R Recensione

7/10

These New Puritans

Hidden

I These New Puritans calano la maschera e mostrano la vera identità: non discotecati raffinati ma intellettuali musicisti, che partendo da stimoli di diversa provenienza (il variegato panorama rock-wave, ritmi e strumentazioni elettroniche e danzerecce, conoscenza approfondita di musiche nere moderne come l’hip hop e sensibilità classiche colte di inizio ‘900) cercano di creare una piccola summa musicale in grado di contenere l’incontenibile.

L’incontro tra musica classica e rock non è una novità, anzi può essere retrodatato tranquillamente ai tardi anni ’60, con la nascita di gruppi come i Procol Harum e l’avvio del filone progressive. Più o meno stesso discorso si può fare riguardo all’incontro tra classica ed elettronica, la quale trova le prime realizzazioni in tempi in cui il rock era ancora in culla (le sperimentazioni maggiori iniziano negli anni ’50 con Varèse e Stockhausen).

Che però si cerchi di combinare tutto ciò con umori post-punk/new wave e ritmiche-vocals barcollanti tra hip-hop e trip-hop è cosa quantomeno ambiziosa e originale. E se mi permettete, un poco frastornante e sorprendente, perché Hidden è un disco che pone non pochi problemi al sottoscritto. Un po’ perché ci si aspettava completamente altro dai These New Puritans (ossia brani più ballabili ed energici come Elvis e Numberology), un po’ perché per descriverne tutte le sfumature serve davvero una conoscenza a 360° della musica.

Per dire, si passa dalle aperture sinfoniche alla Atom Heart Mother di Time Xone alle chiusure alla Stravinsky di 5, passando per brani indefinibili come We want war, dove dalla partenza hip-hop strumentale alla Dalek, si passa a linee acido-tribali in cui sembrano saltare fuori gli sballati Liars: ne viene fuori un brano ormai talmente compassato e distante dal post-punk che sembrerebbe più opportuna una definizione stile “alt-folk gotico dalla raffinata produzione elettronica”. Voi capite quanto sia difficile quindi per il sottoscritto scrivere una recensione su un simile taglio.

Dovrei continuare dicendo che Orion pare un progressive sinfonico adattato alla nevrosi industrial-wave del math-rock. Oppure puntare tutto sulla permanenza di un modello di base post-punk, sia esso più “tradizionale” e in linea con la produzione più intellettualoide dei Klaxons (la Attack music dalla ritmica nevrotica e asfissiante schiacciata tra linee industriali geometriche), sia esso più vicino allo stile degli ultimi Liars, scommettendo tutto sull’incrocio tra beat e formule math-wave.

In mezzo intermezzi sinfonici (Canticle) e composizioni più ariose e svagate (Hologram) a disorientare ulteriormente, seguendo brani hip-hop in salsa beat-wave come Three thousand, dove si ha la sensazione che tutto sia così terribilmente quadrato e geometrico, così studiato e freddo, da far pensare che invece di Graham Sutton (Bark Psychosis, Boymerang) alla co-produzione del disco abbiano partecipato in blocco i Wire o i Kraftwerk.

Il brano più esemplificativo di come i These New Puritans sembrino intendere la musica classica (nonché uno dei pezzi più interessanti e accattivanti) è però Drum Courts – Where corals lie, dove l’originale composizione di Edward Elgar (Where Corals Lie) viene sconvolta da una ritmica tribale e ossessiva affiancata da un uso dell’elettronica di matrice industrial-wave. Un risultato che per certi versi sembra un incrocio tra le recenti ricerche sonore dei Portishead e dei Battles.

Come anticipato all’inizio è difficile cercare di fornire un giudizio estetico e affettivo riguardo a Hidden. Che si tratti di un disco difficile che richiede tempo per essere assorbito non c’è dubbio. Che si tratti di una cosa completamente diversa da Beat Pyramid nemmeno, nonostante vi fossero nell’esordio alcune premesse qui ampiamente sviluppate. Hidden sembra a dir la verità un disco più importante che gradevole. Confesserò infatti che qualche piccola scarica elettrica più immediata alla Elvis non sarebbe stata sgradita, anzi. È probabile però che col tempo sia il disco che il gruppo siano destinati ad un giudizio di valore sempre maggiore. E comunque chi se l’aspettava?

Myspace - http://www.myspace.com/thesenewpuritans Sito - http://www.thesenewpuritans.com/ Video:  We Want War - http://www.youtube.com/watch?v=GIfKqgWPVvk Attack Music - http://www.youtube.com/watch?v=AWoQf7-AZ7k

V Voti

Voto degli utenti: 7,2/10 in media su 26 voti.

