V Video

R Recensione

8/10

Daft Punk

Random Access Memories

Il disco più atteso dell'anno

Sebbene la concorrenza sia di alto livello (David Bowie, My Bloody Valentine), il ritorno più atteso del 2013 è quello dei Daft Punk. Se volete capirne il motivo, sul web troverete le idee più disparate, da “i Daft Punk sono tutta un operazione di marketing”, a “i Daft Punk rivoluzionano il mondo della musica”. Di certo è comprensibile l'attesa per un disco che ha subito una lavorazione di otto anni, ed è altrettanto evidente che gli autori di alcuni dei momenti musicali più noti degli ultimi quindici anni abbiano un seguito di fan devoti e affamati. Per questo motivo, di “Random Access Memories” avrete già letto una serie di opinioni discordanti: un disco reazionario, falso e deludente per alcuni; una rivoluzione per altri. Il dato certo è che non si può definire “RAM” un disco che cambierà la storia della musica elettronica: innanzitutto perchè la storia si scrive autonomamente, e fare previsioni a lungo termine è materia da chiaroveggenti che non ci riguarda. In secondo luogo, “RAM” non è un disco di musica elettronica. Lo sarebbe nel 1978, quando usare un sintetizzatore era “elettronica”, non lo è nel 2013, perchè la musica elettronica ha assunto tante di quelle forme che sarebbe impossibile ricondurle ad un solo “futuro”. Altrettanto evidente è che non si possa considerare “RAM” un disco brutto: la valutazione appartiene alla sensibilità e al gusto del singolo, ma il disco è scritto, suonato e prodotto in maniera eccellente. In questo senso è una rivoluzione: niente campionamenti (dimenticatevi il godimento procurato dal recupero delle “fonti” di “Harder Better Faster Stronger” o “Aerodynamic”), tutto il disco è suonato con strumenti “fisici”, il livello di bpm è molto basso e certi suoni “hard” di “Human After All” sono stati definitivamente accantonati. 

La sensazione è che il duo parigino abbia voluto produrre l'album definitivo, qualcosa che sta a metà tra un ritorno alle origini (un “Homework” suonato) e un compendio della loro storia musicale. Tre stadi temporali (passato, presente e futuro, pare tra l'altro che “Giorgio by Moroder” sia stata registrata usando una serie di microfoni scelti per decade dagli anni '50 in poi) “randomizzati” all'interno di tre tipologie di brani che costituiscono l'asse di questi settantacinque minuti di “storia dei Daft Punk”: 1) “I Daft punk che fanno i Daft Punk”: elettronica spaziale e robot-voice in viaggio verso Interstella 5555 (o “Tron: Legacy”). 2) I “Daft Punk geni del marketing”: Pharrell, Casablancas, scampoli pop già pronti per lo spot di turno (se sono riusciti a vendere quella mazzata di “Technologic” alla Fiat, cosa faranno con “Lose Yourself to Dance”?) 3) I “Daft Funk” nostalgici: ancora Pharrell, black music, disco music, italo disco e qualunque suono possa far muovere il culo anche agli elefanti.

Passato

L' “operazione nostalgia” dei Daft Punk non è certo una novità. Gli anni '70, la disco music, il synth pop anni '80 sono da sempre il loro punto di partenza: “Homework” era tutto giocato su questo revival implicito, sul suo essere tecnologico dal sapore retrò. In “RAM” l'omaggio al passato è esplicitato, diventa elemento di costruzione dei brani, matrice di recupero dei suoni (si veda la produzione... “chic” di Nile Rodgers). Quello che in “Homework” era fonte di ispirazione e in “Discovery” diventava campionamento, qui diventa citazione. Non viene ripreso un brano o un suono del passato, ma direttamente l'artista o il suo genere di riferimento.

Give Life Back To Music” è il manifesto del suono Daft Punk: tutti gli elementi (chitarre funk, atmosfera galattica, robot-voice, attitudine dancefloor) sono perfettamente bilanciati in uno schema ritmico e melodico che sembra un tributo agli Earth Wind & Fire. L'omaggio agli anni '80 è evidente in “Instant Crush”, cantata da Julian Casablancas (ma con quei filtri e con quella linea melodica doppiata dal basso avrebbe potuto fare bella figura chiunque): Alan Parson virato indie, a voi decidere se è un incubo o un miracolo. Il tributo più esplicito (e doveroso) è quello rivolto a Giorgio Moroder nella quasi omonima “Giorgio by Moroder”, un lunghissimo elogio al sintetizzatore come colonna sonora per alcuni estratti di una lunga intervista effettuata dai due musicisti francesi al nostro Giorgione nazionale (Armani, fatti da parte). Ma c'è di più: pause per archi, pianoforti jazz, e una batteria (molto fisica) per un finale devastante. Probabilmente non diventerà una hit planetaria come fu “Around The World”, ma di sicuro quella doppia linea di synth verrà campionata e remixata per i prossimi vent'anni.

