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R Recensione

7/10

System Of A Down

Steal This Album!

SCARTO: separazione, nel corso di una cernita, di elementi ritenuti inutilizzabili o di qualità inferiore a quella richiesta (da “Vocabolario della lingua italiana”, Giacomo Devoto- Gian Carlo Oli, undicesima ristampa, edizioni Le Monnier).

Secondo un noto vocabolario, quindi, lo scarto è un elemento qualitativamente inferiore ad altri e, di conseguenza, trattato in maniera direttamente proporzionale al suo valore.

E allora, sorge immediato il quesito: perché? Perchè “Steal This Album!”, terzo album in studio del gruppo armeno-losangelino dei System Of A Down, realizzato nel 2002, viene trattato come se fosse un album di demo e b-sides provenienti dal precedente, capolavoro, “Toxicity”? Bisogna fare una precisazione, in ogni caso: il lavoro che ci troviamo davanti è, per certi versi, una raccolta di inediti composti precedentemente e mai inseriti in alcun album. Ma perché, in questo caso, viene applicato il significato negativo del termine? Come mai la maggior parte delle persone, quando si trova davanti a questo cd, lo sminuisce inesorabilmente, senza nemmeno aver accennato un ascolto, solo perchè viene considerato una raccolta di “scarti”? Perché, di scarti, proprio non si tratta: ognuno dei sedici pezzi del disco, infatti, è più che dotato di vita propria, e si regge benissimo sulle proprie gambe, come “Toxicity”, e in certi punti (se possibile) più del suo predecessore.

La band capitanata dal riccioluto vocalist Serj Tankian si accorge che è tempo di tirare le somme: due album realizzati, il terzo in uscita, milioni di copie vendute, svariate partecipazioni a festival metal. Ma la vena creativa, nonostante le soddisfazioni, non si esaurisce. Questa volta, i SOAD decidono di scagliarsi contro la pirateria e il download illegale di brani musicali da Internet: l'artwork dell'album (nonostante un'edizione limitata propria di ogni musicista del gruppo) si presenta come quello di un cd masterizzato, con una scritta grossolana in pennarello indelebile nero. Niente testi, niente ringraziamenti: giusto i titoli delle canzoni abbozzati sul retro. La partenza è a razzo: ed è subito un alternarsi di demenzialità intelligente e provocatoria contro le mode della società (la “pizza, pizza, pie" di “Chic'n'Stu”) e il rock puro e tirato di “Innervision”, anch'esso permeato da un'esplicita denuncia.

La prosecuzione è affidata ad una cantilena tanto innocente quanto spinosa (“Bubbles”): successivamente è il turno di “Boom!”, canzone-denuncia contro le guerre nel mondo, che prende ispirazione dalla Marcia Mondiale per la Pace realizzata nel 2003 (con la band presente). Più che una canzone vera e propria (si segnala solo il ritornello energico) è un insieme di agghiaccianti dati della follia umana, recitati in crescendo da Tankian. È stato l'unico singolo estratto dall'album. La quinta canzone, “Nüguns”, presenta al suo interno un assolo strappa applausi, realizzato da Odadjian con l'aiuto della tastiera. Dopo un'arrabbiatissima “American Dream Denial” (un incipit sbilenco, che sfocia in una strofa sussurrata, dal tono propiziatorio, che si conclude in un crescendo di chitarre al tritolo) arriva un pezzo cardine del lavoro, “Mr. Jack”. I toni, da cupi e grevi nell'incipit, si malleano in addolorati e falsamente feriti prima, grazie ad un abile incrocio sonoro di chitarre, in deliranti e furiosi poi, con un epilogo schiumante di rabbia che lascia, inevitabilmente, a bocca aperta (il “fuck you pig” ripetuto ossessivamente ne è un esempio).

