Oasis
Be Here Now
Non sarebbe carino usare di primo acchito la frase troppo sballo per introdurre il discorso sul disco più delicato nelleconomia della carriera degli Oasis come lo è stato Be Here Now.
Ma se questo serve a rendere lidea dei perché e dei per come, Noel Gallagher e soci (le colpe assieme a lui vanno divise anche tra gli addetti ai lavori che lhanno seguito nella produzione del disco) abbiano malamente dilapidato gli incalcolabili crediti di critica accumulati con la pubblicazione di due tra i 5 dischi Inglesi più importanti degli ultimi 25 anni, allora è bene chiarire questaspetto.
Se il concepimento di Be Here Now fosse stato elaborato da un gruppo di menti più lucide e riflessive (ovvio che la casa discografica gongolava allidea di un altro disco a così breve distanza dallexploit epocale di Knebworth, con i singoli di (Whats the story) Morning Glory? che facevano ancora la parte del leone in radio e sugli scaffali dei distributori) , probabilmente il disco non sarebbe uscito prima del 1998-1999 tesi avvalorata dallo stesso Noel che in interviste successive si malediva per non avere imposto un break dopo il triennio 94-96 ed oggi la discografia degli Oasis conterebbe un LP equilibrato in più e una caduta di stile in meno.
Be Here Now poteva essere lalbum che avrebbe elevato gli Oasis al livello degli U2 soprattutto per quanto riguarda il seguito in America da sempre territorio arido di soddisfazioni per le band anglosassoni, invece esso rappresentò il punto di partenza per quella che da li in poi fu una vera e propria regressione per la band di Manchester: tanto nei contenuti dei dischi successivi quanto nel livello delle esibizioni dal vivo.
I risultati prettamente artistici del disco riflettevano quelle che erano le vite e i ritmi insostenibili cui erano sottoposti gli ex teppistelli di periferia.
Suono duro, sovraprodotto, registrato con tutti gli amplificatori al massimo, appesantito da una scarsa stratificazione delle parti strumentali che infine vengono raccolte in pezzi il cui minutaggio si prolunga inutilmente fino a dare una fastidiosa sensazione di ridondanza.
Be Here Now è proprio questo: unodissea sonora arrogante e pomposa, il delirio di onnipotenza di un gruppo di persone incapaci di gestire il momento di apice della loro popolarità e che probabilmente erano anche molto male consigliate.
Il rammarico per ciò che gli Oasis sarebbero potuti essere senza lincosciente precipitosità con cui hanno dato alle stampe il loro terzo LP è ancora più grande, alla luce delle potenzialità e delloggettiva bellezza di diverse canzoni, nonché dello stato di grazia della voce di Liam Gallagher; non a caso i fans più integralisti della band si sentono molto legati al disco e negli anni successivi hanno sempre invocato a gran voce ma purtroppo invano lesecuzione Live di alcuni estratti dallLP.
DYou Know What I Mean, Stand by me, Dont go away, e All around the world sono singoli di grande impatto e gli ultimi di quelli giudicati realmente immortali fra quelli prodotti dagli Oasis, mentre altre come Be here Now, My Big Mouth e Magic Pie hanno delle interessanti idee di fondo che si perdono nella verbosa dilatazione che incombe sull'intero disco.
Con Be Here Now la parabola artistica di Noel Gallagher divenne nettamente discendente e si sono dovuti attendere gli ultimissimi anni di carriera per rivedere stralci di quel talento che in piena gioventù gli valse vagonate di riconoscimenti e apprezzamenti.
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