Altro brano “Daft Punk” al cento per cento è “Touch”, con evidenti riferimenti al recente passato cinematografico (fiati, pianoforti, archi... sembra di sentire l'Isaac Hayes di “Shaft” ). Stesso dicasi di “Beyond”, esaltazione del tocco androide tipico della produzione del duo. Perchè l'omaggio alla musica del passato passa anche attraverso un omaggio alla loro stessa musica, che di passato si è sempre nutrita: nella conclusiva “Contact” (registrazioni audio dell'Apollo 17, una batteria ancora una volta in evidenza, progressioni mozzafiato) il riferimento ad “Aerodynamic” e alle sue scale vertiginose è più che una sensazione.

Presente

Chi dice che “RAM” è un disco “commerciale” (rimpiangendo i precedenti lavori) o mente sapendo di mentire o non ha mai capito niente. I Daft Punk non sono mai stati una band “dance”: anche i loro singoli “riempipista” sono diventati tali solo dopo aver raggiunto la fama: “Around The World” era passata direttamente dall'underground al primo posto in classifica, “One More Time” era addirittura un provocazione, con quel break centrale senza ritmo che avrebbe dovuto rendere il brano improponibile in pista. 

Get Lucky” sfrutta in maniera analoga la via al pop moderno e ottiene un risultato brillante, con buona pace dei detrattori che hanno voluto vedere in Pharrell una scorciatoia per la classifica. Probabilmente si tratta degli stessi che simulavano conati di vomito ascoltando l'autotune di Romanthony (tra l'altro, riposi in pace) ma poi finirono per ballare “One More Time” anche durante quel break eterno di cui si è parlato. “Get lucky” è un singolo lineare, veloce, che mostra ancora il debito dei Daft Punk nei confronti della musica nera di fine anni '70, e quelli di Pharrell nei confronti del Michael Jackson dello stesso periodo.

Get Lucky” forma un blocco sfonda-classifiche con “Lose Yourself to Dance”, forse il brano più riuscito di questi nuova versione del “dancefloor secondo i Daft Punk”: perfetto l'incastro tra la chitarra “freak out!” di Nile Rodgers e la voce di Pharrell, irresistibili il ritmo e la chiusura a base di “C'mon Cmon C'mon” e “Everybody on the Floor”, e c'è anche George Clinton nascosto da qualche parte. In tutto questo non c'è niente di commerciale in senso negativo, non è una semplice strizzata d'occhio al pubblico di Mtv, è un pezzo che riconduce alle radici del pop moderno americano, ovvero al concetto di “musica da ballare” degli anni '70, e in questo senso merita i complimenti il genio che ha associato il brano ad un vecchio video di “Soul Train” (della mia personale ossessione per “Soul Train” dovrei aver già detto tutto l'anno scorso). Appena più debole sembra “Fragments of Time”, una piuma soft-rock gradevole che per il momento non lascia il segno.

Futuro

Dopo un disco così ambizioso, che è stato concepito e realizzato per essere “definitivo”, in grado di riassumere e approfondire ogni aspetto della musica dell'artista coinvolto, preconizzare possibili scenari futuri non è facile. 

Di certo i Daft Punk si proporrano sempre di più come produttori: Kanye West si è già prenotato, Pharrell starà già preparando l'assegno, e anche Panda Bear (“Doin' it right” è solo una bozza ma funziona) potrebbe farci un pensierino. E chissà cosa accadrebbe se i due applicassero il loro gusto retro-pop alle nuove leve dell'indie-rock (Yeasayer, MGMT...). Altrettanto probabile e che continuino la loro carriera di realizzatori di colonne sonore: delle aperture “orchestrali” di “Touch” si è già detto, ma l'apice vero in tal senso (e uno degli apici di tutto il disco) si raggiunge con la splendida “Motherboard”: batteria “spazzolata” in chiave jazz moderna (non siamo molto distanti da certe atmosfere care ai vari Cinematic Orchestra e Jaga Jazzist), chitarre acustiche, archi e suggestioni “Morriconiane”.

E' più difficile pensare che ripropongano in studio la loro formula (synth pop + funk + italo disco...) dopo averla canonizzata e suonata così lucidamente, ed è altrettando improbabile che perseguano la via funk-pop con la quale hanno lanciato in orbita “RAM”. Quello che è sicuro è che, nel suo essere disomogeneo e fin troppo fedele alle sue intenzioni programmatiche, “RAM” non solo è già un “classico” della produzione del duo, ma lascia aperta la porta a nuove future soluzioni e contaminazioni, magari partendo proprio dal brano più anomalo, quella “Within” che è una piccola ma deliziosa ballata sintetica per pianoforte (ospite Chilly Gonzales) e autotune. Chissà cosa si inventeranno, per il prossimo – attesissimo – album.

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Voto degli utenti: 6,9/10 in media su 49 voti.

