R Recensione

7/10

The Broken West

I Can't Go On, I'll Go On

Difficilmente questi Broken West otterranno la palma 2007 dell’innovazione musicale e ancor più arduo risulterebbe parlare, nel loro caso, di miscela unica e difficilmente inquadrabile. Che non c’è niente che fila più liscio e cristallino di questo I Cant’t Go On, I’ll Go On, power pop dall’animo country rock, presepe indie rock con il pupo vegliato amorevolmente da mamma Beatles e da papà Byrds,e tutt’intorno a raggiera a scaldare la stalla Big Star, Posies, e Raspberries, e a sbirciare di sottecchi sospettosi Thrills, Beachwood Sparks e Dios Malos.

Perchè ammettiamolo, un po’ invidiosi potrebbero esserlo i nuovi alfieri del country rock indie, di questo esordio: non certo un attentato alle tradizioni musicali ma una brillante riaffermazione di canoni stilistici ormai scolpiti nel profondo dell’indie rock statunitense. California, per la precisione, se non l’avete intuito dai coretti beachboysani e dall’handclapping spensierato, sole terso a scaldare le fredde giornate invernali. Los Angeles, nella fattispecie.

Il ronzare del deja vu ti sfianca per tutta la durata del disco, ma decidi di resistere che la ricompensa vale lo sforzo: se revivalismo dev’essere, revivalismo sia, purchè sia con classe: chapeau ai grandi maestri e tirar dritto, con un ebbro sorriso stampato in volto, fin dalle prime note di On The Bubble, power pop da manuale dal pulsare boogie, procedendo con So It Goes, jingle jangle e passo svelto, giù giù per Down In The Valley, chitarre che si ispessiscono e Byrds che si inorgogliscono della loro creature.

Shiftee , parentesi lennoniana di classe, mette in luce l’animo sensibile del gruppo e strizza l’occhio ai cugini Dios Malos, Brass Ring pare rifornirsi di pop dallo stesso pusher di Badly Drawn Boy e sfodera orgogliosa un ritornello rubacuori, You Can Build An Island copula segretamente coi Big Star. E si procede, e si macina, ritornello dopo ritornello, senza deviazioni impreviste e senza passi falsi: riflessivi (Hale Sunrise), divertiti (Slow), arrivano ancora freschi alla ballata di rigore: Baby On My Arm, il pezzo che avete già sentito un milione di volte ma che non vi stancherà mai, soprattutto se siete anche solo un pizzico innamorati.

Con Like The Light arriva il momento dei saluti, i Broken West fanno ciao con la manina a bacchettoni del trend, ossessivi compulsivi del nuovo ad ogni costo, profeti del “si stava meglio quando si stava peggio” e burocrati delle influenze e delle discendenze. E lo fanno consapevoli di aver fatto al meglio quello che si erano prefissati di fare, in barba allo scorrere degli anni e delle mode.

V Voti

Voto degli utenti: 7/10 in media su 3 voti.
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REBBY 6/10

C Commenti

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doopcircus (ha votato 8 questo disco) alle 18:21 del 30 gennaio 2007 ha scritto:

Banalotto

Diciamolo, un pò banalotto ma in effetti ben fatto. Comunque no, non credo che vinceranno mai la palma per l'innovazione musicale 2007