Classica Orchestra Afrobeat
Regard sur le passè
In un passato piuttosto remoto, e in una oscura birreria di provincia affollata da biker e boccali di Peroni, ho visto dal vivo Buddy Miles. Quella sera, per accontentare un pubblico affamato di rock, il vecchio Buddy suonò tutto Electric Ladyland e gran parte di Band of Gypsysdi Jimi Hendrix. Lui si muoveva sul velluto, ovviamente, ma lattenzione era tutta per il suo compare che interpretava Hendrix. Era identico. Non so chi fosse nè (magari!) come facesse. Ricordo però che era un mostro, e che pensai che solo con uno così si potesse concepire una cover-band di Jimi Hendrix. Perché mica è facile. Possiamo anche imparare a suonare tutti i pezzi di James Brown, ma poi uno come James Brown dove lo andiamo a prendere?
Ecco, quando avevo messo nel lettore lalbum di debutto dei Classica Orchestra Afrobeat, avevo pensato: un tributo a Fela Kuti? E dove lo vanno a prendere, uno come Fela Kuti? Uno al quale anche i figli prediletti fanno fatica a rendere giustizia? Invece lOrchestra mi aveva fregato (e stupito) e aveva messo in scena un omaggio perfetto, che recuperava con classe e fantasia la (inevitabile) differenza con loriginale in termini di energia e carisma. Avevano compiuto, lo diciamo adesso nel caso in cui non fossimo stati espliciti quattro anni fa, un miracolo. Un miracolo così evidente da essere stato invitato (unico set italiano) al Festival di Glastonbury.
Per il loro secondo album, l Orchestra più nera dItalia punta ancora più in alto e decide di mettere in scena un classico della musica africana. Regard sur le passé narra la storia di Almamy Samory Touré, lultimo imperatore dell Impero Wassoulou, le cui gesta venivano tramandate di generazione in generazione dai griot mandingo fino al 1969 quando, ottenuta lindipendenza, furono messe in musica da quella che è stata la più grande orchestra africana di tutti i tempi, la Bembeya Jazz National Orchestra. Dimostrando profondo rispetto per latmosfera solenne e per il carattere storico di queste composizioni, lOrchestra condotta dal batterista Marco Zanotti parte da due accorgimenti: la fedeltà nella rilettura delle partiture originali e il coinvolgimento del noto musicista griot Baba Sissokò nel ruolo di narratore e del cantante Sekouba "Bambino" Diabatè, che proprio con la Bembeya Jazz aveva iniziato la sua carriera ormai trentennale.
Registrato dal vivo al Teatro Alighieri di Ravenna, Regard sur la passè racconta questa pagina di gloriosa storia africana, partendo dal Preludio dedicato allimperatore Touré e condotto dalle melodie del flauto e del clarinetto, attraversando gli anni giovanili del protagonista, durante i quali fu in grado di riunire e riappacificare un paese fino ad allora distrutto da guerre fratricide (Youth), e riportando alcuni dei suoi insegnamenti (Se non puoi essere imparziale, cedi il trono agli uomini giusti). Lintero album è suddiviso in tre movimenti per mezzo di due interludi (la Sinfonia A4 di Salomone Rossi e Passacalle di Andrea Falconieri), ma la narrazione, unita alla maestria esecutiva degli interpreti, non necessiterebbe di pause. Il secondo movimento inizia con una composizione dedicata al fratello di Tourè (labile condottiero militare Keme Bourema) interpretata dalla splendida voce di Sekouba Diabatè, per poi celebrarne la vittoria sull esercito coloniale (bellissimo il lavoro sulle percussioni di Anna Palumbo e Cristiano Buffolino in Battle). Il terzo movimento è una solenne celebrazione della fine dellImperatore, tradito (Betrayal) e deportato in Gabon, ma si chiude con un allegro (Legacy), dedicato al suo amico Moryfindjan Diabatè, fedele fino allultimo giorno di vita dellimperatore dAfrica, uno che per sedici anni diede speranza e orgoglio a tutta la valle del Niger.
E io non so se questa sia lultima orchestra in grado di dare orgoglio allItalia. So solo che la prossima volta contro questi ragazzi non scommetto più.
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