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Franz Bungaro (ha votato 9 questo disco) alle 8:13 del 12 giugno 2013 ha scritto:

Recensione superlativa di un disco monumentale, immenso.

loson (ha votato 5,5 questo disco) alle 10:55 del 12 giugno 2013 ha scritto:

Reazionario e deludente. Falso no, perchè il concetto non mi appartiene. Bella recensione, anche se su diverse cose la penso diversamente. Ne dico solo una: "Giorgio By Moroder", un Hi-NRG senza infamia e senza lode (di quelli che il grande Cerrone ne pensava a decine mentre si lavava i denti la mattina), se non fosse per lo spoken word del Baffo e la sigla Daft Punk non se lo sarebbe - giustamente - filato N-E-S-S-U-N-O. Mi ha fatto tristezza non leggere da nessuna parte il nome di Paul Williams: attore, compositore e cantante, in molti se lo ricorderanno per l'interpretazione di Swan ne "Il Fantasma del Palcoscenico" di De Palma, e soprattutto per aver scritto - e, in parte, interpretato - la meravigliosa colonna sonora di quel film; la sua partecipazione a "Random Access Memories" è l'unica ad avermi davvero fatto piacere. P.S. Piangiamo tutti Romanthony, un genio vero.

fabfabfab, autore, alle 11:25 del 12 giugno 2013 ha scritto:

Strano Los, pensavo apprezzassi questo gusto pop sospeso tra passato e presente. Poi non li ho citati ma qua e là mi son venuti in mente Steely Dan e Fleetwood Mac... Non ho citato neanche Paul Williams, perchè in molti l'hanno fatto parlando di "genio", ma io non l'ho mai sentito nominare, quindi - diceva Lincoln - meglio tacere e passare per idiota che parlare e dissipare ogni dubbio. Su Moroder siamo sostanzialmente d'accordo, anche secondo me non è un capolavoro (ho sottolineato che non ha la forza di "Around The World", sebbene in molti abbiano proposto il paragone), ma l'omaggio a Moroder (e a Cerrone, all'italo-disco etc...) è così sincero che quasi mi ha commosso....

loson (ha votato 5,5 questo disco) alle 12:10 del 12 giugno 2013 ha scritto:

Beh diversi richiami all'AOR e al soft-rock americano erano già presenti in "Discovery", e a parer mio integrati in un contesto sonoro lì davvero retrofuturistico, sospeso tra passato e presente ma mai calligrafico. RAM è troppo spesso puro esercizio calligrafico, Fab. Sicuramente voleva esserlo, perchè loro sono troppo intelligenti, ma la sostanza non cambia. Almeno per me. Poi, sì, cerco di valutare con attenzione quel che dicono/scrivono gli altri (in primis le tue belle osservazioni), ma in ultimo cerco di fidarmi delle mie orecchie: se devo sciropparmi una copia di Cerrone o di Moroder preferisco ascoltarmi gli originali, e anzi mi fa specie vedere gente - e non mi riferisco a nessuno qui presente - che non s'è mai filata certe sonorità (parlo dell'HI-NRG, della disco, dell'AOR) o ne ha detto peste e corna, ma che poi (apriti cielo!) le ascolta qui e le trova irresistibili. I Daft Punk (i quali sono stati grandissimi, sia ben chiaro) hanno ormai abbondantemente oltrepassato la linea di confine tra rielaborazione del passato - sacrosanta - ed effetto memorabilia alla Anima Mia, e per di più lo hanno fatto in modo proprio moscio, senza mordente. Circola in rete una versione di "Get Lucky", rifatta da un perfetto sconosciuto, che in molti (me compreso) hanno trovato cento volte più trascinante - per non dire "moderna" come sentire - dell'originale. Tutto questo, ovviamente, IMHO.

fgodzilla (ha votato 8 questo disco) alle 11:03 del 12 giugno 2013 ha scritto:

Concordo con franz

ed a tutti i delatori di questo disco dico il titolo e' RAM quindi cosa vi aspettavate un disco con sonorita' futuristiche

Rorschach (ha votato 8 questo disco) alle 11:34 del 12 giugno 2013 ha scritto:

Finora questa è la recensione più ben scritta ed esauriente tra quelle che ho letto in giro nel web...disamina perfetta di un disco (quasi) perfetto. Impressionante l'estrema cura dei suoni e degli "effetti" in ogni singola traccia.

Al primo ascolto lo ammetto mi aveva un po' spiazzato, ma dopo due - tre ascolti in cuffia cresce...eccome se cresce!

Alessandro Pascale (ha votato 8,5 questo disco) alle 11:58 del 12 giugno 2013 ha scritto:

splendida rece Fabio. Concordo su tutto!

casadivetro (ha votato 8 questo disco) alle 12:02 del 12 giugno 2013 ha scritto:

Fabio Codias, tu non ci deludi mai.

Recensione perfetta.

