R Recensione

7/10

Soulwax

Any Minute Now

Sono passati sei anni dal precedente lavoro dei fratelli Dewaele a nome Soulwax. In tutto questo tempo i due non se ne sono stati affatto con le mani in mano, anzi: hanno fondato il side-project “2 Many DJ’s”, col quale hanno girato tutti i club più importanti d’Europa miscelando insieme sui piatti Stooges, Salt’n’Pepa, dEUS, Madonna, R öyksopp, Velvet Underground, Felix Da House Cat, il punk rock con la dance, il pop con la techno, e chi più ne ha più ne metta, divertendosi come matti e raccogliendo il plauso della critica.

Fatto tesoro di cotanto intelligente, anarchico delirio, il ritorno dei due in veste Soulwax non poteva che essere diverso dal precedente, validissimo “Much Against Everyone’s Advice”.

Ma ad ascoltare le prime tracce dell’album nessuno si sarebbe aspettato che il duo belga avrebbe potuto scegliere addirittura una scrittura decisamente più vicina al rock tradizionale. Fatto ovviamente à la Soulwax: basso pesantemente sintetizzato, drum-machine potente, suoni delle chitarre talmente elaborati da somigliare più a synth veri e propri che altro. Non manca nemmeno l’assolo, nel finale di “Any Minute Now”.

Ma si viene subito tranquillizzati: scegliere un’unica idea sulla quale basare tutto un album non è certo – per fortuna – la cosa che riesce meglio ai Soulwax, e così già la successiva “Please… Don’t Be Yourself”, fatta praticamente solo di voce effettata e batteria e basso dal sapore tra house e techno, ristabilisce subito l’unica regola possibile: quella dell’imprevedibilità, prima che “Compute”, uno dei momenti più travolgenti del disco, la confermi del tutto con le sue sonorità alla R öyksopp alle quali si aggiunge tutto il gusto per le melodie del duo belga.

Sarà così lungo tutto lo scorrimento di quest’album nel quale si dipana in maniera intelligente la schizofrenia musicale dei fratelli Dewaele, con l’alternarsi incessante di intermezzi che si rifanno al rock (“Krack”), allo stoner (“YYY/NNN”, “Miserable Girl”), alla dance vera e propria (“NY excuse”) e via dicendo, senza dimenticare episodi più spontaneamente pop, nei quali i nostri sembrano dare il meglio di sé stessi (“The Truth Is So Boring”, la riuscitissima “A Ballad To Forget”).

Però è proprio in questi momenti che viene un po’ di nostalgia per la scrittura più piana, meno eclettica ma ugualmente intelligente ed originale, del precedente album. Certo, da un certo punto di vista siamo molto più avanti dell’album precedente, a partire dalla geniale copertina fino alla curatissima produzione, dai bassi potenti ma mai invadenti, di due numi come Flood e Alan Moulder.

La sensazione è che anche stavolta i due fratelli belgi ci abbiano messo buon gusto, intelligenza, cura dei particolari, originalità compositiva e furbizia come solo loro sanno fare, ma forse hanno calcato un po’ troppo la mano, e ne risente la fluidità del disco come opera unitaria. Fosse stato un album di remix, come infatti i Soulwax hanno poi fatto con “Nite Version”, nessun problema: ma a questo disco manca un po’ troppo l’essere un tutt’uno, una cosa sola.

È come se fosse una compilation di brani inediti. I fratelli Dewaele riescono ad essere originali anche così, ma per l’ascolto non è un vantaggio, nonostante si tratti, comunque, di un buon disco.

V Voti

Voto degli utenti: 7/10 in media su 2 voti.
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C Commenti

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Marco_Biasio (ha votato 7 questo disco) alle 16:52 del 4 maggio 2007 ha scritto:

NY Excuse

This is the excuse, that we're making! It is good enough, for what you paying? You paying!