C Commenti

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target (ha votato 7 questo disco) alle 15:10 del 26 gennaio 2010 ha scritto:

I These New Puritans continuano a interessarmi senza piacermi. E' un meccanismo bizzarro. Ho il loro debutto, sono andato a vederli live (almeno per "Elvis" ne valeva la pena: il resto del concerto, circa mezz'ora, fu un cesso), mi sono subito ascoltato questo "Hidden", eppure continua ad esserci qualcosa che non mi torna. La novità più evidente di questo disco è la scomparsa delle chitarre: tutto si gioca nei cozzi tra le basi e gli elementi classici, ma senza sfociare nell'avanguardia, restando sempre nei limiti di un pop 'ricostruito' con un collage a tinte noir. Vedi "Hologram", che prende la prima parte dal trip-hop visivo dei primi Portishead (il suono e il movimento del piano richiamano, secondo me, in modo evidente quelli di "To kill a dead man") e la seconda, addirittura, dal 'classical-pop' degli ultimi Sparks (davvero molto vicini, tra campanelli e fagotti). E poi ci sono molti anni novanta ("Fire-power" = "Firestarter"), persino il piglio dark di certa dance ("Orion"), a cui si tolgono i beat per intarsi di batteria furiosi (senz'altro il punto di forza del disco, vd. "Drum courts"), o un misto di Aaliyah e Thom Yorke solista ("White chords"). Il tutto da leggere in una chiave epico-gotica, e qui sta la continuità con "Beat pyramid" (un certo medievalismo esoterico c'è pure qui, soprattutto in quell'effetto di spada sguainata che si sente sia in "We want war" che in "Attack music", ma anche nell'epicità dei cori). Il complesso è una sorta di 'fantasy-hop'. Roba nuova. Interessante. Ma difficile da amare. Soprattutto se, come me, si odiano i nerd e tolkien. Almeno questo disco, però, è completo, non come l'altro che era in realtà un ep travestito da lp e riempito di cagatine. Bravo ale. Voto boh.

Alessandro Pascale, autore, alle 15:17 del 26 gennaio 2010 ha scritto:

"Roba nuova. Interessante. Ma difficile da amare."

è esattamente quello che provo per questo disco In effetti mi sono pure trovato in imbarazzo nel momento in cui dovevo scegliere il voto. 7 mi è sembrato il giudizio più equilibrato per i motivi sopraesposti anche da te. Bof

target (ha votato 7 questo disco) alle 15:42 del 26 gennaio 2010 ha scritto:

Ma sì, hai fatto bene, per me. Il voto, alla fine, serve come indicazione di massima a chi legge. Il 6 indica qualcosa di mediano e come indistinto dalla massa dei dischi, e certamente non è caratteristica di "Hidden"... Resta, a prescindere dal giudizio finale, un lavoro da ascoltare.

fabfabfab alle 17:16 del 26 gennaio 2010 ha scritto:

A me il disco non dispiace, però me pare che questi ce stanno a pijà per culo ...

Alessandro Pascale, autore, alle 17:18 del 26 gennaio 2010 ha scritto:

ma si può dire culo su storiadellamusica?

fabfabfab alle 17:40 del 26 gennaio 2010 ha scritto:

RE:

Ah non sò ... chiediamo...

bargeld (ha votato 8 questo disco) alle 19:33 del 26 gennaio 2010 ha scritto:

RE: RE:

per me no... dove c'è talento il culo è questione secondaria... ))

però anche a me il disco piace ("piace" e "non dispiace" sono sinonimi?), ma non saprei votarlo al momento. ci vedremo più avanti.

Marco_Biasio (ha votato 7 questo disco) alle 15:33 del 30 gennaio 2010 ha scritto:

Sono solo al terzo ascolto, quindi aspetto per votare. Posso dire che mi piace parecchio, ma che si sente lontano un miglio che è una gigantesca presa per il culo. Vedremo.

dengia (ha votato 1 questo disco) alle 10:53 del primo febbraio 2010 ha scritto:

che cretinata

disco orrendo inascoltabile, soldi buttati

target (ha votato 7 questo disco) alle 22:40 del primo febbraio 2010 ha scritto:

Massì, eccheccazzo: disco tremendamente estetico. Messo in posa come un samurai. Continua a non piacermi, ma a interessarmi. Ogni ascolto di più.