Franz Bungaro (ha votato 9 questo disco) alle 12:17 del 12 giugno 2013 ha scritto:

Per quanto riguarda Steely Dan e Fleetwood Mac gli stessi Daft Punk li aveno citati tra le fonti di ispirazione. Michael Jackson poi è omaggiato già dalla grafica del titolo impresso sulla cover, chiaro omaggio a "Thriller", che era appunto scritto con la stessissima grafia. Mamma mia quanto dovranno faticare gli altri per scalzare quest'album dalla vetta degli album più belli dell'anno...

loson (ha votato 5,5 questo disco) alle 13:20 del 12 giugno 2013 ha scritto:

Di quale anno stiamo parlando, del 1979?

Franz Bungaro (ha votato 9 questo disco) alle 13:35 del 12 giugno 2013 ha scritto:

no, del 2013, l'anno che passerà alla storia per lo strabiliante album dei Foals - Holy Fire, e per il clamoroso flop dei Daft Punk

loson (ha votato 5,5 questo disco) alle 14:41 del 12 giugno 2013 ha scritto:

Il 2013 passerà alla storia per altre cose, purtroppo... Se ti piace questo Daft Punk, prova con l'Hercules And Love Affair del 2008: stesse sonorità, stessi riferimenti, ma rielaborati in modo ben più creativo ed audace. O, a scelta, con uno dei tanti album di nu-disco che continuano a uscire con cadenza mensile.

mendustry (ha votato 8,5 questo disco) alle 13:18 del 12 giugno 2013 ha scritto:

Concordo con loson sul pezzo "Giorgio by Moroder"... per il resto è sicuramente uno dei tre dischi migliori del 2013, ma non è rivoluzionario come "Homework" e "Discovery". Fatto sta che ascoltarlo è un piacere infinito: impossibile restare fermi di fronte a tanto groove... e che dire poi delle voci robotiche di "Doin' it right" e "Lose yourself to dance"? Amore a prima vista.

loson (ha votato 5,5 questo disco) alle 15:33 del 12 giugno 2013 ha scritto:

Che dire... Mi chiedo dove siano stati per anni tutti questi estimatori di french touch, house e italo-disco, visto che durante i primi tre anni della mia permanenza qui a sdm ho recensito quasi solo quella roba e il riscontro è stato altalenante quando non inesistente. Giocavate a nascondino?

fabfabfab, autore, alle 15:48 del 12 giugno 2013 ha scritto:

Eh va beh ma qua siamo un livello di "prostituzione" superiore. Piace a tutti, anche (e a questo punto, soprattutto) ai non adepti. Cosa dovrei dire io che ogni volta che esce un disco dei Vampire Weekend ci sono cento persone che sostengono di adorare le loro "chitarre afro"?

loson (ha votato 5,5 questo disco) alle 15:51 del 12 giugno 2013 ha scritto:

Ahahah hai ragione anche te...

mendustry (ha votato 8,5 questo disco) alle 17:54 del 13 giugno 2013 ha scritto:

Normalmente commento poco le recensioni ed è una mia grave colpa... ma il french touch lo amo da sempre e lo "suono" (passatemi il termine, sono un dj) da sempre...

nebraska82 (ha votato 5 questo disco) alle 14:26 del 12 giugno 2013 ha scritto:

Irritante per me, rimane un mistero come riescano a mettere tutti d'accordo ( dai musicofili più esigenti al pubblico di "striscia la notizia" in cui le veline ballano al ritmo di "get lucky"). ottima la recensione però.

FrancescoB (ha votato 7,5 questo disco) alle 14:29 del 12 giugno 2013 ha scritto:

Io sono fra i pochi che non riescono proprio ad entrare in contatto con loro, con le loro atmosfere, con il loro sound. Non li trovo irritanti, ma poco significativi, abbstanza "superficiali". Insomma, "sei" di stima e poco altro. Questo lavoro però mi manca, e quindi - almeno qui - sospendo il giudizio. Non sia mai che lo splendido scritto di Fab mi convinca a rivedere le mie posizioni.

nebraska82 (ha votato 5 questo disco) alle 14:34 del 12 giugno 2013 ha scritto:

i primi due dischi avevano un senso, nel 2013 onestamente mi chiedo cosa ci sia più dell'intrattenimento radiofonico e del divertimento sulla pista da ballo ( ma per quello ci si puo' affidare anche a lavori meno pretestuosi).

nebraska82 (ha votato 5 questo disco) alle 14:36 del 12 giugno 2013 ha scritto:

pardon, presuntuosi.

