R Recensione

6/10

Elektrodomus

Cupio Dissolvi

Gli Elektrodomus, duo formato dai polistrumentisti Elisabetta Napoli e Fabio Sgaravato, impregnano il loro esordio, Cupio Dissolvi, di intelligenti e variegate trovate elettroniche, rendendo proprio l’elettronica l’unica variabile indipendente del disco, attorno a cui girano le più svariate influenze. Un disco breve, eclettico e frammentario, magari incompleto, magari acerbo, ma sicuramente attraente. Cupio Dissolvi è (permettetemi questa abusata metafora) pregiato materiale grezzo che ogni scultore sonoro vorrebbe nella sua bottega per realizzare il proprio capolavoro.Perché le intuizioni e le potenzialità non mancano.

E dire che il disco non si apre certo nel migliore dei modi, con la zoppicante Temporality, dall’ incedere futuribile e robotico che nulla aggiunge in termini di stile e originalità alla già sovrabbondante produzione techno/electroclash. Poi, la smentita: capita così di ascoltare suoni sintetici ovattati e atmosferici (la strumentale 2 cappuccino please), oppure persino sognanti, magari però sciupati un po’ da qualche fruscio o da qualche (delicato) rumorismo in salsa electro-shoegaze, tanto dar far venire in mente gli M83 (Fireboxes), o si dilettano in dissacranti esperimenti di coabitazione fra cantautorato italiano ed elettronica d’avanguardia (Sudden history), o fra quest’ultima e il pop/rock in senso lato (la radiohead-iana Repaint che vanta un cristallino ritornello memorabile,  ma anche la cover dei CCCP Annarella, resa come sorta di anomala folktronica all’italiana). Il tutto sospeso magicamente fra tradizione classica e postmodernità, fra chitarre, tastiere, violini e synths.

È un disco che lascia molte strade aperte, dalla techno al synth pop; ma se le felici intuizioni di talune composizioni (Fireboxes, Might have been su tutte) fossero in futuro valorizzate, si potrebbero aprire nuovi, accattivanti scenari: dall’ambient, al Gooom sound, fino addirittura ad un allineamento alla nascente scena glo-fi (valgano a tal proposito le somiglianze in alcune liquide armonie dreamy sospese nel barato fra passato e futuro).

Oppure molto più semplicemente, continueranno a lavorare liberamente per realizzare il loro progetto, dare alla luce “the strangest sounds you’ ve ever heard”, come recita il retro della copertina.   

URL Myspace: www.myspace.com/elektrodomus   

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