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R Recensione

6,5/10

Beady Eye

BE

Ormai siamo abituati alle sparate del buon Liam Gallagher, soprattutto quelle che precedono le uscite discografiche: ogni lavoro sembra sempre debba essere il nuovo “The Dark Side Of The Moon”, ma spesso e volentieri le aspettative vengono ben presto tradite. Parlando di questo secondo lavoro studio, il nostro si è espresso così: “La sensazione è quella di un album davvero speciale. Sai, quando di solito passi attraverso una porta e fai: 'Ehm, non sono proprio sicuro…’, mentre noi la porta l'abbiamo proprio scardinata, c***o".

Sarà così? Sicuramente rispetto al precedente “Different Gear Still, Speeding” ci sono stati alcuni cambiamenti: oltre al cambio di bassista, con l’entrata di Jay Mehler (Kasabian), la notizia più importante è sicuramente quella dell’entrata di Dave Sitek (Tv On The Radio, Yeah Yeah Yeahs) al timone della produzione al posto di Steve Lillywhite.  E probabilmente questo cambio di regia è il seme che ha dato i maggiori frutti dell’album.

Il pezzo iniziale “Flick Of The Fingers” è la traccia più interessante: la voce di Liam (in buona forma, ma aspettiamo di sentire come si comporterà nei live)  è accompagnata da un intrigante tappeto di ottoni e avvolta da un’aura di psichedelia che ritorna anche in “Second Bite Of The Apple”, con architetture sonore più varie e sperimentali. L’impressione che si ha, è quella di assistere al tentativo della band di scrollarsi di dosso i soliti riferimenti musicali ‘60/’70, che tornano invece prepotentemente in pezzi come “Face The Crowd” (Kinks su tutti). “Shine a light” presenta una buona sezione ritmica che termina con una coda poco pretenziosa ma pulita ed essenziale, e assieme alla delicata “Start Anew” rappresenta uno dei momenti migliori del disco. Ovviamente non manca spazio per le ballate, che registrano i punti più bassi dell’album (“Soon Come Tomorrow” e “Don’t Brother me”, dedicata a Noel,  “Soon Come Tomorrow”), assieme a “Iz Rite” che risulta scialba con il suo fragile pop da radio. Il prodotto è rivolto soprattutto ai fan degli Oasis, e resta difficile pensare che il target possa andare oltre. Da premiare sicuramente la voglia del gruppo di provare a creare qualcosa di nuovo rispetto al passato, con alcuni momenti più che apprezzabili e altri meno. Manca il singolo radiofonico come fu “The Roller” due anni fa, ma l’album ne guadagna in compattezza e omogeneità. I limiti sono ancora evidenti, prima di tutto un’evidente vuoto a livello di songwriting, con un Liam che stenta ancora a crescere da quel punto di vista e con un Andy Bell al quale non si può chiedere troppo. Ma soprattutto, a livello musicale resta la certezza che nonostante l'interesse a provare ad intraprendere un nuovo percorso, le sole intenzioni non bastano.

I Beady Eye non hanno di certo scardinato la porta, ma almeno hanno provato a cercare le chiavi.

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Voto degli utenti: 4,9/10 in media su 8 voti.
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C Commenti

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79annarella (ha votato 6,5 questo disco) alle 18:24 del 13 giugno 2013 ha scritto:

ottima recensione, e soprattutto tono molto spiritoso ed accattivante

swansong alle 19:48 del 14 giugno 2013 ha scritto:

Splendida copertina...voto 10!

NathanAdler77 (ha votato 6 questo disco) alle 18:38 del 18 giugno 2013 ha scritto:

Sitek è quasi riuscito nel miracolo, solita pantomima Gallagher tra Beatles e Kinks un po' più ambiziosa negli arrangiamenti ("Soul Love", il finale dream-psych di "Don't Brother Me", "Start Anew", il singolo "Second Bite Of The Apple" che fa il calco brit agli U2 di "Dirty Day"). Poetica la copertina, avrebbe avuto la piena approvazione del gran maestro Serge.