V Video

R Recensione

6/10

Ford & Lopatin

Channel Pressure

Quelli che "la passione per gli '80 mi ha sfinito", ma non hanno ancora deciso con cosa sostituirla. Quelli che "sarebbe anche ora di uscir fuori da questa cameretta in penombra, spegnere quel videogame e tornare a vedere il sole", e quelli che ribattono "dici bene, fratello, dammi solo un attimo che arrivo al savepoint". Quelli che la notte han le palpebre pesanti come macigni, ma il circolo vizioso è in pieno atto e da quello schermo non riescono proprio a staccarsi. Con l'entusiasmo dei primi tempi (leggi Bravado o Life Of Leisure) che ha ceduto il passo all'apatia inarresa (Underneath The Pine, ecco), ma che in ogni caso non vuol saperne di mollare.

Joel Ford dei Tiger City e Daniel Lopatin mente hypno di Oneohtrix Point Never approcciano la materia glo-fi dal 2010, sotto il nome Games, e i loro primi 7'' Everything Is Working e Heartlands non lasciavano intendere una particolare presa di posizione di fronte alla tendenza corrente. Le prime avvisaglie di un nuovo volto glo arrivano invece col That We Can Play EP, e questo Channel Pressure serve sostanzialmente a confermarne l'indirizzo: abbandonata quella low-fidelity che faceva troppo di nicchia, lo sfogo nostalgico si riversa ora interamente su quei synth che per ogni trentenne che si rispetti sono il simbolo della fase adolescenziale e del rispolvero storico.

Com'era prevedibile, il nuovo protagonismo dei sintetizzatori si porta dietro l'ennesimo sguardo rivolto al pop: Emergency Room, che comunque non si è ancora schiodata dal lettino, e Joey Rogers, col suo irrinunciabile falsetto, corrono con rinnovato vigore su quel filo scoperto che oggi difficilmente entusiasma. A dire il vero nemmeno il resto dell'album strappa salti di gioia, ma almeno si riscopre una certa affabilità d'ascolto nelle calure estive annoiate di The Voices o nei rallentamenti fusion di New Planet. Rimane però il fatto che se anche l'intenzione era compiere un passo avanti rispetto alla fase chillwave, l'effetto somiglia più ad un balzo all'indietro verso il giochetto revivalistico. Da prendere come testimonianza del fermento glo odierno, con la consapevolezza però che uno come Com Truise queste stesse carte sa giocarsele meglio. Tutta questione di spirito giovane?

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Voto degli utenti: 6/10 in media su 3 voti.
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C Commenti

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crisas (ha votato 7 questo disco) alle 0:31 del 23 giugno 2011 ha scritto:

Niente male !

Un album vintage '80 fresco ed estivo.

Dr.Paul alle 9:45 del 23 giugno 2011 ha scritto:

ahah simpatici! da mare!! ma qui di glo c'è poco/niente o sbaglio?

synth_charmer, autore, alle 10:01 del 23 giugno 2011 ha scritto:

RE:

come dicevamo nel forum paul, lo spirito glo rimane il filo conduttore ma è venuta meno la bassa fedeltà in favore dei synth comunque è vero che sto disco è estivissimo, Emergency Room è nella mia summer compilation (tra un po' arriva eh..)

crisas (ha votato 7 questo disco) alle 11:17 del 23 giugno 2011 ha scritto:

La bassa fedeltà ha stancato,dai,pochissimi musicisti ne hanno fatto un buon uso.

Recentemente il lavoro che ha saputo unire discretamente synth e bassa fedeltà è quello dei Games.