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R Recensione

7/10

Austra

Olympia

Leggete nome della band e titolo del disco e potreste aspettarvi il lavoro di un compositore mitteleuropeo. No. I canadesi Austra sono sempre loro, quelli di “Feel It Break” (2011), anche se in effetti l’impressione è che con “Olympia” abbiano voluto approfondire l’aspetto colto del loro electro-pop, dandogli poi una spallata dance in più, quasi a controbilanciare. Ne esce un disco molto godibile, pur se privo dei grandi colpi del precedente, come spesso capita ai secondi album.

A detta di Katie Stelmanis “Olympia” è nato da un processo di scrittura più collaborativo rispetto al debutto, tanto che la line-up della band è raddoppiata nel numero, a riprova di un maggiore coinvolgimento degli strumentisti. Il che, in ogni caso, non scalfisce in alcun modo la sua assoluta centralità: o si adora il suo stile di canto operistico, infittito di vibrati e drammatici barocchismi, o negli Austra non si può entrare, tanto più se, come qua, la accompagnano flauti, tromboni, piano e violini.

Non si può entrare negli Austra, direi, se non si accetta una dimensione pop in cui l’arrangiamento, il più delle volte, deborda sulle melodie vocali e ne moltiplica la suggestione per giochi illusionistici e rifrazioni a specchio. Ed ecco l’abbaglio. La finta scenografia, come da copertina. Il vero gesto barocco degli Austra: la meraviglia creata giocando sugli zoom e sulle prospettive, dando sempre l'impressione, a fine numero, di una precisione chirurgica. “Hurt Me Now”, per dire, è una canzone quasi banale a seguire la sola Stelmanis, ma diventa un pezzo d’arte nella sua veste da melodramma synth pop (che prende un po’, persino, a conferma del barocco, dai Queen di “I’m Going Slightly Mad”).

La vera magia, spesso, sta nelle percussioni curate dalla (divina) Maya Postepski, che rende favolosi momenti come “We Become” (apice? anni ’80 e trucchetti tropical: sì, apice) o “Fire”, giocando pure con la marimba, manco fosse nei vecchi The Knife. La magia di riserva, in questo disco, sta nel ricorso a due voci che facciano scendere a tratti la tensione costante della Stelmanis con controcanti più che mai necessari e dagli effetti sempre efficaci (da “Forgive Me” a “Hurt Me Now”). E così, in tutto ciò, gli Austra possono buttare là i pezzi più ballabili del loro repertorio (“Painful Like”, “Forgive Me”), mentre nel frattempo si atteggiano epicamente (“Reconcile”, con tromboni), con incipit solenni che solo poi sfociano in operette electro-pop (“Home”).

Insomma, conferma. Basta capire e accettare, fino a godersi, l’artificio.

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Voto degli utenti: 7,4/10 in media su 15 voti.
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mavri 7/10
Gio Crown 7,5/10
4AS 7,5/10
zagor 6/10
REBBY 6/10
hiperwlt 6,5/10

C Commenti

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Franz Bungaro (ha votato 8 questo disco) alle 9:31 del 25 giugno 2013 ha scritto:

Sono d'accordo su tutto, un pò meno sul giudizio, per me più entusiasta. La mia personale idea, dopo abbondanti ascolti,come pure sottolineato da Target, è che si sia alzato il livello medio di un maggior numero di tracce rispetto al totale senza riuscire a beccare una o due hit incredibili come accadde con Lose it e soprattutto con Beat and the Pulse. Solo che in Feal it break finivo quasi sempre per ascoltare quelle due tracce, poi il resto non mi entusiasmava effettivamente più di tanto. Qui la nuova freschezza e la cura di tutti i brani mi porta spesso ad ascoltare tutto, perchè fatto bene. Buona (pure) la seconda.

forever007 (ha votato 10 questo disco) alle 10:47 del 25 giugno 2013 ha scritto:

Forse il mio commento sarà quello di un eccitato\drogato amante degli Austra, ma a me questo Cd piace un sacco, ci sono entrato totalmente! Sono anche d'accordo con la recensione: sicuramente non c'è quella traccia che predomina rispetto alle altre, forse solo Home (secondo me) che però perde di incisività per la tripla ripetizione del ritornello identico ogni volta. Ma sono tutte tracce egualmente godibili, con testi ermetici, che divengono piccole perle grazie alla voce magnifica della Stelmanis (che o piace alla follia o risulta odiosa). Proprio per questo per elencare le canzoni migliori rivedreste di nuovo tutta la tracklist xD quindi preferisco dire che ho ascoltato di più Hurt me now (tipo 20 volte). Feel it break era tutta un'altra storia, c'erano tracce molto più forti al primo ascolto che però divenivano ripetitive col tempo, mi dispiace solo che in questo manchi una canzone come era The Beast..una delle loro migliori canzoni a mio avviso.

benoitbrisefer (ha votato 7,5 questo disco) alle 17:48 del 25 giugno 2013 ha scritto:

Disco che ha bisogno di ascolto attento, ma che conquista passo dopo passo. Assolutamente d'accordo con Franz sulla maggiore godibilità complessiva rispetto al primo, più incentrato sui due pezzoni che spiccavano sul resto. Per ora una delle uscite più convincenti di questo inizio estate

