R Recensione

6/10

Wu Tang Clan

Return of the Wu

Un nuovo disco del Wu-Tang Clan ?

No ragazzi, andiamoci piano: “Return Of The Wu” è molto più semplicemente una raccolta di quindici tracce che mette in fila b-sides, remix ed alcuni inediti del periodo 2000 / 2008.

Il progetto è stato curato personalmente dal d.j. e produttore Mathematics, collaboratore di lunga data del più importante collettivo hardcore – rap degli ultimi vent’anni.

Costituito all’alba degli anni ’90, il Wu-Tang Clan portò una boccata d’aria rigeneratrice al movimento grazie al proprio disco d’esordio, l’indispensabile “Enter Wu-Tang”, a seguito del quale i nove protagonisti riuscirono a costruirsi delle credibili carriere soliste.

Il collettivo newyorchese ha finora realizzato cinque lavori in studio, l’ultimo dei quali, “8 Diagrams”, risale al 2007.

In questa compilation trovano adeguato spazio tutti i membri del gruppo, compreso Ol’ Dirty Bastard, scomparso il 13 Novembre 2004 a seguito di un’overdose mentre si trovava in studio di registrazione.

Si susseguono a ritmo incalzante le rime sparate a velocità supersonica da Method Man, Raekwon “The Chef”, Ghostface Killah, Masta Killa, U-God, GZA, RZA, Inspectah Deck, e dal già citato O.D.B.

I maniaci completisti non crederanno ai propri occhi, ma i contenuti di questo “Return” sono poco più che rimanenze di magazzino, e si sente.

Mathematics cerca di dare un senso compiuto all’operazione, mixando fra loro le tracce, dando al prodotto finale le sembianze di una selezione come quelle (ben richiamate dai fortunati romanzi di Nick Hornby) che si regalavano una volta agli amici per contribuire a diffondere il verbo delle proprie band preferite.

Il problema fondamentale risiede nel fatto che ascoltando questo disco si riesce a comprendere solo in parte la portata rivoluzionaria che il clan ebbe nel mondo dell’hip-hop alcuni anni fa.

Dovendo segnalare qualche canzone, ci sentiamo di indirizzarci verso quelle tracce dove i rapper cercano contaminazioni con altri generi.

Siano benvenute pertanto le basi funky (con tanto di fiati) che caratterizzano “Steppin 2 Me”, tranquillamente eleggibile come miglior pezzo della selezione, i richiami soul di “Early Grave” e “Real Nillaz”, la simpatica andatura di “All Flowers”, oppure (perché no?) le sdolcinatezze della rap ballad “Strawberries & Cream”, forse un po’ troppo easy, ma utile a rompere i tipici schemi hip-hop che renderebbero altrimenti l’intero disco troppo prevedibile e ripetitivo.

Meno riusciti i ripescaggi che evidenziano esclusivamente i soliti cliché imperniati su pallottole ed insulti gratuiti, o alcune smanie di grandezza, come nel caso del sample simil-Rocky utilizzato per costruirvi sopra “It’s What It Is”.

Questo “Return” va preso per quello che è, un divertente mixtape senza alcuna pretesa di voler riassumere, neppure parzialmente, la storia del clan.

Per le vere emozioni attendiamo il prossimo capitolo, sperando che arrivi, prima o poi.

V Voti

Voto degli utenti: 6/10 in media su 1 voto.
10
9,5
9
8,5
8
7,5
7
6,5
6
5,5
5
4,5
4
3,5
3
2,5
2
1,5
1
0,5

C Commenti

Non c'è ancora nessun commento. Scrivi tu il primo!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.