R Recensione

6/10

69 Eyes

Angels

Dopo "Devils" arriva ovviamente "Angels" dei finnici The 69 Eyes, ultima fatica in studio che non si distacca di un solo pollice dal precedente disco. La band, accostabile allo street rock di un tempo, più che al 'love metal' dei conterranei "H.I.M.", ha forse il difetto di non aver mai confezionato un disco davvero incisivo dall'inizio alla fine, ma di contro ha sempre trovato il modo di inserire delle hit che scavalcavano il muro dell'anonimato, come era esempio, nel precedente disco, il singolo 'Lost Boys' (con evidenti richiami all'omonimo film di Joel Schumacher con Jason Patrick e Kiefer Sutherland).

Qui l'anonimato è superato da diversi brani, tutti quelli più movimentati, per esempio "Never Say Die" e soprattutto "Los Angeles" che, oltre a richiamare la title-track colpisce per la forte contrapposizione della soleggiata metropoli con l'oscura visione evocata dalla musica della band capitanata da Jyrki 69 (dal 2005 ambasciatore finlandese dell'UNICEF ).

Ed è questa oscurità che ricorda, nonostante il leader abbia sempre vantato parentele con i Doors (!!!), le atmosfere dei Sisters Of Mercy , band fondamentale del gothic rock, anche se ripulita dalle influenze post punk che invece erano un punto di forza per la band di Andrew Eldritch, ma con simile istrionismo nel cantato.

Mai troppo sperimentali, i 69 Eyes, hanno dalla loro parte il dark chitarristico, piuttosto che quello elettronico, ed un songwriting, come accennato, altalenante. Ma se il panorama di oggi deve imporre qualcosa di retrò, forse questa sarebbe una band su cui scommettere, per la capacità di fondere antico e moderno in un ambito ormai più unico che raro come il gothic-rock(-metal?) più oscuro.

V Voti

Voto degli utenti: 6/10 in media su 1 voto.
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