TexasGin_82 alle 15:07 del 27 giugno 2013 ha scritto:

molto bello, molto piacevole. sì la più riuscita è We Become anche secondo me.

hiperwlt (ha votato 6,5 questo disco) alle 16:56 del 29 giugno 2013 ha scritto:

i primi ascolti sembrano suggerire una più complessa scrittura synth pop, la quale non viene accompagnata dallo stesso (parecchio alto) tasso di compattezza riscontrabile in "feel it break" (8 o qualcosa di più all'uscita; qualche piccolo cedimento più pronunciato, qua e là, col tempo). non sono presenti (personalmente: non sento un aumento della qualità dei singoli brani, a dire il vero) quei due o tre episodi in grado di elevarlo di netto sopra la media, al pari dell'esordio: nell'economia e per longevità del disco, qualcosa che potrebbe pesare molto.

però, cose buone, anche ottime, ci sono: "home", "hurt me now", "forgive me" e la stessa "we become", che Targ (splendida analisi) indica come apice. per conto mio, dico la coda di "what we done?": davvero esaltante. ripasso a breve

salvatore alle 20:02 del 29 giugno 2013 ha scritto:

Del tutto in linea con la rece di Francesco e con il commento di Mauro (anche io considero, al momento, "What we done?" vetta dell'album: e la coda che arriva dopo i sussurri dell'inizio è sublime. Tutto quel gonfiarsi per poi esplodere mi prende molto e la melodia è riuscitissima). Passo indietro (piccolo eh, non parlo di involuzione) perché mancano quei brani che sull'esordio ti facevano venire la pelle d'oca (nei commenti precedenti sono stati citati tutti tranne "Spellwork" che secondo me oltre che essere il capolavoro del disco era anche uno dei brani più belli ed esaltanti del 201, tutto). Ripasso anche io per il voto (indeciso tra un 7 e un 7,5, ma più propenso per il secondo, in virtù della voce e dell'espressività della Postepski che è la marcia in più del gruppo)...

salvatore alle 14:16 del 30 giugno 2013 ha scritto:

Rettifico: "...in virtù della voce e dell'espressività di Katie Stelmanis che è la marcia in più del gruppo)...

I nomi non sono il mio forte...

Gio Crown (ha votato 7,5 questo disco) alle 13:05 del primo luglio 2013 ha scritto:

"l’aspetto colto del loro electro-pop, dandogli poi una spallata dance in più, quasi a controbilanciare". Cito il recensore perchè secondo me queste poche parole inquadrano bene questo album. Mi piace questo gelido cantato della Stelmanis, dalle note cristalline che si stagliano nitide sulla raffinata orchestrazione di ogni pezzo, sia esso essenziale negli strumenti come Home o Fire sia esso arricchito da effetti speciali come What we done o Sleep e le sue glocken spiel (spero di aver azzeccato lo strumento!). Sono così perfetti e impeccabili che è difficile scegliere un pezzo e definirlo meglio degli altri. Indicherei Sleep per l'ipnotico giro di accordi sottostante gli altri strumenti che sostiene la voce solista. Non parlerei però di pezzi ballabili...penso che per essere tali i pezzi indicati dal recensore avrebbero bisogno di un pesante remissaggio che ne rovinerebbero la rarefatta bellezza. Concordo sui cori che hanno stemperato un po' la tensione della voce solista che tuttavia mantiene il suo ruolo di portatore della melodia. Conosco poco i precedenti degli Austra ( e mi riprometto di approfondirli) ma trovo questo veramente uno splendido lavoro. E, cosa veramente notevole, non vi sono scadimenti o ripetitività, ogni brano pur appartenendo alla stessa vena ispirativa è un opera originale e a se stante.

salvatore alle 22:32 del 19 luglio 2013 ha scritto:

forever007 (ha votato 10 questo disco) alle 10:22 del 20 luglio 2013 ha scritto:

Bellissimo

REBBY (ha votato 6 questo disco) alle 11:01 del 16 ottobre 2013 ha scritto:

Un album più vario musicalmente e meno "scolastico" rispetto al precedente. Anche se è vero però, come colto da tutti gli intervenuti (recensore in primis), che in Feel it break c'erano 3 o 4 brani che brillavano particolarmente. Qui mi sembra siamo su territori più simili all'ultimo Bat for lashes (elettronica bacchica eheh). Forgive. Me è la mia hit.

Cas alle 12:10 del 20 luglio 2014 ha scritto:

Sentita live ieri sera al "A Night Like This Festival" di Chiaverano. Proprio talentuosa, non c'è che dire: canta splendidamente e, assieme al gruppo, crea un'efficace atmosfera danzereccia. Dovrò ascoltarmi bene gli album a questo punto

Giuseppe Ienopoli (ha votato 8,5 questo disco) alle 19:36 del 20 luglio 2014 ha scritto:

Il disco giusto al momento opportuno ... for me! ... scoperta piacevolissima e love al primo ascolto, il cuore batte in sintonia con le percussioni che dettano la direzione di marcia e la diversità delle atmosfere sempre delicate ... come un foulard di seta alla brezza serotina di scogliera ...

... illuminanti le note recensivive ... Target riuscirebbe a "vendere" un ghiacciolo anche al polo nord!!

N.B. ... il voto è volutamente soggettivo e ricambia la gratificazione per aver acceso un pomeriggio spento ...