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7/10

Maria Antonietta

Maria Antonietta

Quando ero adolescente, la mia cantante rock preferita era Carmen Consoli. Erano gli anni in cui consumavo il cd di “Confusa e Felice”, uno dei dischi più belli che abbia mai ascoltato. Ma non perché fosse un disco suonato magistralmente o registrato in modo eccellente. Mi colpiva la semplicità, il suo modo di essere diretto, sincero. Il 2012 che oramai si è aperto porta alla scoperta a livello nazionale, di una nuova cantante rock di nome Letizia Cesarini alias Maria Antonietta. Questa piccola e minuta ragazza proveniente da Pesaro arriva all'inizio di questo anno alla pubblicazione del suo secondo disco (il primo in lingua italiana), intitolato come il suo nome d'arte. Una scelta azzeccata, quella di cantare nella lingua nostrana. Un modo in più per arrivare direttamente ai suoi ascoltatori e al pubblico che aveva già apprezzato il suo debutto “Marie Antoinette wants to suck your young blood” autoprodotto nel 2010. Adesso però i giochi sono leggermente cambiati, innanzitutto perché in questo nuovo lavoro c'è la direzione artistica di Dario Brunori (Brunori Sas) e anche per il fatto che la riot-girl marchigiana canti proprio in lingua italiana.

Maria Antonietta” è un disco forte, da un'anima punk, dai testi sinceri e veraci. Forse perché Letizia parla di se, ma allo stesso tempo racconta uno spaccato delle ventenni italiane. Parla di feste, alcol, di ragazzi amati ai tempi del liceo (titolo perfetto per una canzone), di aspirine, di sesso e di donne ribelli. Non avrà la stessa delicatezza e licenza poetica della cantattessa, ma dispone di una personalità decisa e di una dolcezza nascosta tra le distorsioni della sua Fender. Perché la sua musica non è femminista, ma femminile. I 12 brani che compongono questo disco si fanno ascoltare con piacere, a discapito delle critiche feroci per il suo modo di cantare (che qualcuno/a può trovare irritante).

Questa E' La Mia Festa apre il disco nel modo più dolce e fragile, tra la sua chitarra acustica ed un violino a fare tappeto, tra parole malinconiche che sembrano svestirla ("la felicità è una cosa troppo seria e io non posso più accettare tutto quanto come facevo un tempo quando bluffavo meglio"). Delle note di basso aprono Con Gli Occhiali Da Sole, tra sonorità che sembrano riecheggiare quei vecchi pezzi estivi anni'70, tra tastiere,clap e chitarre distorte. Molto più malinconico è l'approccio di Estate'93, un pezzo introverso nei modi. Quanto Eri Bello, primo singolo estratto, porta una ventata di ritmo irresistibile. Un brano perfetto da ascoltare in radio. Ideale per raccontare nel modo più semplice e diretto il sesso e l'amore di una ventenne. Altro bel brano è Saliva, dai toni nostalgici e autocritici, con una rabbia che cresce giro dopo giro. Maria Maddalena è una delle icone di Letizia citate in questa disco. Un brano ruvido, solo chitarra e voce, ed un ritmo nevrotico. Santa Caterina accende gli amplificatori del disco, con un sound molto vicino alle Hole, tra parole di isterismo femminile ("lo sai come ci si sente avere vent’anni non avere mai imparato niente lo sai come ci si sente che promettevi troppe cose e io non meritavo niente"). Stasera Ho Da Fare, accompagnata dal solo tamburello, racconta le debolezze sentimentali, mentre nella successiva Stanca Maria Antonietta urla tutta la sua rabbia attraverso 4 semplice parole (io sono cosi stanca), su un punk violentissimo. Altro brano in stile Hole è la successiva Motel, tra chitarre grunge ed un finale intenso. Tu Sei La Verità ci riporta Maria Antonietta a chitarre punkeggianti e voci distorte. Il finale di Alla felicità e ai locali punk, chiude nel modo più delizioso questo brevissimo viaggio di 27 minuti.

Non voglio paragonare la ragazza di Pesaro alla oramai famosa e matura Carmen Consoli. Però quando penso al successivo “Mediamente Isterica”, album della maturità per la cantautrice catanese, ci sento qualcosa che in fondo ha influenzato anche Maria Antonietta. Adesso le canzoni della Consoli hanno perso quella freschezza e quell'impatto rock che mi aveva fatto apprezzare in modo sfegatato qualsiasi cosa lei cantasse. Per fortuna i nuovi tempi generano sempre personaggi freschi e quello di Maria Antonietta potrà colmare quel vuoto che la cantante non riesce più ad esprimere attraverso la sua musica e saziare così il mio spirito giovanile.

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C Commenti

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fgodzilla (ha votato 4 questo disco) alle 14:25 del 15 marzo 2012 ha scritto:

l'artista piu sporavvalutata della storia

di sicuro una gran gnocca

overwulva alle 1:21 del 4 maggio 2012 ha scritto:

Ciao, io penso che in quest'album ci sia un'idea della sofferenza un po' troppo patinata e romanzata per i miei gusti. Per quanto riguarda la musica invece, non mi fa impazzire, si sente che è un album scritto di getto e potrebbe anche andare bene così. L'unico momento in cui mi piace, in cui, la trovo veramente sincera è quando in "Questa è la mia festa" dice che le è tutto indifferente. Per il resto, l'immaginario fa molto cliché da "Ragazza interrotta".

Memory717 (ha votato 7,5 questo disco) alle 15:18 del 2 gennaio 2013 ha scritto:

Maria Antonietta è la Courtney Love italiana: ha un potenziale innegabile e spero tanto di sentir parlare a lungo di lei.

Jacopo Santoro (ha votato 6,5 questo disco) alle 18:12 del primo agosto 2013 ha scritto:

E' la versione hipster di Cristina Donà.

Mi fa lo stesso effetto di Lana Del Rey: non vorrei ammettere che mi piaciucchia, ma in fondo è così...

Da poco è uscito un suo nuovo singolo, "Animali".

Ivor the engine driver alle 13:34 del 2 agosto 2013 ha scritto:

Uno dei motivi per cui mi vergogno di essere marchigiano. E pulitevi gli occhiali, è na cozzetta, alta un metro e venti tra l'altro.

overwulva alle 15:42 del 2 agosto 2013 ha scritto:

Sì, ora "gran gnocca" mi pare un po' eccessivo, si vede abbastanza che è tutto merito di "trucco-foto-photoshop", le gran gnocche sono altre, Cat Power è una gran gnocca. Musicalmente parlando, visto che Maria Antonietta non ambisce ad essere la nuova "velina" (o forse sì?) è roba per gente senza pretese, non mi innervosisce quanto "Lo Stato Sociale" che sono praticamente vergognosi, però ci si avvicina abbastanza.