Franz Bungaro (ha votato 9 questo disco) alle 15:37 del 12 giugno 2013 ha scritto:

Fra, questo lavoro c'entra poco con i lavori precedenti, che, sia detto per inciso, non mi hanno mai entusiasmato più di tanto, a cominciare da Homework...quindi, se giudichi così e così i Daft Punk per quello che hanno fatto in passato, concediti liberamente il gusto di ascoltare quest'album...nella recensione è spiegato molto bene questo passaggio così come le forze e le possibili (per alcuni) lacune dell'album, e se la cosa che proprio non scende è la voce robotica/moroderiana, qui ne troverai cmq di meno ed è calibrata meglio che in passato...poi ognuno è libero di esprimere il giudizio che vuole su questo disco, ci mancherebbe, ma dire che sia brutto, che sia mediocre, o cmq insufficiente, non riesco a collegarlo a considerazioni razionali e emotivamente libere. Insomma, le ritengo forzature da intelligentia miope. Qui siamo su livelli alti, per quanto mi riguarda, altissimi. Pochi cazzi.

loson (ha votato 5,5 questo disco) alle 15:42 del 12 giugno 2013 ha scritto:

I cazzi sono tanti, invece, e non è certo denigrando l'intelligenza di chi la pensa diversamente da te che fai un favore al disco.

Franz Bungaro (ha votato 9 questo disco) alle 8:49 del 13 giugno 2013 ha scritto:

Mai parlato di intelligenza, nè tantomeno mi sarei permesso di denigrarla, specie la tua. Mi riferivo all'intelligentia dei critici musicali che in questi giorni hanno "insultato" questo, pur non arrivando mai a tirare lo sciacquone. E sei in buona compagnia con Damir Ivic del Mucchio e Zingales di Blow Up, due tra le mie firme preferite. Tutti gli regalano il servizio di copertina (perchè poi? se non ti è piaciuto mettilo dopo i Beady Eye, non rompere le palle). Il primo a dire il vero, completamente prevuto, due colonne di "recensione" una e mezzo di fuffa dove spiega le radici del suo essere prevenuto nei confronti del disco (l'ha scritta senza neanche averlo ascoltato, il disco) e una minima parte sul disco, citando SOLO Get Lucky e sparando mitragliate sui fan, dicendo che amerebbero pure Cerrone solo perchè glielo hanno detto i Daft Punk. Si ma parlami del disco, cazzo. Niente, accecato. Zinagales invece è stato più professionale, è ha fatto un discorso a tutto tondo sul disco che, seppur opinabile su alcuni punti, l'ho trovato pure comprensibile per quanto troppo arroccato sulle posizioni dell'integralista -musicologo-sottuttoio- che a me non ha mai convinto più di tanto. Fabio, che ad esperienza musicale non ha certo di che vergognarsi, ANZI, è riuscito a mantenere una lucidità che l'hype ed il forte accento pop del disco, gli avrebbero potuto far perdere (ad uno che ne capisce come lui). Invece, umilmente, s'è messo lì ed il disco l'ha ascoltato, bene, e poi ne ha parlato, liberamente. Se tutti facessero un pò così, secondo me, saremmo tutti più felici e contenti.

loson (ha votato 5,5 questo disco) alle 12:03 del 14 giugno 2013 ha scritto:

Mi riferivo all'intelligentia dei critici musicali ---> Io sapevo che il termine giusto fosse "intellighenzia", per questo mi hai confuso. Intelligentia miope sembrava il nome latino di una patologia... Non ho letto nè Zingales nè quell'altro, ma mi fido di quello che scrivi (ultimamente Zingales è arroccato su posizioni integraliste che neanche Il Mucchio).

Cmq non ho detto che il disco sia necessariamente brutto, quanto reazionario, deludente e calligrafico. Deludente neanche tanto a pensarci bene, giacché dopo l'ascolto del singolo le mie aspettative si erano abbassate sensibilmente; in questo senso, più che una delusione, RAM è una conferma. Che sia reazionario mi pare abbastanza evidente, dai... Stiamo parlando di un album che, a parte qualche avvisaglia delle vocette tipicamente Daft Punk, musicalmente resta fermo al 1979 (ai primi '80s, toh, se proprio si vogliono includere certi fermenti italo-disco), e che gioca sull'imitazione di stili codificati, laddove Homework e Discovery puntavano sul melting pot, sulla rielaborazione di quelle influenze alla luce della (allora) modernità. Posto ciò, le reazioni di fronte a questa musica possono essere le più disparate: estasi, disgusto, noia, esaltazione, divertimento, etc. Io stesso ho gradito - e tanto - i Sulk, band musicalmente ferma al 1992. C'è da dire, che laddove il revival baggy è un fenomeno tutto sommato recentissimo (se ne parla credo da un paio d'annetti, ma i primi frutti stanno maturando proprio nel 2013), il revival disco (proprio quella degli Chic, di Patrick Adams, etc.) è roba di almeno un lustro (anche più vecchia se si considerano le rivoluzioni DFA con mutant disco: un suono che ha profondamente caratterizzato il decennio precedente). Insomma, ho percepito una certa freschezza nella riproposizione degli stilemi madchestriani, mentre RAM per me odora di vecchio più di un circolo anziani. Son sensazioni.

