidiabile nel miscelare gli ingredienti giusti per realizzare un ottimo disco, che per gli appassionati di etichette si potrebbe classificare come indie pop elettronico.

I due seguono la formula della semplicità e dell’orecchiabilità scegliendo una scrittura asciutta ma accattivante, tanto banale quanto difficile da realizzare, e ci azzeccano in pieno praticamente lungo tutta la durata dell’album: già dall’opener “Conversation Intercom” è evidente come i due fossero in un periodo di grazia nello scrivere ritornelli accattivanti e maledettamente orecchiabili, senza abusare di arrangiamenti ma solo scegliendo bene i suoni da usare, in un mix di chitarre riverberate anni ’60 che si fondono con basi di basso prevalentemente synth e ritmi di batteria tanto incalzanti quanto semplici e non banali.

Quello che colpisce di più è la diversità tra le canzoni: ci sono le canzoni “catchy” come la sopracitata opener, quelle basate su giri più o meno pesanti di chitarra con tanto di ritornello su charleston aperto come la title-track o “Too many DJs”, e soprattutto ci sono molte ballate che sembrano pescare a piene mani dai Beatles e da un po’ tutto il pop d’autore, vuoi per certi giri vocali particolarmente azzeccati (“When Logics Die”), vuoi per la scelta dei suoni o della produzione (“Temptingly Yours”), vuoi per il mood generale che i due riescono a creare (“Proverbial Pants”). Diversità che non risulta mai comunque un fattore di disomogeneità durante l’ascolto del disco, sia per il fatto che davvero in questo disco è difficile trovare una canzone brutta, sia per la produzione e il songwriting, che rendono chiaro come le canzoni provengano dalle stesse menti; ne risulta così che le due canzoni più azzeccate del disco sono anche le più diverse tra loro: “Much Against Everyone’s Advice” e la bellissima “More Than This”.

Bisogna anche segnalare che è la scelta della tracklist a bilanciare alla perfezione l’album, che risulta così un alternarsi di momenti lenti e dolci o più movimentati e rabbiosi, con tanto di sperimentazione finale nella canzone di chiusura, “Funny”, che già fa presagire certi cambi di direzione del gruppo nell’album seguente. E se c’era il rischio poi che il tutto risultasse troppo patinato, da club supersnob, i due aggiungono furbamente un pizzico di ironia con il testo di “Saturday”, e il gioco è fatto. A rileggere a posteriori la storia dei Soulwax (cioè considerando le esperienze dei “DJ’s” e l’album successivo), ci si accorge che quest’album è il perfetto anello di congiunzione tra il rock immaturo del primo album e il tentativo di trasferire il rock nella pista da ballo che caratterizza il lavoro seguente. Non c’è niente di veramente nuovo in questo disco: ma prendere cose già sentite, smontarle, ridare loro nuova linfa tramite suoni rinnovati o accostamenti azzardati non è da tutti. E il risultato è che “Much Against Everyone’s Advice” ancora oggi suona onesto, fresco e divertente.

V Voti

Voto degli utenti: 7,2/10 in media su 3 voti.
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motek 7,5/10

C Commenti

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Ivor the engine driver (ha votato 8 questo disco) alle 11:15 del 3 agosto 2007 ha scritto:

adoro questo disco

non lo sento + da una vita ma insieme a ideal crash fu la colonna sonora dell'estate 99. More than This mi commuove ancora un po' quando la sento