Beady Eye
BE
Ormai siamo abituati alle sparate del buon Liam Gallagher, soprattutto quelle che precedono le uscite discografiche: ogni lavoro sembra sempre debba essere il nuovo The Dark Side Of The Moon, ma spesso e volentieri le aspettative vengono ben presto tradite. Parlando di questo secondo lavoro studio, il nostro si è espresso così: La sensazione è quella di un album davvero speciale. Sai, quando di solito passi attraverso una porta e fai: 'Ehm, non sono proprio sicuro , mentre noi la porta l'abbiamo proprio scardinata, c***o".
Sarà così? Sicuramente rispetto al precedente Different Gear Still, Speeding ci sono stati alcuni cambiamenti: oltre al cambio di bassista, con lentrata di Jay Mehler (Kasabian), la notizia più importante è sicuramente quella dellentrata di Dave Sitek (Tv On The Radio, Yeah Yeah Yeahs) al timone della produzione al posto di Steve Lillywhite. E probabilmente questo cambio di regia è il seme che ha dato i maggiori frutti dellalbum.
Il pezzo iniziale Flick Of The Fingers è la traccia più interessante: la voce di Liam (in buona forma, ma aspettiamo di sentire come si comporterà nei live) è accompagnata da un intrigante tappeto di ottoni e avvolta da unaura di psichedelia che ritorna anche in Second Bite Of The Apple, con architetture sonore più varie e sperimentali. Limpressione che si ha, è quella di assistere al tentativo della band di scrollarsi di dosso i soliti riferimenti musicali 60/70, che tornano invece prepotentemente in pezzi come Face The Crowd (Kinks su tutti). Shine a light presenta una buona sezione ritmica che termina con una coda poco pretenziosa ma pulita ed essenziale, e assieme alla delicata Start Anew rappresenta uno dei momenti migliori del disco. Ovviamente non manca spazio per le ballate, che registrano i punti più bassi dellalbum (Soon Come Tomorrow e Dont Brother me, dedicata a Noel, Soon Come Tomorrow), assieme a Iz Rite che risulta scialba con il suo fragile pop da radio. Il prodotto è rivolto soprattutto ai fan degli Oasis, e resta difficile pensare che il target possa andare oltre. Da premiare sicuramente la voglia del gruppo di provare a creare qualcosa di nuovo rispetto al passato, con alcuni momenti più che apprezzabili e altri meno. Manca il singolo radiofonico come fu The Roller due anni fa, ma lalbum ne guadagna in compattezza e omogeneità. I limiti sono ancora evidenti, prima di tutto unevidente vuoto a livello di songwriting, con un Liam che stenta ancora a crescere da quel punto di vista e con un Andy Bell al quale non si può chiedere troppo. Ma soprattutto, a livello musicale resta la certezza che nonostante l'interesse a provare ad intraprendere un nuovo percorso, le sole intenzioni non bastano.
I Beady Eye non hanno di certo scardinato la porta, ma almeno hanno provato a cercare le chiavi.
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