Marco_Biasio alle 12:37 del 14 giugno 2013 ha scritto:

Cago per un secondo il cazzo, visto che c'è di mezzo uno slavismo: il termine corretto al 100% (traslitterazione scientifica intendo) è intelligencija. Fine spot!

unknown (ha votato 8 questo disco) alle 20:06 del 12 giugno 2013 ha scritto:

siamo tornati alla fine degli anni 70 massimo inizi anni 80 pur con sonorita' moderne

agli inizi del millennio i daft hanno dato una grossa spallata alla musica dance..oggi ci ridanno quella musica

che quando io ero ragazzino ed ascoltavo punk... progressive ...o new wave... snobbavo... ma che ora rispetto alla dance odierna si fa rispettare..e mette nostalgia

niente di nuovo..ma che classe ragazzi...ma qui non c'e solo dance c'e' molto di piu'

ottimo disco

ottima rece

sfos (ha votato 6 questo disco) alle 20:08 del 12 giugno 2013 ha scritto:

Innocuo passatempo. Anzi no, è pure troppo lungo, diciamo che è una mezza perdita di tempo. Mezza perchè qualche bel pezzo c'è.

Totalblamblam (ha votato 1 questo disco) alle 21:20 del 12 giugno 2013 ha scritto:

pura retromania a me puzza di presa per il culo

fabfabfab, autore, alle 23:45 del 12 giugno 2013 ha scritto:

Retromania esagerata (vi prego, guardatelo!)

mavri (ha votato 8,5 questo disco) alle 14:20 del 13 giugno 2013 ha scritto:

Mi rendo conto possa dividere ma per me è un lavoro davvero superlativo.

Franz Bungaro (ha votato 9 questo disco) alle 14:23 del 13 giugno 2013 ha scritto:

Comunicazione di servizio: ieri ho stappato una Peroni con la slappata del basso di Lose yourself to dance. Utile da sapere per chi parte in vacanza.

Franz Bungaro (ha votato 9 questo disco) alle 21:26 del 23 giugno 2013 ha scritto:

la ballavano già a Soul Train, uguale uguale

Dr.Paul (ha votato 7 questo disco) alle 15:54 del 13 giugno 2013 ha scritto:

il migliori disco dei daft punk rimane homework, questo è indubbiamente un bel sentire per l'estate....retromania goduriosa! io trovo eccessivi i voti oltre il 7...7,5. imho c'è il solito effetto domino per il quale tutti impazziscono x il disco ma nessuno sa bene xche ghghgh!! se certi pezzi fossero usciti a nome mio..compreso get lucky...sarei stato etichettato come un fighetto finto-zozzo e modaiolo, se questi pezzi fossero usciti a nome patrick wolf vedrei zampilli di vomito uscire dallo schermo pc....ma se si tratta di daft punk o radiohead...o meglio ancora these new puritans....allora è miracolo!!! so' troppo vecchio per cadere in queste cose lollll

fabfabfab, autore, alle 16:07 del 13 giugno 2013 ha scritto:

Se Patrick Wolf fa una cosa come Get Lucky vado in pellegrinaggio con Paolo Brosio 2 volte l'anno finchè campo...

REBBY (ha votato 5,5 questo disco) alle 22:56 del 14 giugno 2013 ha scritto:

Se Patrick Wolf fa una cosa come Get lucky l'accordo eheh

REBBY (ha votato 5,5 questo disco) alle 22:57 del 14 giugno 2013 ha scritto:

L'accido ghgh

Gio Crown (ha votato 7 questo disco) alle 18:58 del 13 giugno 2013 ha scritto:

Direi molto molto anni '70 inizio anni '80...l'ho ascoltato con piacere! E pensare che allora imbevuta della cultura classic rock instillatami dal mio mentore musicale (mio fratello maggiore) guardavo con malcelato disprezzo ai coetanei che si sballavano nelle discoteche ballando musica come Give life back to music o Lose yourself to dance! E ora eccomi qui ad apprezzarla, sarà perché certe sonorità si sono indubbiamente raffinate grazie al tempo e alle evoluzioni musicali e non sono più solo per stordire e far ballare a ritmi ossessivi? Comunque certi pezzi sono veri e propri gioielli: Within, Instant Crush, l'ormai onnipresente Get Lucky (per inciso, ottimo per saltare in palestra nel corpo libero!) Motherboard. Qualche pezzo di puro Moroder (Doin' it right Beyond) Touch, dimenticando gli effetti speciali, mi ricorda tanto i pezzi cantati da Ted Neely, Gesù in Jesus Christ Superstar, sentire per credere. Altri pezzi sono meno pregevoli, da sottofondo per una serata piacevole (come si dice...ambient?).

Nel complesso davvero un buon disco...è il primo di loro che ascolto anche se sospetto che se ascolto altri lavori riconoscerò colonne sonore di film, pubblicità e videogiochi.

