V Video

R Recensione

7,5/10

Kedr Livanskiy

January Sun

Parlare della nascita di un nuovo genere è sempre ardito, almeno fintantoché una grande rivista online (Pitchfork) o un grande critico (Reynolds) non ne riconoscono i segni, condividendo poi (e, a loro modo, imponendo) etichette, classificazioni e, nel migliore dei casi, riflessioni degne di questo nome. Dunque non mi arrischio a farlo, ma mi limito a scrivere queste righe come tentativo di esplorazione e ipotesi di indagine, prendendo come pretesto un (lungo) Ep di una giovane musicista russa, Kedr Livanskiy (née Yana Kedrina).

I sei pezzi che lo formano, affiancati da due versioni riviste dell’incipitaria “Razrushitelniy Krug (Destructive Cycle)”, si muovono in uno spazio che non è quello glo-fi, ma che in qualche modo da lì sembra prendere spunto: una voce a bassa fedeltà e non a fuoco si muove su un’elettronica retromaniaca, riplasmata su qualche scarto primi anni ’90 (dunque, rispetto all’ondata chillwave, si è leggermente mossa in avanti la macchina del tempo) la cui aura è ricostruita su sintetizzatori d’epoca. Kedr Livanskiy, alle spalle esperienze in band punk e sludge metal, è nata proprio nel 1990, post-muro, sostanzialmente post-URSS, sicché si capisce come il suo immaginario sia quello euro-dance di metà decennio, slabbrato e sbrodolato in lunghe jam ad alto tasso melodico e assieme ipnotico (dice, in un’intervista: «The EP is a mix of my teenage years watching MTV»: e guardare MTV era, allora, un discreto intontimento).

Ecco, rispetto ai movimenti underground di 6-7 anni fa, mi pare che questo (e questa generazione successiva rispetto ai Palomo e ai Bundick) abbia la necessità di minutaggi più dilatati: prima si costruisce una base che stordisca nel suo loop avvolgente, e poi ci si gioca sopra con la voce, quasi improvvisando, o, almeno, dando a chi ascolta questa sensazione, per un effetto da elettronica progressiva, però pop: fortissima preminenza ce l’hanno le tastiere, spesso aeree e spaziose come da riferimenti nineties, mentre la patina lo-fi, indispensabile effetto simulatore del passato irrecuperabile (ma anche no: la musica serve proprio a tentare di riportarlo a galla), è soprattutto applicata alla voce – così nell’eccellente “Razrushitelniy Krug (Destructive Cycle)”, o “Sgoraet (Burning Down)”, nella quale si entra attraverso un tunnel di textures che riproduce quei giochi ottici di intubamento così frequenti nei videoclip metà ’90, mentre la Livanskiy ci ricama qualcosa tra gli Snap e un canto popolare kirghiso.

Ma sono anche i beat, spesso minimali e davvero frusti, a dare un’aria da grigia dismissione sovietica, come da copertina, così aumentando il grado di malinconia (“January Sun”), per colonne sonore da parchi giochi della provincia russa sotto cieli piatti e biaccosi (la primavera di “April” non porta certamente rinascita alcuna, semmai la seppellisce).

A me l’ep piace molto, e ha ricordato (a cominciare dalla tastiera di “Winds of May” o dalle riprese drum’n’bass in “Otvechai Za Slova (Keeo Your World)”) gli esperimenti di Teresa Winter in “Oh Tina My Tina” (2015: sottovalutato), a proposito della quale avevo fatto il nome di Maria Minerva (forse la capostipite di questa nuova corrente tutta femminile); tanto che, giusto per allargare un po’ la costellazione, il nuovo disco di Scraps (“TTNIK”) si inserisce perfettamente nel solco, con pezzi come questo (ma ancor più la spettacolare "Harlequin", tra le canzoni dell'anno).

Il disco di Kedr Livanskiy, in parte anticipato su Bandcamp nel 2015, è stato pubblicato quest’anno su vinile dalla 2MR di Mike Simonetti (anche Italians Do It Better, espertissimo di rétro) e Mike Sniper (anche Captured Tracks: stesso discorso). Ecco la generazione '90.

V Voti

Voto degli utenti: 7,5/10 in media su 2 voti.
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hiperwlt 7,5/10

C Commenti

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AndreaKant (ha votato 7,5 questo disco) alle 20:28 del 13 dicembre 2016 ha scritto:

Grazie di cuore, Francesco, per tutte le perle che mi hai fatto scoprire in questi anni. Con te si va sempre a colpo sicuro! Questo delizioso ep non è da meno. "sgoraet" apice!

target, autore, alle 21:52 del 13 dicembre 2016 ha scritto:

Grazie a te per continuare a passare da queste parti anche in tempi di magra!

AndreaKant (ha votato 7,5 questo disco) alle 2:37 del 8 ottobre 2017 ha scritto:

Francesco, pensieri sul disco d'esordio? Per ora lo sento leggermente inferiore all'ep. Siamo sul 6,5/7 insomma. Ulteriori ascolti mi diranno se è solo l'effetto sorpresa che è andato o se siamo effettivamente sotto. Momenti migliori: Sunrise Stop, Your name, Za oknom vesna e anche la bonus track non è male.

target, autore, alle 9:53 del 8 ottobre 2017 ha scritto:

D'accordo con te, anche sui nomi delle tracce migliori. Più 6.5 che 7. Mi sembra un po' più spento rispetto al debutto; più grigio, anche. Più in linea con la copertina qua sopra. Potrebbe aver già finito le idee. Speriamo di no.

AndreaKant (ha votato 7,5 questo disco) alle 13:46 del 8 ottobre 2017 ha scritto:

Quel mezzo punto in più magari glielo lascio per il suo particolare fascino e bella presenza, mi faccio corrompere da solo

target, autore, alle 13:58 del 8 ottobre 2017 ha scritto:

Da questo punto di vista ultimamente sto cedendo piuttosto a Carla dal Forno, che peraltro ha sfornato un gran bell'ep!

AndreaKant (ha votato 7,5 questo disco) alle 14:54 del 8 ottobre 2017 ha scritto:

bello si! Sporco e notturno, ci piace. Per il giudizio estetico aspetto il live