R Recensione

8/10

Dalek

Abandoned Language

Lo si ricorderà forse come una piccola pietra miliare dell’hip hop, questo Abandoned Language del duo di Newark. Paranoico e cupo, sì, brullo ed esacerbato, sì, ma miracolosamente aperto a infinite stranianti suggestioni, poetico e, appunto, linguisticamente devastante.

O meglio, va precisato: i beat scarni e rallentati dilatano gli spazi per il rap social oriented del buon maestro di cerimonia Dalek (“never write my songs for consumers, ironic, cuz' I write my songs for heads with phat laces on their Pumas”, rima rassicurante per i puri) ma il mondo sonoro che gruveggia sottostante si compone in un clima in parte desueto all’iconografia del genere, solleticando il timpano e le sinapsi degli avanguardisti.

Così, se la poesia di fondo quasi rimanda a quel capolavoro intimista che RZA approntò per la colonna sonora del jarmuschianoGhost Dog, il flusso associativo qui conduce addirittura a Cabaret Voltaire, Glenn Branca, Nurse With Wound. Follia? No.

Tutte le 11 tracce (per 63 minuti totali) sono costruite con una sobrietà e un controllo magistrali, e intagliano un ambiente sonoro omogeneo e perfettamente efficace. Pad e archi sintetici, scratch e samples, chitarre e fiati fluttuano plasmati in mezzo ad un magma di noise malato e al tempo stesso morbidamente accogliente. Molta, molta musica, che si muove ipnotica come un mantra e però sa anche accogliere dissonanze corrusche e divagare con dimestichezza sui sentieri dell’atonalità.

Tappa semantica imprescindibile per i cultori del genere, Abandoned Language gode di un talento espressivo universalmente comprensibile ed empatico. Un canto dolente e consapevole dalla agonizzante civiltà urbana occidentale, modulato da artisti superbi.

V Voti

Voto degli utenti: 7,2/10 in media su 9 voti.
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REBBY 6/10
gogol 5/10

C Commenti

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Alessandro Pascale (ha votato 8 questo disco) alle 21:36 del 25 aprile 2007 ha scritto:

Chi ha visto Inland Empire

di Lynch troverà in questo disco sonorità sullo stesso livello vagamente inquietante.

Bel disco cmq in generale. D'accordo con te, Abo

Nadine Otto (ha votato 7 questo disco) alle 16:02 del 26 aprile 2007 ha scritto:

"Lynch"

Alla forte influenza di Lynch il duo stesso ha fatto accenno ironico battezzando il pezzo più cacofonico dal nome del grande maestro: "Lost Highway" e, soprattutto "Mullholland Drive" sembrano però influenze più rilevanti. Bella rece!