These New Puritans
Hidden
I These New Puritans calano la maschera e mostrano la vera identità: non discotecati raffinati ma intellettuali musicisti, che partendo da stimoli di diversa provenienza (il variegato panorama rock-wave, ritmi e strumentazioni elettroniche e danzerecce, conoscenza approfondita di musiche nere moderne come l’hip hop e sensibilità classiche colte di inizio ‘900) cercano di creare una piccola summa musicale in grado di contenere l’incontenibile.
L’incontro tra musica classica e rock non è una novità, anzi può essere retrodatato tranquillamente ai tardi anni ’60, con la nascita di gruppi come i Procol Harum e l’avvio del filone progressive. Più o meno stesso discorso si può fare riguardo all’incontro tra classica ed elettronica, la quale trova le prime realizzazioni in tempi in cui il rock era ancora in culla (le sperimentazioni maggiori iniziano negli anni ’50 con Varèse e Stockhausen).
Che però si cerchi di combinare tutto ciò con umori post-punk/new wave e ritmiche-vocals barcollanti tra hip-hop e trip-hop è cosa quantomeno ambiziosa e originale. E se mi permettete, un poco frastornante e sorprendente, perché Hidden è un disco che pone non pochi problemi al sottoscritto. Un po’ perché ci si aspettava completamente altro dai These New Puritans (ossia brani più ballabili ed energici come Elvis e Numberology), un po’ perché per descriverne tutte le sfumature serve davvero una conoscenza a 360° della musica.
Per dire, si passa dalle aperture sinfoniche alla Atom Heart Mother di Time Xone alle chiusure alla Stravinsky di 5, passando per brani indefinibili come We want war, dove dalla partenza hip-hop strumentale alla Dalek, si passa a linee acido-tribali in cui sembrano saltare fuori gli sballati Liars: ne viene fuori un brano ormai talmente compassato e distante dal post-punk che sembrerebbe più opportuna una definizione stile “alt-folk gotico dalla raffinata produzione elettronica”. Voi capite quanto sia difficile quindi per il sottoscritto scrivere una recensione su un simile taglio.
Dovrei continuare dicendo che Orion pare un progressive sinfonico adattato alla nevrosi industrial-wave del math-rock. Oppure puntare tutto sulla permanenza di un modello di base post-punk, sia esso più “tradizionale” e in linea con la produzione più intellettualoide dei Klaxons (la Attack music dalla ritmica nevrotica e asfissiante schiacciata tra linee industriali geometriche), sia esso più vicino allo stile degli ultimi Liars, scommettendo tutto sull’incrocio tra beat e formule math-wave.
In mezzo intermezzi sinfonici (Canticle) e composizioni più ariose e svagate (Hologram) a disorientare ulteriormente, seguendo brani hip-hop in salsa beat-wave come Three thousand, dove si ha la sensazione che tutto sia così terribilmente quadrato e geometrico, così studiato e freddo, da far pensare che invece di Graham Sutton (Bark Psychosis, Boymerang) alla co-produzione del disco abbiano partecipato in blocco i Wire o i Kraftwerk.
Il brano più esemplificativo di come i These New Puritans sembrino intendere la musica classica (nonché uno dei pezzi più interessanti e accattivanti) è però Drum Courts – Where corals lie, dove l’originale composizione di Edward Elgar (Where Corals Lie) viene sconvolta da una ritmica tribale e ossessiva affiancata da un uso dell’elettronica di matrice industrial-wave. Un risultato che per certi versi sembra un incrocio tra le recenti ricerche sonore dei Portishead e dei Battles.
Come anticipato all’inizio è difficile cercare di fornire un giudizio estetico e affettivo riguardo a Hidden. Che si tratti di un disco difficile che richiede tempo per essere assorbito non c’è dubbio. Che si tratti di una cosa completamente diversa da Beat Pyramid nemmeno, nonostante vi fossero nell’esordio alcune premesse qui ampiamente sviluppate. Hidden sembra a dir la verità un disco più importante che gradevole. Confesserò infatti che qualche piccola scarica elettrica più immediata alla Elvis non sarebbe stata sgradita, anzi. È probabile però che col tempo sia il disco che il gruppo siano destinati ad un giudizio di valore sempre maggiore. E comunque chi se l’aspettava?
Myspace - http://www.myspace.com/thesenewpuritans Sito - http://www.thesenewpuritans.com/ Video: We Want War - http://www.youtube.com/watch?v=GIfKqgWPVvk Attack Music - http://www.youtube.com/watch?v=AWoQf7-AZ7k
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