Tocca a “I-E-A-I-A-I-O”, un pezzo metal impreziosito da interventi orientaleggianti (anche qui un assolo degno di nota) e scandito, ossessivamente, da un ritmo ipnotico. E se l'intermezzo successivo “36” (ancora una frecciatina alla masterizzazione?) è un concentrato di consapevole pazzia e stupita incredulità, rivisitato in chiave metal, la successiva “Pictures" allenta un po' la tensione: una marcetta distorta con inserimenti occasionali delle chitarre, non del tutto riuscita. E finalmente arriva il momento della “Highway Song”, un pezzo a metà fra la melodia celestiale e l'orgoglio iracondo, fra il cantato angelico e il ruggito demoniaco, con un pizzico di malinconia che si acuisce nel ritornello (con l'inserimento, tra gli altri, di un azzeccatissimo xilofono in mezzo alle chitarre). C'è spazio ancora per l'amarezza sardonica, contro l'amministrazione Bush, della filastrocca di “F*** The System!”: ma l'attenzione, questa volta, è catturata da “Ego Brain”, una sorta di poesia dall'andamento epico e riecheggiante lontananza, con un'apertura ancora una volta agrodolce, ammorbidita solo dalle voci incrociate di Tankian e Malakian. “Thetawaves” risulta essere un ennesimo concentrato di rabbia amara, con un ritornello grondante frustrazione.

E la chiusura è affidata ad un formidabile duo: prima la dolcissima “Roulette”, storia di un amore irraggiungibile lontana anni luce dalle plasticosità del mainstream americano (e per questo così vera ed attuale), affidata ad una chitarra acustica, poi la strepitosa “Streamline”, un vero e proprio mondo parallelo, con tanto di citazione nel testo ai Black Sabbath, aperta da una chitarra strisciante ad alto tasso esplosivo, che si quieta solo durante l'andamento delle strofe, per poi esplodere, rumorosamente, nel ritornello. L'amata appellata in “Roulette” se ne è andata per sempre, e la rabbia diventa presto incontenibile, tale da generare un assolo fra i più belli degli ultimi anni, acuto e lacerante: la chiusura, introdotta da un urlo animalesco, arriva in silenzio, senza troppe pretese, con la convinzione che fu e che non sarà mai più.

Fossero così tutti gli scarti. Ce ne sarebbe da decantare a palate. Una meraviglia per la mente, le orecchie, il cuore: sensazioni che solo certi cd sanno trasmettere, e “Steal This Album!” è fra questi. Imperdibile.

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Voto degli utenti: 6,6/10 in media su 19 voti.

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DonJunio (ha votato 5 questo disco) alle 11:54 del 13 febbraio 2007 ha scritto:

inspiration of a down

a parte highway song si salva ben poco in questo album: troppo ripetitivi, più o meno si può comprare un loro album e sapere già come suona...quella chitarra, quella voce beffarda...valgono solo i primi due album, in particolare il primo

Marco_Biasio, autore, (ha votato 10 questo disco) alle 14:44 del 13 febbraio 2007 ha scritto:

Mi dispiace...

Mi dispiace che non ti piaccia: per me vale moltissimo anche questo. I migliori rimarranno sempre i primi due, l'ho sempre detto... però, secondo me, anche questo non scherza.

Giuseppe Pontoriere alle 14:50 del 13 febbraio 2007 ha scritto:

Speriamo bene...

Lo voglio comprare,convinto che sia bello come gli altri.

Alessandro Pascale (ha votato 7 questo disco) alle 1:17 del 14 febbraio 2007 ha scritto:

Non eccelso ma meritevole

D'altronde è anche vero che il suono SOAD da questo album ha iniziato a stabilizzarsi paurosamente su certi canoni...Ciònonostante trovo però che la qualità sia ancora più che discreta

Neu! (ha votato 5 questo disco) alle 23:03 del 2 novembre 2007 ha scritto:

mediocre

swansong (ha votato 5 questo disco) alle 11:56 del 8 febbraio 2008 ha scritto:

mah...