Da ultimo, grazie al recensore come a tutti gli altri di SdM...come farei senza di voi e senza la vostra guida all'ascolto?

pennaluca (ha votato 8,5 questo disco) alle 11:13 del 14 giugno 2013 ha scritto:

Ottima recensione, soprattutto si sente che il disco è stato ascoltato, assaporato ed in parte metabolizzato.

Anche io credo che i dischi vadano valutati nel tempo ma date le premesse pare che RAM sia anche superiore ai primi due soprattutto perchè, ed in questo caso sono di parte, il disco è suonato: adoro il groove quando sono gli uomini a produrlo e non le macchine. Come portata innovativa RAM poco aggiunge dal punto di vista delle idee ma è un ottimo album "a prescindere" godibilissimo ed apprezzabile da tutti, da mio figlio di tre anni che adora Get Lucky fino a chi piacciono le sfumature latine presenti nel solo di sint in Giorgio By... .

P.S.

La recensione impostata su Passato Presente e Futuro è una valida chiave di lettura del disco soprattutto perchè a ben ascoltare è un messaggio che a mio avviso i Daft Punk volevano dare con RAM.

nebraska82 (ha votato 5 questo disco) alle 13:31 del 24 giugno 2013 ha scritto:

"get lucky" rifatta dai wilco

Franz Bungaro (ha votato 9 questo disco) alle 22:03 del 3 luglio 2013 ha scritto:

questa è la mejo di tutte le cover so far, la dedico al simpaticone che ha votato 0.5 il disco

Sor90 alle 22:07 del 5 luglio 2013 ha scritto:

Ma che figata

FrancescoB (ha votato 7,5 questo disco) alle 20:08 del 4 luglio 2013 ha scritto:

Ecco, il disco mi piace, quind la mia supponenza pregiudiziosa va a farsi fottere. Non li ho mai amati, ma qui mi piacciono, questo è disco molto bello. Ben mi sta.

andrea-s (ha votato 7 questo disco) alle 10:45 del 5 luglio 2013 ha scritto:

C'è qualcuno che come me crede che il pezzo con Casablancas ospite sia il peggiore? Per il resto buon disco, groove-oso ed estivo. Siamo lontani dal loro apice ma la stoffa è fuori discussione.

zagor (ha votato 5 questo disco) alle 11:00 del 5 luglio 2013 ha scritto:

concordo, è un pezzo di rara bruttezza, sembra un incrocio tra "samantha fox, i modern talking e nick kershaw".(cit) però l'hanno fatto i daft punk, quindi è bello.

FrancescoB (ha votato 7,5 questo disco) alle 20:50 del 5 luglio 2013 ha scritto:

A me non dispiace. Il mio preferito però è "Touch", un piccolo capolavoro. Qua e là vedo momenti di stanca e qualche lungaggine, ma l'impressione rimane ottima. Sì, non averi mai pensato di dirlo: 7,5.

Sor90 alle 22:15 del 5 luglio 2013 ha scritto:

Visto che siamo in vena di cover, quella dei Daughter

Dusk (ha votato 6 questo disco) alle 12:58 del 11 luglio 2013 ha scritto:

Ero indeciso se dare il 6 a R.A.M., glielo do solo per lo sbattone che si sono fatti a ricollezionare i microfoni delle varie "annate" con cui cantare...

Scherzi a parte, la qualità del suono è perfetta; i Daft Punk *ovviamente* sanno il fatto loro; alcuni buoni pezzi ci sono e "Get Lucky" ha avuto il merito di rendere questo tipo di musica più accessibile a tutti.

Resta però il fatto che R.A.M. è un misto tra compitino svolto, "ricordi quando nel..." di vecchie glorie e finto revivalismo dovuto (secondo me) a mancanza di idee. La cosa più irritante è che se il vero salto di qualità non lo fanno i Daft Punk nell'elettronica (con i mezzi che hanno a disposizione) chi altri lo farà?

salvatore (ha votato 7 questo disco) alle 10:28 del 20 luglio 2013 ha scritto:

Carino e divertente! E "Get Lucky" è - giustamente - il tormentone del'estate!

Marco_Biasio alle 23:30 del 25 luglio 2013 ha scritto:

Penso che Get Lucky sia davvero il singolo perfetto. Poche cose, tutte al posto giusto. Bella davvero. E così virale da essere già stata coverizzata dovunque e da chiunque: dai quartetti jazz, ai musicisti tunisini, ai complessi folk scandinavi, ai vari ed eventuali tributi dei colleghi professionisti... Qualcosa è già comparso su questa pagina, ma fatevi un giro sul tubo per curiosità e prendetevi almeno mezz'oretta per selezionare i video migliori sotto la stringa "get lucky cover"... Il disco lo sto sentendo ora e, come al solito, avete tutti ragione: gran suono, grande citazionismo (Los ha ragione quando dice che, però, forse è un po' reazionario e, in fondo, gli Hercules And Love Affair avevano portato a termine rielaborazione migliore), ospitate furbe ma riuscite, canzoni grossomodo riuscite, con quel picco di Motherboard che giustamente Fabio ha sottolineato.

bbjmm (ha votato 0,5 questo disco) alle 14:27 del 15 agosto 2013 ha scritto:

Album tristemente specchio di come si voglia esorcizzare il passato a scapito del nulla. poveretti.