Marco_Biasio (ha votato 7 questo disco) alle 22:52 del primo febbraio 2010 ha scritto:

A me, invece, piace. Primo punto strano. Piace, e anche molto. A tratti moltissimo. Messo a confronto con "Beat Pyramid" (che, riascoltato ieri, arriva a stento al 5, quando in origine avevo mollato addirittura un 6) viene esaltato a dovere. Tutt'altra band, questo è poco ma sicuro. Ma piace come quattro anni fa mi era piaciuto il disco dei Lansing-Dreiden (te li ricordi, Francesco?): misterioso, pieno di roba, avvolto da un buon hype e graziato da un'estetica che chiaramente, allora come qui, giocava a favore. Sono bastati cinque mesi per far scendere quell'8 in un 4: tolta la superficie, mi è rimasto tra le mani un disco pasticcione, pretenzioso per nulla, confusionario ed a tratti imbarazzante nella maldestra sovrapposizione di generi. Qui ho come un'impressione simile, punto strano numero due. Eppure mi pare che tutto funzioni, e bene: gli inserti di fiati, i mantra math-disco ("Orion"), la batteria che spinge oltre il limite ("Drum Courts - When Corals Lie"), le odi apocalittiche ("We Want War") e i legami col passato, tipo le salsine mediorientali di "Three Thousand" (una "Sword Of Truth" cattiva), l'ipnosi di "Attack Music" e il rave ossessivo di "Fire Power" con ingresso, in punta di piedi, del tema di "Time Xone" (qui sì che ci sono le chitarre, Fra!). Messa così, considerando anche lo stato di grazia di alcuni perfetti brani pop, come "Hologram" e "5", di pezzi grattuggiati alla "Elvis" io non sento proprio la mancanza. Punto strano numero tre. Eppure ci vado cauto, perchè non vorrei rimanere fregato una seconda volta, ed esaltare ciò che fra qualche mese non ascolterò più manco sotto tortura. Per ora rimane forte l'effetto sorpresa e, dopo un po' di ascolti, il piacere puro e semplice. Se col tempo durerà... ancora non lo so. Per ora scalo di un voto verso il basso.

target (ha votato 7 questo disco) alle 23:09 del primo febbraio 2010 ha scritto:

E poi non dire che non te l'avevo detto (che ti sarebbe piaciuto!). Non è così strano, dai... Ricordo, sì, i Lansing Dreiden: in effetti, deboli.

loson (ha votato 8 questo disco) alle 18:47 del 3 febbraio 2010 ha scritto:

Davvero complesso, devo ancora raccapezzarmici del tutto... C'è qualche brano che non funziona granchè, ma nel complesso la sensazione è quella di trovarsi di fronte a qualcosa di molto "potente". Per adesso mi basta lodare il quartetto (e il produttore, ehm...) per come sono riusciti a far coesistere geometrismi tribal-dance e fanfare di ottoni/clarinetti a metà strada fra Dead Can Dance e Philip Glass...O_O

Ah, "We Want War" è in effetti uno degli anti-singoli dell'anno, ancora una volta tanto di cappello.

hisnameisalive (ha votato 9 questo disco) alle 12:49 del 4 febbraio 2010 ha scritto:

Qui dentro c'è davvero tutto, dall'hip hop underground più livido alla techno cantata più sporca e "rock", la classica contemporanea, certo, ma anche un'alternativa matura alla nu rave, un'incursione nelle tenebrose voragini del dub step, una degenerazione mutata del grime. E molto altro ancora. Non si può dire che trovino sempre l'equilibrio perfetto, ma il fatto che l'impasto tenga ha già del miracoloso. Una straordinaria istantanea di dove ci si può spingere in questo annus domini 2010. Sulfureo.

loson (ha votato 8 questo disco) alle 12:58 del 4 febbraio 2010 ha scritto:

RE:

"un'incursione nelle tenebrose voragini del dub step, una degenerazione mutata del grime" ---> Ecco, questo mi sembra l'abbiano notato in pochi. E'impossibile non sentirci lo strisciare "bulboso" di un Kevin Martin, o la visione allucinata del dancehall che sta proponendo Neil Landstrumm. Il bello è che tutte queste infuenze giacciono sottopelle, come avvolte in un sudario gothic/avantgarde/parapimparapam di straripante originalità. Davvero, andando avanti con gli ascolti "Hidden" si fà sempre più "potente". O_O

TexasGin_82 (ha votato 6 questo disco) alle 17:47 del 4 febbraio 2010 ha scritto:

Roba nuova?

