Il Fratello
Il Fratello
Ecco che spuntano nuovi Colapesce da ogni angolo. Questo staranno pensando i soliti stronzetti sputa-sentenze, ma questa volta hanno torto marcio. Innanzitutto perchè al massimo potrebbero sostenere che è lo stesso Colapesce a spuntare ovunque, e sempre con risultati ottimi, sia in veste di autore che di arrangiatore e produttore. In secondo luogo, nel caso specifico il rapporto tra Il Fratello e Colapesce non è nè emulativo né ispirativo (e nemmeno parentale come alcuni hanno erroneamente osservato): Andrea Romano è infatti il compare storico di Lorenzo Urciullo-Colapesce, nei Tunafishbanda, negli Albanopower, in mille altri progetti e contemporaneamente ne Il Fratello, un progetto nato e sospeso più volte negli anni che vede la luce solo ora, grazie alla collaborazione di una lunga lista di fratelli come Toti Valente, Francesco Cantone (Twig Infection) e Cesare Basile.
Il risultato è grosso modo quello che avrete già immaginato, ma è costruito con la serenità e la consapevolezza di chi non dimentica le esperienze passate e ne rispetta gli insegnamenti. C'è ovviamente il riferimento a Colapesce, nelle melodie sussurrate e nelle aperture degli arrangiamenti, ma c'è anche personalità a quintali, nella scelta delle pause (Il Giudizio Universale), nei testi (Il rumore che la Luna fa è un bozzetto poetico sublime), nel rapporto con gli illustri colleghi (Colapesce nella splendida Cos'è che il mio mondo non ha, Cesare Basile in E' vero che per te) e nel tenere lontani paragoni che potrebbero suscitare qualche imbarazzo (Tiromancino per fortuna è lontano, ma a qualcuno potrebbe venire in mente).
Un disco che sembra nascere da un senso di amicizia (o meglio, di fratellanza) profondo, un sentimento semplice e delicato che ha fatto sì che questo pugno di canzoni non restassero chiuse nel cassetto dove riposavano da troppo tempo.
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