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R Recensione

7/10

Miami Horror

Illumination

Quattro anni per scriverlo, dieci mesi per registrarlo: il debutto degli australiani Miami Horror è il prodotto di un tour de force insolito nel panorama mordi-e-fuggi dell’elettronica (e della musica) odierna, tanto più se si tiene conto che dietro, in questo caso, spingeva (ma evidentemente non troppo) una major. Il punto è che Ben Plant, anima dei Miami Horror e mente unica dell’eccellente Ep “Bravado” (2008), è un testardo perfezionista, tanto da chiamare attorno a sé una band vera e propria per dare più pienezza a un disco che sarebbe dovuto essere quello della vita.

Ed è un disco della vita: fantastico, ma smagliato dalle fascinazioni diverse e dagli stimoli sonori persino contrastanti che hanno segnato il panorama electro-pop degli ultimi anni. E allora l’amore dichiarato per il french touch convive con l’infatuazione glo-fi (tre brani sono composti con Alan Palomo, aka Neon Indian e Vega), tocchi vintage di synth in aria di Moroder con ammicchi indie-cool ai Phoenix e ai crossover anni 00, retrofuturismo disco-pop con epici trionfi dance-y 'so nineties'.

Sotto, una scrittura pop da far invidia ai conterranei Cut Copy, certamente presenti, con i New Order sullo sfondo, nell’irresistibile “Sometimes”. La prima metà del disco, in particolare, non sbaglia un colpo, in un turbinio di melodie killer e ritmi scuoti-chiappe che travolge, ma non senza una patina nostalgica: l’omaggio chillwave di “Infinite Canyons” (presente “Mind, Drips” da “Psychic Chasms”?) fa capire come lo scatenamento dei Miami Horror nasconda spesso un animo tormentato e pensoso, vedi i ricami notturni e la chitarra acustica che scandiscono “Moon Theory” – roba che si potrebbe ascoltare all’infinito – o il riff circolare e l’atmosfera da fine estate di “Summersun”.

Paradossalmente è proprio l’ultra-nostalgico e schivo Palomo che spinge sul pedale dell’euforia, come nella sbrilluccicosa disco-new pop ’80 di “Holidays” (m-e-r-a-v-i-g-l-i-a), o nello space-pop corale di “Ultraviolet”. Se poi a queste esuberanze si aggiungono il disco-funk di “I Look To You” (Daft Punk + Justice) o il tripudio à la Pet Shop Boys periodo-“Very” di “Grand Illusion”, si capisce che le gamme ‘emotive’ di questo “Illumination” sono piuttosto disorientanti. Ce n’è per tutti, insomma: ci sta pure che una folker svedese (MAI) canti con accento stile Fever Ray la robotica french house di “Echoplex”, o che il beat lasci spazio a una fisicissima batteria sferzante (“Soft Light”).

Ecco, spazio per troppo, forse: la genesi travagliata del disco sembra inficiarne qua e là certi tentati connubi, quasi che Plant avesse voluto tributare troppi amori. Al di là dell’apertura glo-fi totalmente incongrua (segno, però, che il micro-genere è ormai uscito dall’underground per diventare stimolo e ‘maniera’ anche a livelli mainstream), ci sono altre divagazioni (la dance progressiva di “Illuminated”) che appaiono fuori fuoco. Difficile, comunque, non trovare qualcosa di cui innamorarsi. E non pensare che se tutto ciò che arriva dalle alte sfere del pop da classifica fosse di questo livello, sarebbe una goduria folle.

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Voto degli utenti: 7,2/10 in media su 19 voti.

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TheManMachine (ha votato 7 questo disco) alle 18:01 del 26 agosto 2010 ha scritto:

Molto carino. Mi viene in mente che Oracular Spectacular mi aveva fatto pressapoco lo stesso effetto, stessa freschezza nella tracce, stesso teenage appeal, e pensavo fosse un dischello effimero che dopo pochi ascolti sarebbe finito in fondo ad un cassetto, invece ogni tanto lo rispolvero, mi fa piacere riascoltarlo, di tanto in tanto. Chissà se con questi nuovi Miami Horror accadrà lo stesso... Ma intanto mi sta piacendo. Simpaticissimo il video di Sometimes. Sempre ottime le tue rece Francesco, bravo!

Dr.Paul (ha votato 8 questo disco) alle 21:25 del 13 settembre 2010 ha scritto:

accipicchia che bel dischetto, qui si balla col basso degli Chic...a me anche questi sembrano figliocci di M83 e cut copy! peccato per le due tracce sbiadite citate da targ nella puntuale recensione! bello bello, da festa!

hiperwlt (ha votato 8 questo disco) alle 21:36 del 13 settembre 2010 ha scritto:

ci sono passato sopra solo un paio di volte e mi è parso interessante (sarà che amo molto "in ghosts colours" dei cut copy...). e poi, come rimanere neutri con un pezzo come "sometimes"?

synth_charmer (ha votato 8 questo disco) alle 9:51 del 22 settembre 2010 ha scritto:

ma che gran figata! Schizza al primo posto della mia personale classifica glo-fi, e ne incarna alla perfezione il carattere: campionamento nostalgico del miglior pop preso dai propri ricordi, rivisitandolo però con una energia attualissima, senza suonare come qualcosa di "vecchio" (cosa che invece mi succede con l'ultimo Ariel Pink). E per di più si balla!! potrebbe anche essere il mio disco pop dell'anno (deve ancora mettere al tappeto l'altro pretendente, i Groove Armada, e potrebbe riuscirci)

synth_charmer (ha votato 8 questo disco) alle 14:12 del 26 settembre 2010 ha scritto:

no no, qui ci voleva almeno mezza stelletta in più altro che Memory Tapes!

Dr.Paul (ha votato 8 questo disco) alle 22:08 del 14 novembre 2010 ha scritto:

................................... non ho niente da dire, volevo solo portare a galla questo disco, dai una chance anche tu ai miami horror! nessuna pietra miliare, solo un capolavoro da weekend!

hiperwlt (ha votato 8 questo disco) alle 19:23 del 16 settembre 2011 ha scritto:

che pezzo "moon theory" (sì, all'infinito)! ma anche "ultraviolet" (palomo davvero centrale, sia qui, che altrove nel disco), "sometimes", "summersun" - Fra, nella parte centrale, i mansun che si danno all'electro pop? . e "holidays", certo. insomma, discone

target, autore, alle 11:55 del 17 settembre 2011 ha scritto:

Ahah, è vero, a metà di "Summersun" c'è un passaggio che sa di Mansun (anche per la voce, oltre che per l'acidità della chitarra)! E il disco, sì, era da 8; è una cosa che Paul e Carlo non mi hanno ancora perdonato ) Rimane un mistero come ogni scorreggia dei Cut Copy venga riverberata a livello planetario mentre questi ce li siamo cagati solo noi. Forse proprio perché sono usciti per Emi e Virgin?

Filippo Maradei (ha votato 8 questo disco) alle 13:10 del 17 settembre 2011 ha scritto:

Eh sì, ripreso in mano anch'io dopo tempo: regge benissimo l'annetto trascorso, si trascina dietro discoteche sulla spiaggia, falò selvaggi, full moon party thailandesi (che pezzo "Moon Theory"!!!), frescura settembrina, il technicolor dei Cut Copy e tanta, taaaaanta voglia di ballare. Come si fa a stare fermi?! Persino in macchina mi scateno con gli amici! Mano sul voltante, s'intende...

Filippo Maradei (ha votato 8 questo disco) alle 13:11 del 17 settembre 2011 ha scritto:

... che si chiama volante*, ma vabbè!