al di là del valore prettamente musicale del disco in questione (nettamente inferiore ai 2 precedenti), mi hanno notevolmente infastidito per le scelte commerciali successive a Toxicity a partire da questo STA, rappresentato da scarti, uscito a prezzo pieno nelle sembianze di dischetto vergine scritto a mano. Dopodichè, a distanza di pochi mesi l'uno dall'altro, hanno buttato fuori due porcherie come Mezmerize (voto 3 perchè raffrontato al precedente tox) e Hipnotyze (voto 4, perchè peggio di Mez era difficile fare...) che sono un insulto a loro stessi ed al loro passato musicale, ma ancor più ed ancor peggio sono un insulto ed un'offesa ai tutti i fan che li hanno acquistati per ascoltare due dischi contenenti forse solo una manciata di canzoni degne della fama del gruppo, che potevano essere raccolte in un'unica uscita che, comunque, non avrebbe raggiunto e nemmeno sfiorato la qualità assoluta dei primi due lavori...

In conclusiuone un buon gruppo fino a Toxicity(fra l'altro derivativo: i Faith no more le stesse cose le facevano 10 anni prima del loro esordio), che, spinto dal colore verdone dei dollari e rinnegando loro stessi ed i loro attacchi frontali ad una certa concezione dell'industria americana, si sono piegati alle più bieche ed esecrabili ragioni del music business...affari loro per carità, ma non vengano a fare i predicatori da strapazzo...

Cas (ha votato 5 questo disco) alle 0:31 del 15 giugno 2008 ha scritto:

dischetto senza molte pretese...mi pare più un riempitivo che un album vero e proprio. cinque insomma!

TomooTaniguchi (ha votato 7 questo disco) alle 3:18 del 9 dicembre 2009 ha scritto:

Hanno fatto di meglio, ma rimane comunque un disco accettabilissimo. Poi c'è "Roulette"...

Sor90 (ha votato 8 questo disco) alle 19:03 del 4 febbraio 2010 ha scritto:

un mio amico (metallaro ovvio ) mi ha quasi picchiato quando ho detto che preferivo questo all'esordio. Però è cosi: Chic'n'Stu è un estratto di pazzia divertentissimo, Innervision e IEAIAIO sono visioni sciamaniche in salsa metal, ADD è la mia canzone preferita dei SOAD... alla fine secondo me saranno un paio le canzoni superflue...

hiperwlt (ha votato 8 questo disco) alle 19:36 del 4 febbraio 2010 ha scritto:

dai, sor, voletevi bbene tu e il tuo amico, che questi sono allo stesso modo, due dischi pazzeschi ! need, therapy therapy, advertising causes need!

hiperwlt (ha votato 8 questo disco) alle 19:40 del 4 febbraio 2010 ha scritto:

ah, ecco: "ego brain" e "mr jack", secondo me le più riuscite.

Sor90 (ha votato 8 questo disco) alle 19:54 del 4 febbraio 2010 ha scritto:

RE:

tranquillo andiamo ancora d'amore e d'accordo

Mr.Jack è fra i pezzi che nn mi entusiasmano invece...

Ubik (ha votato 9,5 questo disco) alle 13:01 del 28 ottobre 2012 ha scritto:

Disco che dimostra quanto è facile condizionare un prodotto (e gli ascoltatori); comunque parliamo di un qualcosa di grandioso, un disco che possiede gli elementi dei primi due e dei due successivi, dispiace soltanto che verrà sottovalutato e magari considerato un disco minore, se non l'avessero registrato i Soad sarebbe stato il punto più alto del 90% delle band metal che si ascoltano in giro.

Giuliano Frizzo (ha votato 7 questo disco) alle 16:32 del 8 dicembre 2012 ha scritto:

Per me un bel disco. Convincente, forse un paio di canzoni in meno (sinceramente due o tre pezzi sarebbero da bocciare) ma nel complesso un disco che consiglio caldamente anche a chi non si è mai avvicinato al suono di questo gruppo. Oltretutto lo si trova in giro a prezzi veramente bassi, io l'ho preso questa estate pagandolo una manciata di euro, se li merita tutti eccome.