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R Recensione

7/10

David Fiuczyński

Flam! Blam! Pan-Asian Microjam!

Dunque, sul tavolo abbiamo: composizioni basate sui microtoni, intervalli più brevi dei toni e semitoni che costituiscono la base del sistema di scrittura e lettura musicale basato sull’ottava; un duplice omaggio all’opera dello sfortunato produttore hip-hop J Dilla, mente di The Roots, ed alla musica del compositore francese Olivier Messiaen, in particolare quella basata sul canto degli uccelli; inoltre, su tre dei dieci pezzi che compongono l’album, troviamo il sassofono contralto di Rudresh Mahantthappa, jazzista post bop di origini indiane e compagno di inizio carriera del pianista Vijay Iyer. A tenere insieme il tutto la geniale follia del chitarrista e didatta statunitense David Fiuczyński, già leader degli Screaming Headless Torsos e segnalato dalla rivista Guitar Player nella lista dei 100 chitarristi che hanno cambiato il mondo, grazie alle sue invenzioni sulla terza via alla composizione musicale, che coniuga armonie microtonali e groove jazzistico. Aggiungendo che la musica di Flam! Blam! Pan-Asian MicroJam! è cosparsa di aromi orientali e di scale musicali non occidentali, la recensione potrebbe anche terminare qui, lasciando all’ascoltatore malato di curiosità il compito di sciogliere il dubbio fra un epocale pasticcio ed il disco che, come il suo autore, sarà in grado di cambiare il mondo (musicale). E invece viene voglia di provare a descriverla, questa inafferrabile ed ammaliante Pan-Asian Microjam.

L’effetto iniziale che provoca la prima traccia “Loon-Y Tunes è di assoluto straniamento, e l’unico paragone possibile pare quello con certe follie sonore del maestro Frank Zappa: c’è il canto di un uccello, replicato dagli strumenti che proseguono fra sincopi ed intervalli fino a sfociare in un groove da jazz ballad, animato da una chitarra che pare accordata parecchi toni sotto il normale e da tastiere altrettanto inusuali.

La seguente “Dance Of The Uirapuru accresce il tasso di esotismo ed imprevedibilità, essendo composta di frasi ritmico melodiche tessute dalle tastiere e dalle percussioni metalliche che gradualmente costruiscono un tema orientale dominato dal violino. Flam ha una base ritmica riconoscibile, i “flam beats” di J Dilla declinati in chiave funk, sulla quale però il dialogo fra gli strumenti, le tastiere microtonali di Utar Artun e Jake Sherman, la chitarra del leader ed il violino di Helen Sherrah seguono ancora imprevedibili traiettorie, lontane da territori armonici e spazi melodici consueti. Analogo l’effetto di “Oiseaux Jdillique che potrebbe essere la versione microtonale di un pezzo heavy metal, mentre Q&A Solitarie e Gagaku Chord Candy riecheggiano ancora la musica giapponese basata su violino e micropercussioni, salvo poi, nel secondo caso, confluire in un’improvvisazione jazz sviluppata in totale libertà. “Waldstimmen” è un'altra creatura dai connotati alieni: parte con un tema spigoloso del violino, si apre su una sezione ritmica e quindi si avvolge in una spirale di accelerazioni e scale in fondo alla quale stanno ancora… canti di uccelli. Bisogna arrivare alla traccia numero otto per respirare atmosfera più o meno terrestre. I tre pezzi con Mahanthappa sono infatti più chiaramente strutturati sul lessico jazzistico, rivisitato su “Uira Happy Jam dalla chitarra fretless di Fiuczyński, declinato in chiave world dalle scale del sax su “Organ Wren ed ibridato con il rock nelle fiammate chitarristiche di “Loon-Ly Solitarie”, che chiude il lavoro fra rimandi al connubio fra Zappa ed il violinista Jean Luc Ponty, ed una sezione dominata dall’esuberante sax.

Alla fine per definire il cd senza scomodare la musicologia si deve citare la presenza di elementi jazz, rock e world music, ma il connotato più originale resta la timbrica degli strumenti, elemento strutturale delle composizioni e motivo dominante di un clima musicale emotivamente indecifrabile, ma senz’altro con pochi termini di paragone.

Approcciare con cautela ma senza pregiudizi: “Flam! Blam! Pan-Asian MicroJam!” può sconvolgere orecchie in cerca di comode conferme, ma affascinare quelle più ricettive verso nuovi mondi sonori.

V Voti

Voto degli utenti: 7/10 in media su 1 voto.
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C Commenti

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FrancescoB (ha votato 7 questo disco) alle 12:26 del 5 marzo 2016 ha scritto:

Sottoscrivo in pieno la splendida recensione, un disco originale e pure efficace.