Qualcuno ha scritto "roba nuova", riferendosi a questo album, che secondo me è come non dire niente. Io invece lo trovo complessivamente noioso, almeno a un secondo ascolto. L'unica canzone che mi piace è "attack music". Comunque ognuno è ovviamente libero di esprimere qualsiasi opinione. Ma in questo caso la definizione di "roba nuova" per quest'album è un po' una cacata fuori dal vasino, dai. Con tutto il rispetto.

target (ha votato 7 questo disco) alle 21:24 del 5 febbraio 2010 ha scritto:

Beh, permettimi: una "roba nuova" (cioè originale, che per me non vuol dire molto ma di certo più di niente) può essere anche noiosa. Se a te il disco non piace (neanche a me, peraltro), pazienza, ma mi sembra difficilmente smentibile che suoni come poche altre cose sentite prima.

TexasGin_82 (ha votato 6 questo disco) alle 21:52 del 6 febbraio 2010 ha scritto:

Perdonatemi se ho urtato qualcuno, ma la mia voleva essere solo una provocazione, non un commento di grande spessore cuturale. Si fa per divertirsi, o no? Comunque mi è difficile rispondere alla tua domanda rubens, io in giro non vedo molta innovazione. Però nel panorama italiano mi è piaciuto moltissimo l'ultimo degli Uochi Toki, basi molto belle fatte di suoni originali, unite a testi di spessore e diversi dalle solite tematiche del genere. Anche se il modo di cantare, purtroppo, è quello più tipico dei rapper.

fabfabfab alle 19:12 del 7 febbraio 2010 ha scritto:

RE:

No problem Texas

Orchidea alle 11:38 del 11 febbraio 2010 ha scritto:

commento a caldo dopo il primo ascolto...

Allora un disco dalle ritmiche viscerali. Si parte con violenza da We want war per poi atterrare su soffici nuvole in 5. Decisamente mi piace.

La butto li un po' così: Possibile vederci un Patrick Wolf nelle dinamiche del disco? Ascoltandolo mi è venuto in mente lui.

synth_charmer (ha votato 8 questo disco) alle 19:40 del 15 febbraio 2010 ha scritto:

Convincente!

Trascinato da un singolo riuscitissimo, è un album pieno di innovazione ed energia. Suoni moderni e trascinanti. Stiamo tanto a lamentarci che non si ascolta più niente di nuovo, e poi lasciamo passare quasi inosservati un ottimo esempio di evoluzione del suono. E nel frattempo, stiamo ancora a lodare la sagra del già sentito di Four Tet mannaggia

gull (ha votato 7 questo disco) alle 12:04 del 18 febbraio 2010 ha scritto:

RE: Convincente!

Concordo!

REBBY (ha votato 8 questo disco) alle 8:25 del 18 febbraio 2010 ha scritto:

Anche con me sta "crescendo con gli ascolti". Sul

voto non saprei: uguale, di più, di meno (difficile), mah! Ma per quanto riguarda la rece

sono proprio d'accordo. In particolare per me non vi sono dubbi che si tratti di un prodotto

originale (e di essere originali un pochino lo

avevano già dimostrato) e che sia sorprendente la

svolta rispetto all'album precedente (a questo

punto me ne aspetto un'altra per il prossimo

album, ma non corriamo... ). Una cosa però mi

piacerebbe sapere, così per curiosità, chi ha

scritto ed arrangiato le musiche e che strumenti

suonano in questo disco (evidentemente pieno di

collaboratori esterni: corni,fagotti,archi, ecc)

i membri effettivi della band? Se Peasy od un

altro è in grado di rispondere lo ringrazio

anticipatamente.

loson (ha votato 8 questo disco) alle 18:41 del 19 febbraio 2010 ha scritto:

E votiamolo, và... Non so ancora se 7.5 o 8, ma le 4 stelle intanto ci stanno tutte. Disco che si candida prepotentemente fra i caposaldi del 2010, e ho detto tutto.

target (ha votato 7 questo disco) alle 15:15 del 22 febbraio 2010 ha scritto:

pitchfork vs. sdm

"While Hidden's risktaking and relentless focus are easy to admire, they're harder to love". Eheheh: evidentemente non siamo gli unici, Ale, a pensarla così! Rebby, qui trovi tutti i credits del disco: http://www.discogs.com/These-New-Puritans-Hidden/release/2126629

Alessandro Pascale, autore, alle 15:37 del 22 febbraio 2010 ha scritto:

chiederò il copyright a quei copioni di pichtfork

REBBY (ha votato 8 questo disco) alle 16:58 del 22 febbraio 2010 ha scritto:

