R Recensione

3/10

Youth Group

Casino Twilight Dogs

Si può aprire e chiudere una recensione con la semplice parola banale ? Forse no. Si può bocciare in toto un disco per la stessa, semplice parola ? Indubbiamente si, se si raggiungono i livelli toccati da questo Casino Twilight Dogs, terzo disco in studio degli australiani Youth Group, balzati recentemente agli onori delle cronache e delle classifiche per una cover di Forever Young degli Alphaville.

Evitando di commentare quest’ultimo fatto, e relegandolo mentalmente alla mera cronaca impedendogli di interferire nel merito nel giudizio musicale, è un dato di fatto che, nel momento in cui metti su il disco cominci ad avere uno strano pruritino alle dita, una sorta di senso di ragno musicale che ti sta avvertendo, fin dalle prime note, che l’esperienza auditiva non si rivelerà del tutto piacevole.

La band parte con piglio incazzato, a mostrarti che anche loro hanno il pelo sullo stomaco, che si, anche loro ascoltano il new rock, e che però sul ritornello sono capaci di stupirti, con una sorta di remake di Neverending Story: si, esatto, una roba da musica de La Storia Infinita, che poi da lì agli Alphaville il passo è breve. Skip.

Ora che i nostri hanno svelato la loro vera natura possono concedersi nella successiva On A String un bel lentone, di quelli che scorrono lisci e incolori, e insipidi insipidi. Sapete, no ? Skip.

Let It Go si adagia sull’ennesimo plagio di “Like a Rolling Stone”. Il senso di ragno sta cominciando a lanciare segnale d’allarme. Skip.

Start Today Tomorrow ripete il peccatuccio e ti infila dentro mezza “High And Dry”. Uff. Skip.

Poi, una manciata di canzoni salva il disco dall’inesorabile destino di sottobicchiere: Dead Zoo, Under The Underbass, Sorry non saranno il passo più epocale del pop di questi ultimi anni e non scopriranno niente di nuovo, non ci faranno strappare tutti i vestiti di dosso per l’entusiasmo ma sembrano, sono, canzoni pop rock: Sorry riesce quasi a farci a pensare agli Smiths senza che ci sia necessariamente un plagio di mezzo.

Tj e Destruction of Laureal Canyon sono abbastanza insignificanti da farci pentire di averne riportato i titoli, Sicily parte bene, cupa e coheniana ma si disintegra, nel ritornello, nel solito muro di banalità. Ci conduce però (finalmente) all’ultima traccia del disco, quella che probabilmente i più guappi tra voi aspettano già da un’ora. La famosa cover di Forever Young degli Alphaville.

E il gruppo riesce nel miracolo: si, il miracolo di essere banale persino quando interpreta una cover. Perfetta per la colonna sonora di O.C., sicuramente. Per quanto mi riguarda sorge solo una domanda: ma non è che potrebbe venirmi utile, un bel sottobicchiere in più ?

V Voti

Voto degli utenti: 1/10 in media su 1 voto.
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C Commenti

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Suicida (ha votato 1 questo disco) alle 16:49 del 26 dicembre 2007 ha scritto:

1 perchè non c'è lo zero come voto...