Washed Out
Within And Without
"Gotta get up / gotta get away" sospirava la prima sveglia mattutina di "Life of Leisure", esordio in EP di Washed Out; un'illuminazione, prima ancora che un ordine, radiosa scoperta di quell'universo estivo oltre le lenzuola. Ma il letto, si sa, è sempre pronto a tradirti. E quindi nessuna emersione stavolta, bandito ogni granello di sabbia: sarà l'estate degli occhi chiusi e della braccia sotto il cuscino. Prima di un lento accasciamento, magari pure in gentil compagnia, c'è però il tempo per alcuni beat scoordinati e qualche trombetta sintetizzata in sottofondo di apparecchiare almeno il ricordo di quella festa balneare ora ristretta alla camera da letto, ma assaporata ancora con la felice malinconia di "Eyes Be Closed".
Eppure è tutto un inganno – il primo di due peraltro – perché a questa dolce nostaglia risponde subito, e con precisa alternanza, la fiacchezza molle della voce bassissima di Greene unita per contrappasso all'insistenza grave dei battiti in "Echoes"; poi ancora la spensierata gaiezza giovanile di "Amor Fati", e quindi di nuovo campanelli in evanescenza per la de(e)pressione in fondo al mare, ovattata e ridondante sul finire, di "Soft". Malinconia felice, malinconia triste, dicevamo appunto.
E qui, quasi a metà dell'album, una bella linea di confine col passato inizia ad essere tracciata. Separato dalle coloratissime movenze italo-disco di "Life of Leisure" e di tanti altri dischi della corrente, il caro glo-fi di "quel futuro che oggi è passato" cambia adesso veste per indossare una nuova maschera pop; più vicino quindi ai Miami Horror dell'anno scorso (ma più moscio) per inclinazione dream e al primo Toro Y Moi, quello di "Causers of This", magari senza discoteca ma con una luna di contatto notturno tra i due che all'ultimo "Player Piano" di Memory Tapes, ormai vagabondo in territori psichedelici. A ben vedere, però, questo "Within And Without" è altra cosa ancora, impregnato com'è degli odori della notte, cupo assortimento di fragranze gelsomine e armonie nichiliste.
E' infatti un continuo lavoro di negazione e sottrazione a muovere l'intero album, tutto ritmiche ultra-rallentate e voce stanca (la melodia al crepuscolo di "Within And Without", la splendida low-ballad "A Dedication", quasi una novità del genere per uso del pianoforte), laddove "Life of Leisure" faceva invece delle progressioni algebriche trasognate di synth la sua arma bianca. E poi i gioielli, tre piccoli capolavori lanciati nel mezzo del cammin che squarciano l'aria e incantano il cuore: dal dream-pop dolcissimo per voce, aggraziato da spire circolari di violini (altra novità) di "Far Away" al downtempo cortese di "You And I", reso magico dal tocco femminile di passaggio per voce in sovrapposizione, incrociando tutt'a un tratto l'inaspettata e contagiosa allegrezza di "Before" (titolo azzeccato, rimando mentale all'happy being sad che fu).
Un ritorno sugli scudi, dunque, sicura conferma di capacità e idee anche se per strade nuove e inesplorate. Non una rivoluzione completa, ma la volontà di rimanere dentro e fuori dal genere iniziando davvero a cambiare posizione; chi sopra, chi sotto.
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