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R Recensione

8/10

The Stooges

Raw Power

Dopo l’incredibile accoppiata The Stooges-Fun House il gruppo, nel 1970, si scioglie . Passa qualche anno, il tempo di riempirsi le budella di droghe e alcool vari e di accumulare voglia di violenza musicale quando David Bowie in versione “padrino benevolo” convince Iggy Pop a rimettere in sesto la band, cosa che avviene puntualmente all’alba del 1973 ma con qualche fondamentale differenza: Steve MacKay non rinnova la presenza dopo i luccichii di Fun House e anche Dave Alexander non ha intenzione di tornare. Al suo posto fa l’ingresso nel gruppo il chitarrista James Williamson con Ron Asheton che passa al basso. Sacrilegio, verrebbe da pensare! Uno dei migliori chitarristi al mondo riciclato al basso. Roba da non credere.

In realtà Williamson dimostrerà di sapersela cavare più che egregiamente.

E lo si capisce già dal primo pezzo quale sarà l’anthem dell’album: Search and destroy è di una violenza inaudita, la stessa che aveva caratterizzato soprattutto l’esordio The Stooges e pezzi come I wanna be your dog e No fun. Distorsioni e assoli allucinanti formano un muro sonoro in cui sembra ci siano tre-quattro chitarre sporche, ma di uno sporco così lurido che raramente si è sentito. Ormai il confine tra garage-rock e punk è ormai abbondantemente superato. Non si deve avere pudore ad affermare che questo inno supersonico è puro e grezzissimo punk, come sarà nella più marcia tradizione di Sex Pistols e compagni.

And I’m the world’s forgotten boy

The one who’s searchin’, searchin’ to destroy

Iggy è tornato e lamenta la sua desolazione fisica e psichica. Tre anni di droghe non sono passati indenni. Il peggio dovrà ancora venire ma per adesso rimane la sensazione che il mondo lo abbia abbandonato. Sono finite le speranze, sono cadute le illusioni. Di fronte a questo ambiente di inquietudine interiore Iggy non si rassegna, non si dispera, anzi reagisce come ha sempre fatto, sputando sangue, strepitando, combattendo, oltraggiando, inneggiando alla violenza (sonora e non).

Gimme danger è una ballata che smorza un po’ i toni: ma attenti, quando si accosta il termine ballata accanto a quello degli Stooges bisogna stare attenti a non equivocare: l’inizio è sì morbido ma, progressivamente, il pezzo prosegue viscido, inafferrabile, rozzo, a tratti un pugno nello stomaco, in un clima sonoro che mischia psichedelica e sofferenza, low-fi e perversione, malattia e atmosfera “noir”. Williamson accompagna ottimamente Iggy che con la sua voce suadente e maestosa sospira il pericolo (“gimme danger”) e stuzzica con le solite invocazioni sessuali (“feel my hand”) in un calderone in cui l’amore non è mai visto come dolce o romantico ma può essere solo rabbioso e insidioso.

Your pretty face is going to hell in questo senso raggiunge gli apici di volgarità sessuale gratuita in un clima sonoro che torna a essere di punk ante-litteram: distorsioni e assoli-riff superveloci fanno da contorno a una delle voci più roche e marce mai uscite dalla bocca di Iggy.

Penetration è strutturata su un unico riff su cui si staglia il tono lugubre e torbido di Iggy. Il nome del pezzo è tutto un programma…si, insomma, siamo sicuri che non si parli di prati verdi e arcobaleni. Ci si domanda quanto possa avere influito l’ondata glam (e quindi anche Bowie) del periodo nell’elaborazione di testi così provocatori e sessualmente espliciti, elemento non certo nuovo ma sicuramente più attenuato nei due precedenti dischi.

Ad ogni modo arriviamo a Raw Power, altro pezzo che entrerà nella leggenda ( e verrà coverizzato vent'anni dopo dai Guns’n’Roses). Provate a farci caso: a un attento ascolto noterete come il pezzo si apra con un rutto. Tutto il resto è superfluo. Anche se l’ennesimo devastante miscuglio di distorsioni, riff e assoli acidissimi e velenosi non riesce a non lasciare il segno.

I need somebody riporta alla mente il blues estremizzato presente in Fun House. Qui però Iggy canta come una prostituta vogliosa e emerge la sensazione di stupore per la continua voglia di scandalizzare i benpensanti.

Shake appeal è un rock’n’roll sfrenato e estremizzato, quasi trash nel suo incedere lineare e martellante.

Death trip è una degna chiusura del terzo e ultimo capolavoro del gruppo: una mazzata, un ritratto scarno e veemente della depravazione sonora che sono stati gli Stooges.

Nel complesso l’album segna un saliscendi emotivo e ritmico che alterna pezzi veloci e ultraveloci. Il risultato è ancora una volta per Iggy e compagni un capolavoro del rock, anche se a parere di chi scrive leggermente inferiore rispetto ai primi due album. Rimane il fatto che nella storia non si ricorda una simile percentuale qualitativa: tre album-tre capolavori, poi stop, cala il sipario. Iggy Pop comunque si metterà in proprio intraprendendo una carriera solista piena di soddisfazioni. Ma questo è un altro discorso. Ora come ora rimane in testa solo la potenza devastante di Search and destroy (e di ciò che segue).

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Voto degli utenti: 8,3/10 in media su 33 voti.

