V Video

R Recensione

7/10

Egokid

Ecce Homo

Unire la dolcezza del pop più melodico (a volte perfino zuccheroso) alla cattiveria di testi ironici e urticanti: questo il proposito della coppia Diego Palazzo (voce, chitarre, piano e molto altro) e Piergiorgio Pardo (voce, organo, mellotron), il cui nuovo quarto cd Ecce Homo ha portato agli Egokid non solo ottime critiche, ma anche il successo radiofonico del nuovo singolo Come un eroe della Marvel un brano lento che nasconde una splendida canzone d’amore, con un testo dove, con dei giochi di parole belli e originali, emerge l’amore per il mondo dei fumetti.

 

Ma è nell’apreture del disco che i due Egokid si giocano le carte vincenti: due brani potenti, che dicono già tutto delle intenzioni della band. La prima, L’uomo qualunque è una ballata pop mid tempo, una canzone allegra con testo serio in cui si parla di crisi economica, di questione mediorientale, di immigrazione (l’Africa lontana è vicina in metropolitana), di perbenismi e falsi moralismi (credo nella chiesa che mi salva l’anima, non abbiamo i soldi per comprare la coca, fare la bella vita, perciò tiriamo una riga, e cancelliamo la Storia, che non ci darà soldi).

 

Il brano seguente, Credo, picchia ancora di più: scandito su un ritmo pop anni ‘60, è il Credo di Diego Palazzo (io credo nella Trinità, Ragione Cuore e Volontà) contro un certo cattolicesimo più vicino al potere che alla fede (espliciti i riferimenti a Comunione e Liberazione e al Meeting di Rimini dell’organizzazione cattolica) e contro pregiudizi e fanatismi.

 

Due canzoni che sono davvero due piccoli capolavori. Ma nel disco c’è spazio anche per temi più leggeri, anche se sempre trattati in maniera profonda e comunque originale, come Sirene, un lento con un intro piano e voce, molto cantautorale, ma immaginatela cantata da Mina e si trasforma in un piccolo gioiello, oppure la battistiana Non mi hai fatto male, un’altra ballata lenta con al centro l’amore, con una musica splendida che cresce e si apre nel finale, che non starebbe male nel canzoniere di Patty Pravo.

 

Dimostrano anche una notevole dose di coraggio i due Egokid, quando decidono di proporre Ragazze + ragazzi, la loro versione in italiano del successo dei Blur, un esperimento coraggioso e riuscito in pieno, o quando si tuffano nella new wave anni ’80 con Non si uccidono così anche i cavalli?, ospitando un piccolo mito come Fausto Rossi (Faust’O), e un testo molto particolare (Condividiamo la finestra, ma è diverso il punto di vista, vogliamo stringerci la destra, giocare con un tiro e una pista, facciamo i conti con la testa, cerchiamo una soluzione onesta, spariamoci a vista).

 

In Una vita troviamo ancora il grande pop alla Battisti: chitarra, tromba, cori, un brano che mette allegria, anche se il tema non è poi così divertente, trattandosi di un colloquio di lavoro, e della ricerca di un lavoro decente, anche se serve solo per sfamarsi (il dovere di realizzare il capitale, essere non libero ma liberale).

 

Chiude il disco Parabole, suoni elettronici  anni ’80 per un testo in cui si unisce con gran semplicità sacro e profano (liquefazioni di ampolle, pani e pesci alle folle, mani segnate e trafitte, e nubi di cavallette, storie di porci alati, e morti resuscitati)

 

Per gli Egokid si è parlato di pop militante, contro il qualunquismo, l’indottrinamento e la mediocrità, e la forza di questo disco sta proprio nella sua essenza pop: riuscire ad essere leggero come solo il grande pop sa essere, ma contenere al suo interno una visione lucida e critica del mondo che ci circonda.

 

Un disco che si eleva dalla mediocrità della musica italiana, per l’uso intelligente e colto delle parole, e per la capacità di costruire canzoni immediate, che dimostra una conoscenza approfondita della materia musicale.

V Voti

Voto degli utenti: 7/10 in media su 3 voti.
10
9,5
9
8,5
8
7,5
7
6,5
6
5,5
5
4,5
4
3,5
3
2,5
2
1,5
1
0,5
Teo 7/10

C Commenti

Ci sono 4 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.

salvatore (ha votato 8 questo disco) alle 17:03 del 19 aprile 2011 ha scritto:

Questo è veramente un disco Pop della migliore qualità, con la "P" maiuscola insomma... Un sacco di canzoni ispirate, con testi arguti e melodie immediate, ma non per questo prevedibili. Brano preferito (ma non scherzano nemmeno la baustelliana "l'uomo qualunque" con un ritornello appiccicosissimo e la bellissima "non mi hai fatto male" che potrebbe essere uscita dalla penna del più ispirato autore degli anni '60/'70), "Come un eroe della marvel" bellissima canzone d'amore e brano italiano più bello in questi primi mesi del 2011, insomma un piccolo grande capolavoro. La si può ascoltare per ora senza stancarsene. La trovata della dichiarazione d'amore che passa attraverso i superpoteri dei personaggi dei fumetti è una genialata che nemmeno Battiato... Brano meno ispirato, a mio avviso, la cover dei Blur. Non dico che sia brutta, ma trovo che la lingua italiana appesantisca un po' il brio originale del brano.

Ottima proposta, ottima recensione e ottimo disco!

Ps Giorgio, ma sono le mie orecchie troppo di parte per certe sonorità anni '60 o in Sirene sembra di ascoltare addirittura la voce Vanoni?

van zandt, autore, alle 18:30 del 19 aprile 2011 ha scritto:

grazie per i complimenti. La vanoni, certo, io pensavo anche a Mina e Patty Pravo, come scritto. Comunque un disco di classe, come dovrebbe essere la musica "leggera" o pop come dici tu, con la P maiuscola, e non la solita musica da supermercato.

Totalblamblam alle 20:25 del 19 aprile 2011 ha scritto:

mah mi sembrano atroci sti tre pezzi.

quello che balla in gonna chi è? il nostro gally?

Charisteas alle 20:50 del 19 aprile 2011 ha scritto:

Si sente davvero molto il fatto che Diego Palazzo abbia suonato con i Baustelle per tutto l'ultimo tour.. Ripasso.