Lepo (ha votato 6,5 questo disco) alle 20:05 del 4 settembre 2013 ha scritto:

Recensione ottima, per me però RAM è stata una mezza delusione, viste le alte aspettative create sia dagli stessi robot con il loro sfavillante passato, sia dall'isteria collettiva generatasi nelle settimane antecedenti la release (un'operazione di marketing, quella sì, da 10 e lode, non era ancora uscito il disco che già sembrava dovesse essere per forza il migliore del decennio!). Non me ne frega nulla dei distinguo commerciale, dance, underground, ecc. Come dice giustamente l'autore del testo chi forza su quest'aspetto non ha capito un'acca dei Daft Punk, un autentico (e straoordinario) gruppo POP, sin dalla fortunatissima "Around The World". Certo, non un pop canonico, piuttosto un pop collagista e warholiano. Qui disvestono i panni degli assemblatori minimalisti che avevano indossato nei precedenti tre dischi (Tron non lo considero) e provano a fare i musicisti tout court. Non sempre, tuttavia, i risultati sono all'altezza delle aspettative; certo, ci sono ottime trovate, quali la mitologica Giorgio by Moroder (il quale, pur non avendo fatto fondamentalmente una mazza, ha ricevuto tributi da mezzo mondo per il suo intervento! Sempre più una leggenda vivente), Lose Yourself To Dance, la stessa Get Lucky, Doin' It Right oppure l'arrembante Contact (per me, la migliore), ma alla lunga l'insistere sulle proprie ossessioni di ascoltatori adolescenti (fino a Get Lucky praticamente in ogni canzone a un certo punto parte la base disco funky!) penalizza il risultato, che suona non tanto, banalmente, mainstream, quanto piuttosto incredibilmente piatto. Non essendo dei raffinati compositori (alla fin fine i giri armonici delle loro canzoni sono sempre stati, e sono anche qui, piuttosto elementari), eliminati gli elementi spiazzanti che potevano essere offerti in un connubio folle di stili, suoni ed influenze, ciò che resta tende al tedio. Si prenda Touch, ad esempio: ascoltandola non si può che riconoscerne la pulizia nel suono, la cura negli arrangiamenti, lo studio attento e meditato sulle varie fasi che la compongono, ma, terminato l'ascolto, non si resta completamente rapiti o stregati dal pezzo, c'è sempre un qualcosa che manca, non scende la lacrimuccia, per usare parole spicciole, prerogativa, questa, che dovrebbe appartenere a qualunque torch song che si rispetti. O almeno, questo non succede a me, forse è un problema mio. La stessa cosa mi succede in Within, Motherboard, Beyond: composizioni carine, sì, ma dai Daft Punk pretendo altro. In definitiva, oggettivamente sarebbe un 7, ma per il nome degli autori scendo di mezzo punto.

zagor (ha votato 5 questo disco) alle 12:26 del 5 settembre 2013 ha scritto:

commento lucido ed equilibrato...ieri in radio sentivo "Lose yourself to dance"; pezzo davvero monotono....boh, non capisco proprio come ci si possa entusiasmare per sto disco!!!

REBBY (ha votato 5,5 questo disco) alle 11:01 del 24 settembre 2013 ha scritto:

Come già detto dal Los e dalla Gio, è un disco calligrafico che pare edito negli anni in cui, talvolta, ho frequentato anche discoteche (con un unico chiaro obiettivo in testa ghgh) che proponevano la musica commerciale di allora (su quale sia quella commerciale di oggi, a differenza di quand'ero giovanotto, non sono più tanto esperto). Ascoltarlo non è stata una perdita di tempo e non mi interessa sapere se lo sono o lo fanno, ma (a meno che qualche ospite gentilmente mi richieda l'ascolto) il cd è già a prender polvere.

Salvo Motherboard (era in ballottaggio con Touch e Contact).

zagor (ha votato 5 questo disco) alle 14:57 del 24 settembre 2013 ha scritto:

lol

TexasGin_82 (ha votato 8,5 questo disco) alle 15:01 del 21 ottobre 2013 ha scritto:

questo non ricordavo di non averlo votato! provvedo subito... non riesco a dare il 9 per colpa dei giri di molte canzoni che trovo troppo scontati e ripetitivi, però ritengo questo album di una qualità spaventosa, ci vedo un'attenzione ai dettagli che forse non ha precedenti nella storia. l'ho scritto o l'ho solo pensato?

internalvoid (ha votato 3 questo disco) alle 14:18 del 22 gennaio 2017 ha scritto:

orrendo