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Totalblamblam (ha votato 7 questo disco) alle 18:43 del 15 novembre 2008 ha scritto:

disco con anche dei fillers, non il mio preferito del gruppo

terribile il re-styling annacquato fatto da quel tamarro degli iron maiden su cd

non capisco come iggy abbia potuto togliergli quella grezzezza glam che lo rendeva unico

procuratevelo solo su vinile

Roberto_Perissinotto (ha votato 7 questo disco) alle 13:19 del 29 gennaio 2009 ha scritto:

E' vero, la trasposizione su disco ha tolto una parte importente del sound, ma il disco è comunque una bomba, ruvido, grezzo, proprio ciò che ci si aspettava da Iggy Pop e soci. A volte gira un pò a vuoto ma...sinceramente, who cares?

ozzy(d) (ha votato 9 questo disco) alle 13:54 del 29 gennaio 2009 ha scritto:

Si può dire quello che si vuole sulla produzione ma "I need somebody" è la cosa più bella mai registrata da iggy, pura depravazione glam da strada, altro che le mossettine di Bowie.

bart (ha votato 7 questo disco) alle 15:09 del 5 giugno 2010 ha scritto:

Bel disco, più commerciale e orecchiabile dei precedenti, ma non c'è paragone,soprattutto con "Fun house".

PetoMan 2.0 evolution (ha votato 6 questo disco) alle 21:22 del 19 agosto 2010 ha scritto:

Talmente monotono che gli ac\dc in confronto sembrano un gruppo free jazz. Però la botta c'è

Alessandro Pascale, autore, alle 1:25 del 20 agosto 2010 ha scritto:

RE:

la frase di Petoman è da scolpire in una tavola di pietre delle stronzate più clamorose della storia. mi si perdoni la volgarità ma quando ci vuole ci vuole

fabfabfab alle 9:19 del 20 agosto 2010 ha scritto:

RE: RE:

che poi se esiste musica veramente noiosa è proprio certo free-jazz ...

Lezabeth Scott (ha votato 8 questo disco) alle 23:30 del 19 agosto 2010 ha scritto:

"Mi è semblato di sentile un peto!?!"

PetoMan 2.0 evolution (ha votato 6 questo disco) alle 9:46 del 20 agosto 2010 ha scritto:

Bè la noia è una sensazione soggettiva, ed io non ho parlato di noia. Il fatto invece che questo sia un disco monotono è una verità insindacabile e c'è ben poco da discutere. Sarà pure importante, storico, ruvido, grezzo, potente, selvaggio, tutto quello che vuoi, ma è anche monotono ed affermare il contrario significa mentire.

B-B-B (ha votato 9 questo disco) alle 13:40 del 7 aprile 2015 ha scritto:

Concordo sul fatto che è un pò monotono, ma gli AC/DC lo sono molto di più

PetoMan 2.0 evolution (ha votato 6 questo disco) alle 9:48 del 20 agosto 2010 ha scritto:

musicalmente monotono

fabfabfab alle 10:11 del 20 agosto 2010 ha scritto:

RE:

Ah sì, ognuno si diverte e si annoia come vuole ...

ygmarchi (ha votato 10 questo disco) alle 22:37 del 2 febbraio 2011 ha scritto:

Il più grande disco rock di tutti i tempi

Poco da aggiungere. L'unico pezzo un po' deboluccio è 'I need somebody', il resto è semplicemente memorabile. 'Your pretty face is going to hell' fa gara con 'TV Eye' come canzone più virulenta della storia del rock.

L'edizione remixata di Iggy del '97 fa un po' schifo, anche se mi sono innamorato del disco ascoltando quella. Prendete l'edizione del 2010 che rimasterizza il mix di Bowie del 1973.

Il mio disco preferito in assoluto.

Gabs (ha votato 10 questo disco) alle 13:59 del 22 aprile 2013 ha scritto:

AVVISO: Alla larga da questo disco, piatto, banale, monotono, inconsistente. Rumorosa scorreggia glam rock! Ron Asheton relegato al basso come un session man da strapazzo; Rock Action non martella più i tamburi come Fun House; Williamson fa il figo in velocità e imprecisione sulla sei corde; Iggy modella il tessuto sonoro leggendo la rivista -Tutto uncinetto. Vaff...detesto condividere con troppa gente le mie preferenze musicali.

ThirdEye (ha votato 10 questo disco) alle 18:52 del 8 gennaio 2014 ha scritto:

Uno dei più grandi dischi Rock n'Roll di sempre. Marcio, perverso, rumoroso, sguaiato e drogato come un fottuto album di Rn'R deve essere.

baronedeki (ha votato 9,5 questo disco) alle 20:55 del 4 marzo 2017 ha scritto:

Tre Album tre Capolavori il termine proto punk molto usato nei due album precedenti è in alcuni pezzi di questo che lo trovo più appropriato. A proposito di Stooges in questi giorni sto ascoltando gli Yak album Alas Salvation che secondo me hanno tanto di Iggy e soci e non solo veramente un buonissimo esordio.

K.O.P. (ha votato 8,5 questo disco) alle 13:33 del 5 marzo 2017 ha scritto:

Il quarto degli Stooges non te lo consiglio io! Ahahah

baronedeki (ha votato 9,5 questo disco) alle 15:41 del 5 marzo 2017 ha scritto:

Adesso la mia curiosità si è spostata verso i Fall ma non so con con quale album iniziare sono troppi i loro album , Yak e Parquet Courts

zagor alle 17:17 del 5 marzo 2017 ha scritto:

coi Fall prova a iniziare con Hex Enduction Hour.

Vito (ha votato 7 questo disco) alle 10:50 del 2 marzo 2020 ha scritto:

Il disco più punk degli stooges e anche quello più monolitico, privo di quei cambi di atmosfera tipici della loro musica e che rendevano(e rendono)i primi due dischi dei capolavori .comunque ottimo e invecchiato meglio di altri partoriti in quegli anni.