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R Recensione

9/10

Agoraphobic Nosebleed

Altered States Of America

In copertina è reinterpretata, con gusto macabro e fortemente blasfemo, la scena della Natalità di Gesù Cristo. All’interno l’artwork è composto da piccole pastiglie, cucchiaini, siringhe e bustine varie, come in un tributo alla Musa ispiratrice (e chi ha orecchi per intendere, intenda). Il cd stesso non può che essere strambo e particolare: un piccolo disco nero, da tre pollici appena. Niente nomi delle canzoni, niente testi.

Scott Hull (chitarra e basso) e compari (Jay Randall, vocalist, Richard Johnson, chitarra e basso, Carl Schultz, chitarra e basso) pare abbiano davvero deciso di uscire dalla normalità, sforando qualsiasi archetipo di lavoro voi abbiate in mente. L’effetto combinato di alcol e droga deve aver avuto sui quattro effetti devastanti e pericolosamente collaterali, se il frutto degli sforzi è… questo. Il gruppo si era già messo in luce l’anno precedente con quella sottospecie di macigno simil-sonoro veleggiante fra grindcore, thrash metal e noise che era “Frozen Corpse Stuffed With Dope”, capace di contenere trentotto tracce in mezz’ora scarsa. E di ricevere critiche positive ovunque.

Ma questa volta…

Questa volta hanno davvero superato il limite. O esagerato, se vogliamo dirlo in modo esplicito. Dalle loro menti genialmente perverse è uscita fuori un’opera talmente assurda da sbalordire qualunque persona le si avvicini. Se “Frozen Corpse With Stuffen Dope” vi è sembrato un album impossibile, idiota, senza capo né coda e stoicamente impensabile… state alla larga da questo. Perché questa volta non ce n’è proprio per nessuno. Gli Agoraphobic Nosebleed sono riusciti a realizzare l’inimmaginabile: un lavoro di venti minuti rosicati, contenente cento tracce.

Cento tracce o, per meglio dire, cento piccoli samples. Alcuni sono al limite dell’accettabile e, in ogni caso, talmente osceni o assurdi da far rimanere inequivocabilmente perplessi. Alcuni hanno dei brevi testi, contro tutte le scelleratezze che accadono quotidianamente negli “Alterati” Stati Uniti d’America (droga, stupro, omicidio, ma anche fatti di cronaca bianca riletti in chiave sardonica), altri sono invece caratterizzati dalla declamazione, più o meno urlata, più o meno distorta, più o meno grugnita, dei titoli assegnati. Alcuni assomigliano molto vagamente a canzoni, altri sono una serie di incomprensibili ed inconsulti suoni, più o meno udibili. Eppure, grattando sotto questo spesso strato di ipotetica immondizia cerebrale, si viene a scoprire che i Nostri, con tecnica insospettabile, hanno inserito ulteriori particolarità dentro questo cd.

Prima fra tutte, la batteria. Quale batteria? Non c’è. Ed il motivo è facilmente spiegabile ascoltando un loro brano: la velocità dei battiti per secondo è elevatissima, superiore alle capacità tecniche di qualsiasi batterista umano. C’è una drum machine, però: con il quale il gruppo del Massachusetts si diletta a creare drumming fuori dal mondo, violentissimi e soffocanti.

Secondo: il genere in cui vengono inquadrati. Alcuni critici lo definiscono cybergrind: vocalism estremo contrastato da una tonnellata di taglientissimi riff e, come detto prima, dalla drum machine. Con un’arma in più: synth elettronici talmente potenti da distorcere completamente tutta la composizione.

