R Recensione

5/10

The Veils

Nux Vomica

Ah, si, i Veils! Rimembranze lontane di un singolo strappalacrime e di un esordio tutto sommato discreto quale era The runaway found datato 2003. Dite che sono tornati? Dite che vale la pena ascoltarli? Mah, restando fedele al criterio secondo cui i dischi prima si ascoltano poi si giudicano supplichiamo lo stereo di fare questo sforzo leggendoci l’ultima fatica di Finn Andrews e soci.

E allora ecco che Nux Vomica parte e subito si resta particolarmente irritati da un timbro vocale un po’ troppo lamentoso nell’iniziale Not yet. Calliope! è più sfrenata e vibrante, ma a parte un bel giro di piano non rimane granchè. Advice For Young Mothers To Be registra tendenze vagamente glam all’interno di un pop decisamente troppo melenso. Riassumo? Sei minuti di smaronamento totale. Jesus for the jugular inizia con Andrews che tenta di imitare pericolosamente Tom Waits (ovviamente senza nemmeno avvicinarsi lontanamente) in un’atmosfera diventata improvvisamente lugubre e tenebrosa quanto il miglior Nick Cave. Comincio a pensare di essermi sbagliato sul loro conto. Troppo pregiudizio, magari non voluto; troppa invidia magari, troppi condizionamenti. Poi però parte Pan e effettivamente mi devo ricredere sul fatto di essermi ricreduto. Mi rendo conto che uno stile di voce così particolare non è sostenibile da tutti. E sicuramente non lo è dal sottoscritto. Peccato perché le melodie non sono neanche poi così malaccio. E neanche il disordine sonoro volutamente creato sul finire del pezzo. A birthday present è il tentativo di ammiccare alla grande tradizione dei songwriter americani con uno stile più lineare che riporta alla mente Jeff Buckley. Si capisce che quando vuole Andrews sa anche cantare. Inevitabilmente ci si chiede il motivo per cui in molti pezzi preferisca abbaiare. Non lo sapremo mai penso. Procedendo oltre si scopre Under the folding braches, il classico lentone strappalacrime realizzato in uno stile manierista a dir poco prevedibile. Nux Vomica torna a imitare il maestro Nick Cave e infatti vuoi per il ritmo più movimentato vuoi per la struttura più anarchica riesce di gran lunga uno degli episodi più accattivanti del disco. One night on earth torna ad un pop-rock più convenzionale e House where we all live è un’altra lagna pretenziosa.

Mah…che dire attorno alla sigla Veils e attorno a questo tanto celebrato Nux Vomica? Non penso che Andrews sia incapace di far musica, le canzoni buone e piacevoli da sentire ci sono e denotano buone potenzialità. Peccato che, accanto queste, si trovino anche pezzi di una bruttezza o inutilità devastante. Inoltre apprezzerei davvero tanto se qualcuno riuscisse a convincere Andrews a smettere di voler far passare miagolii o urli strazianti per quello che viene denominato canto. Io la coscienza a posto me la sono messa. Speromi darete retta, evitando di farvi del male.

V Voti

Voto degli utenti: 6,8/10 in media su 3 voti.
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lizarking 8,5/10

C Commenti

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salvatore (ha votato 6 questo disco) alle 11:58 del 12 novembre 2011 ha scritto:

Qualche giorno fa riascoltavo il loro debutto che non era niente male e conteneva qualche bel brano. Niente di esaltante, ma canzoni pop ben scritte e cantate. Questo, un passo indietro, ma Advice For Young Mothers To Be resta carinissima:

lizarking (ha votato 8,5 questo disco) alle 0:05 del 31 agosto 2012 ha scritto:

Dissento da questa opinione sui Veils!! Per me sono sacri e il primo disco The Runaway Found è assolutamente patrimonio dell'umanità!!!!