Sono impressionato dai credits (a proposito è

sparita la fanciulla!) e soprattutto dal fatto

che il Barnett (non batterista) abbia scritto

tutto lui. Certo si è fatto aiutare in fase di

arrangiamento, ma insomma. Sembran ragazzi che

hanno voglia di proggredire e "osare", non la

solita band che una volta "indovinata" la

formula si adagian sugli allori. E intanto il disco cresce: siamo già a 8,1 Los eheh.

loson (ha votato 8 questo disco) alle 18:25 del 22 febbraio 2010 ha scritto:

RE:

"E intanto il disco cresce: siamo già a 8,1 Los eheh." ---> Simpaticone... ;DD No dai, un 8 ci sta tutto. Capolavoro, pochi cazzi.

synth_charmer (ha votato 8 questo disco) alle 17:06 del 22 febbraio 2010 ha scritto:

Anche per me sono stati un colpo di fulmine: non solo ho comprato il disco, ma sto pensando seriamente di vederli dal vivo, faranno due date a Roma e Milano insieme a The xx

target (ha votato 7 questo disco) alle 17:19 del 22 febbraio 2010 ha scritto:

Gli xx hanno tirato pacco perché è morto il padre della cantante, o qualcosa di simile. Io i These New Puritans, come ho detto sotto, li ho visti live due anni fa. Purtroppo mancava un membro, che era occupato in qualche evento di moda, quindi il concerto fu brevissimo e nel complesso paccoso, anche se si vedeva che avevano buoni colpi (altra magagna: il cantante, facendo "elvis", non osava toccare le note alte, sicché nel ritornello serpentesco schiacciava tutto, anche la parte che fa "and if there is a god"). Purtroppo queste sono magagne che si scoprono dal vivo, mentre su disco sono ben mascherate. In effetti vederli live quest'anno sarebbe un bel banco di prova per scoprire se ci sono o ci fanno.

bargeld (ha votato 8 questo disco) alle 20:47 del 22 febbraio 2010 ha scritto:

Ce l'ho in rotazione, avrei scommesso che tu Ale ci saresti impazzito dietro quest'album! Per ora so che mi piace molto, ripasserò a votare, non vorrei essere troppo (o troppo poco) di manica larga.

rael (ha votato 5 questo disco) alle 11:33 del 26 febbraio 2010 ha scritto:

contorto e noiosetto_'

drug me (ha votato 8 questo disco) alle 23:08 del 5 marzo 2010 ha scritto:

Questo è un grande disco. Difficile, denso, stordisce e non dà riferimenti. Per me sinora il più bello di quest'anno.

synth_charmer (ha votato 8 questo disco) alle 17:18 del 29 aprile 2010 ha scritto:

che peccato, questo disco è finito nel dimenticatoio per me rimane una delle pochissime uscite che lasceranno il segno quest'anno, e credo che sarà ancora più apprezzato negli anni a venire. Il mio voto arriva a sfiorare il 9, adesso.

bargeld (ha votato 8 questo disco) alle 19:09 del 29 aprile 2010 ha scritto:

Oh no Carlo, continuo anch'io ad ascoltarlo e adorarlo, credo di averlo ascoltato un centinaio di volte e ancora ogni volta mi sembra di captare una nuova frequenza... ma di frequenze ne capisci più tu di me, beh comunque 8 pieno, senza dubbio.

synth_charmer (ha votato 8 questo disco) alle 20:28 del 29 aprile 2010 ha scritto:

sai quanto l'ho odiato il concetto di frequenza all'università? sai quante bestemmie?

bargeld (ha votato 8 questo disco) alle 20:30 del 29 aprile 2010 ha scritto:

RE: sai quanto l'ho odiato il concetto di frequenza all'università? sai quante bestemmie?

a chi lo dici.

Cas (ha votato 8 questo disco) alle 15:08 del 12 agosto 2010 ha scritto:

un disco da battaglia...solenne, marziale, incredibilmente cupo. una molla tesa che trova nel non scattare (quasi) mai il suo punto di forza.

ottima maturazione dopo il mediocre Beat Pyramid (in cui già però erano presenti i germi di questa straniante creatura)

Filippo Maradei (ha votato 8 questo disco) alle 23:04 del 14 agosto 2010 ha scritto:

Quoto in toto il Cas. Otto pieno per me!

TexasGin_82 (ha votato 6 questo disco) alle 10:18 del 23 agosto 2010 ha scritto:

Rivalutato

Bel disco, lo ascolto spesso. Purtroppo di primo impulso gli avevo dato un 6, ora gli darei almeno un punto in più.