Terzo: l’incredibile – e spesso sottintesa – genialità che pervade tutto questo lavoro. Perché questo album è geniale, in modo malato e autodistruttivo che dir si voglia, e non c’è nulla da dire in contrario. A cominciare da “Wonder Drug Wonderland / Spreading The Dis-Ease”, una doppia traccia (cinquantasei secondi totali, teoricamente divisi in due parti, una da venti e l’altra da trentasei) ascoltabile solo ficcando questo grazioso tre pollici in un lettore, per poi riavvolgere immediatamente all’indietro al risuonare delle dolci note. O ancora lo svisceramento ambiguo della storia della setta terroristica giapponese Aum Shinrikyo in una serie di sei tracce, da quattro secondi l’una, tutte uguali l’una all’altra, con la sola differenza del titolo (“Aum Shinrikyo”, “The Star Of David”, “Shintaro Ishihara And The Rape Of Nanking In World War Two”, per citarne alcune). Ma non è certo finita qui: il viaggio psichedelico di “Guided Tour”, i dodici giorni di sodomia, con tanto di sottotitolo, elencati brutalmente in dodici rispettive canzoni oscillanti fra i quattro e i sei secondi (fra i più folkloristici, ricordiamo “Serpent Of The Gay Pride Rainbow” e “Lamb Of The Rotisserie God”), l’incredibile assolo stile Seventies compreso nei venticinque, furibondi secondi di “Narcoterrorist Megalomaniac”, una brevissima quanto improbabile strumentale (“Scott Hulk On Intramuscular Steroids”).

Eppure, ancora una volta, a fare la differenza sono i campionamenti elettronici. Che spesso si trasformano in qualcosa di più: come in “The Artificial Religious Experience”, una trasposizione in sonoro di sei secondi, tanto spassosa quanto folle, di una scena tratta da un film porno. Ma in quanto a malsanità mentale, c’è da citare anche “Domestic Solution” (come non ridere sentendo quattro secondi di “keep the shit out of you, keep the shit out of you…”, sapendo che poco dopo arriverà una mazzata grind come “Definition Of Death”?) e “Neotropolis Euphoria”, dove voci indistinte di persone sono sottolineate da alcuni accordi orientaleggianti. Ed infine, spazio anche al trittico “Rectal Thermometer”, “Necro-Cannibalistic Tendencies In Young Children” e “Bombs With Butterfly Wings” (che razza di titoli sono?!?), ambientate nell’interno di un aereo in decollo sotto la voce meccanica di una glaciale hostess, oltre alla doverosa menzione dell’unico (e ci credo!) singolo estratto, “Mosquito Holding Human Cattle Prod”, con influenze che rimandano al nu metal degli Slipknot.

Concludendo, certamente un album non per tutti: un vero pugno nello stomaco, durissimo e lancinante, da amare od odiare sin dal primo istante, incondizionatamente. Ma d’altra parte, cosa ci si poteva aspettare da Scott Hull, un uomo estremo fin dalla nascita, che già ci aveva massacrato i timpani con gli Anal Cunt e i Pig Destroyer? Questo. Ed io penso, nel futuro, anche altro.

V Voti

Voto degli utenti: 8/10 in media su 5 voti.
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REBBY 6/10
B-B-B 8,5/10
Lelling 8,5/10

C Commenti

Ci sono 7 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
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Cas alle 9:51 del 12 settembre 2007 ha scritto:

ne colgo la genialità (si tratta di una totale destrutturazione del suono e di uno stravolgimento all'inverso della forma canzone) ma è davvero inascoltabile!!! non sono in grado di dare un voto. comunque davvero complimenti per la difficile recensione, che sicuramente ti ha imposto di ascoltare molto attentamente questo massacra-orecchie.

B-B-B (ha votato 8,5 questo disco) alle 21:39 del 22 maggio 2015 ha scritto:

Disco geniale ma anche un pò troppo esagerato per essere un capolavoro pieno, per me

B-B-B (ha votato 8,5 questo disco) alle 22:31 del 22 maggio 2015 ha scritto:

LOL, mi fa ridere come ogni disco estremo che commento arriva VDGG a mettere 0,5/10

Dr.Paul alle 23:52 del 22 maggio 2015 ha scritto:

hehe prova a farlo tu con quelli che piacciono a lui, sai che pilotto che parte....

Utente non più registrato alle 0:04 del 23 maggio 2015 ha scritto:

Un pò viene da ridere anche a me, lo 0,5 dato ad un disco "estremo" ma per me inascoltabile non ha nulla a che vedere con te...ci mancherebbe...

Bye Bye Bye

B-B-B (ha votato 8,5 questo disco) alle 7:19 del 23 maggio 2015 ha scritto:

Figurati, so che non c'entro niente, sei libero di votare cosa è come vuoi

B-B-B (ha votato 8,5 questo disco) alle 7:20 del 23 maggio 2015 ha scritto:

"Cosa e* come vuoi", scusate