A BellRays - Report Live

BellRays - Report Live

11-12-2008 – La Casa 138 - Milano

I Bellrays (anzi BellRays con la “r” maiuscola, non chiedetemi il perché) sono un gruppo che in Italia non sembra essere conosciuto molto. C’est drole n’est-ce pas? Direbbe Voltaire se fosse un maledetto rockettar oa noi contemporaneo. In effetti stupisce un po’ notare come tra stampa e web italiani non si menzioni molto spesso questa band californiana in grado di far resuscitare il garage-rock di un tempo (MC5 su tutti) unendovi un amore per la black music davvero considerevole, tanto da scomodare paragoni illustri come James Brown e Aretha Franklin per parlare della vocalist Lisa Kekaula, una di quelle donnone che riescono a ispirare sesso nonostante abbiano trenta o quaranta chili di troppo sulle ànche.

Solita storia insomma, l’incontro tra musica bianca tendente a un certo proto-punk e stilemi neri tendenti a soul e funk. Eppure diamine lo show che riescono a fornire i BellRays è qualcosa di strepitoso, tanto da far respirare a pieni polmoni un anno preso a caso tra il 1969 e il 1972.

Alle 22.55 stiamo ancora aspettando impazienti l’ingresso sul palco della band, già abbastanza incarogniti per il fatto di non aver avuto neanche un misero gruppo spalla pescato da un qualsiasi garage della Brianza a intrattenerci.

Alle 22.56 la Kekaula si fa largo tra il pubblico con la sua incantevole chioma afro e si trascina dietro i compagni di merenda, evidentemente reduci da un giretto in città tra le bancarelle natalizie.

Alle 22.59 dopo aver mollato sciarpe, cappotti e guanti nel camerino la band sale sul palco, imbraccia gli strumenti e inizia a suonare impetuosamente.

Alle 23.42 per la prima volta il locale respira silenzio per un tempo superiore ai dieci secondi…

Circa tre quarti d’ora suonati ad altissima intensità senza un attimo di respiro. Breve ma fenomenale. Senza contare i tre bis che il gruppo concede arrivando a un totale di cinquanta minuti di concerto.

Potrebbe sembrare sempre poco ma ne è valsa davvero la pena di affrontare il gelo notturno di Milano in questo impetuoso dicembre per un concerto del genere. Perché al di là di tutto ascoltando brani come Psychotic hate man sembra davvero di sentire le sfuriate del mai abbastanza rimpianto Fred Sonic Smith, e risuona nell’aria l’atmosfera delle pantere nere, della rivoluzione imminente, della spiritualità allucinata dovuta alle droghe leggere, del trionfo del riff elettrico e via dicendo.

Un accenno lo meritano i componenti del gruppo: Bob Vennum pompa il suo basso con una frenesia e una potenza irresistibile; è lui il “bianco” più nero del gruppo con la sua ritmica pienamente immersa nel rhythm’n’blues e nel funk. Molto più classic-rock e per molti versi “heavy” il chitarrista Tony Fate, che riporta pericolosamente alla mente il Dana Carvey che impersonava Garth Algar in Fusi di Testa, ossia lo storico metallaro diventato un cult per la sua chioma bionda, gli occhialini e l'aria svampita. Il batterista Craig Waters invece è semplicemente un mostro, impeccabile, tiene il tempo con violenza e senza risparmiarsi per tutto il concerto, ossia tutto quello che deve fare un buon batterista. Su tutti troneggia però lei, Lisa Kekaula, che compare con un vestitino viola attillato che lascia intuire la consistenza dei capezzolini, evidentemente liberi da fastidiosi reggiseni. Una voce sexy e potente come poche oggi in circolazione. Una voce profondamente black, che non esula da un certo blackxploitation più o meno spontaneo che crea un grande fascino, mostrando di saper smuovere le masse con mosse da pantera e una costante interazione con un pubblico non per niente in semi-delirio.

Questo e molto altro sono i BellRays. E mi raccomando di non dimenticare la “r” maiuscola.

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