R Recensione

7/10

The Notwist

The Devil, You + Me

Mancavano dal 2002, Martin Gretschmann, Markus e Michael Acher, congedatisi dalla scena internazionale con quello che probabilmente passerà alla storia come il loro capolavoro Neon Gold.

Si sono presi il loro tempo investendone quanto più ne avevano a disposizione per dare la forma più consona all’ evoluzione del Notwist sound: un melting pot sperimentale di jazz, elettronica, kraut, post rock e minimalismo declinato in un contesto eminentemente melodico e pop.

Rispetto al suo predecessore The Devil, You + Me denota un suono più denso e stratificato nella cui combinazione i vari elementi elettroacustici convivono simultaneamente creando un senso di molle pienezza e di modulata dissonanza. Significativo, in questo senso, il contributo della Mega Express Orchestra, un ensemble di stanza a Berlino e composto da giovani musicisti provenienti da tutto il mondo che suona un miscuglio fra jazz, contemporanea e colonne sonore. Ne scaturisce un disco asintotico eppure rigoroso, definito ed espanso, una sorta di folk cosmico arrangiato da un’orchestra siderale in assenza totale di gravità.

Good Lies decolla dolcemente su propulsori post emo, Where In This World drappeggia il suo pop barocco su un tappeto di chiodati break beat, Gloomy Planet da alla luce un glitch folk brasileiro rarefatto in pulviscolo interstellare e concentriche digradazioni kraute, Alphabet pesta con foga sui tasti più glitch e noise del sintetizzatore, la title track sembra un’ ode californiana di James Taylor processata da Hal 9000, un gioiello berlinese non fosse che la band è di Monaco, Gravity è un lunghissimo arpeggio amniotico frastagliato di controtempi, Sleep, una ninna nanna dub tempo, On Planet Off, uno scarno traliccio tardo bristoliano annodato da un picking acustico su un mellotron d’antan, Boneless è percussiva, saltellante, spensierata, eterea, disincarnata, come ubriacarsi di sangrilla e poi slacciarsi le cinghie e nuotare sul dorso sfiorando il tetto della navetta spaziale, Hands On Us è l’inevitabile dissolversi di tanta euforia e lo scoprirsi di nuovo nel proprio prigionieri delle leggi newtoniane, la floreale Gone Gone Gone è il commento del feto astrale, il seme bucolico che ha fecondato le profondità dell’interspazio.

E noi, sul ciglio dell’universo, a chiederci se laggiù sulla terra invecchiata anni luce c’è ancora qualcuno che c’aspetta.

V Voti

Voto degli utenti: 7,8/10 in media su 18 voti.
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REBBY 10/10
target 8/10
george 7/10
krikka 8/10
Franko 8/10

C Commenti

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Roberto Maniglio (ha votato 7 questo disco) alle 23:36 del 30 settembre 2008 ha scritto:

Supera la sufficienza ma non è all'altezza di Neon Golden.

Enrico Venturi (ha votato 8 questo disco) alle 8:11 del primo ottobre 2008 ha scritto:

Album piu' introspettivo e meditato di Neon Golden, ma era giusto cosi' dopo tanto tempo. Sono sempre loro, la qualita' e' eccelsa e l'ispirazione non manca.

fabfabfab (ha votato 7 questo disco) alle 11:03 del primo ottobre 2008 ha scritto:

Che non suscitino le emozioni del 2002 era preventivabile. Neon Golden usciva in piena orgia indietronica / Morr Music. Uscisse adesso non farebbe il clamore che fece all'epoca.

Luca Morello (ha votato 8 questo disco) alle 13:49 del 6 ottobre 2008 ha scritto:

ma le emozioni sono date anche dalla...musica in se stessa ( ).

fabfabfab (ha votato 7 questo disco) alle 13:59 del 6 ottobre 2008 ha scritto:

RE:

?

Luca Morello (ha votato 8 questo disco) alle 15:46 del 6 ottobre 2008 ha scritto:

RE: RE:

voglio dire...la bellezza (o meglio, la capacità di suscitare emozioni) di un disco, non è data solo dal periodo in cui esce. Pensando a Neon Golden, l'album suscista in me emozioni slegate dal pensiero "questa è musica indietronica", valga per tutti l'esempio di "Consequence".

fabfabfab (ha votato 7 questo disco) alle 16:33 del 6 ottobre 2008 ha scritto:

E chi ha detto che non sia così. Ho solo detto che è venuto meno l'effetto sorpresa, e che il successo di Neon Golden nacque anche dal periodo storico.

Dr.Paul alle 8:49 del 8 ottobre 2008 ha scritto:

mi lascia un po freddino, spero Markus Acher torni quanto prima a lavorare coi Lali Puna.

6

george (ha votato 7 questo disco) alle 21:39 del 16 dicembre 2008 ha scritto:

d'accordo con fabio

REBBY (ha votato 10 questo disco) alle 11:32 del 9 gennaio 2009 ha scritto:

Per me degno erede di Neon golden perchè l'album è

pieno di belle canzoni. Pur non avendo la patina di novità del suo illustre e lontano predecessore io riesco ancora a godere delle loro nuove atmosfere, talvolta somiglianti alle vecchie, ma con qualche elemento di novità quali "un suono più denso e stratificato" e una maggiore evidenza degli strumenti acustici. Buona l'orchestrazione. Una riuscita appendice al loro capolavoro, in definitiva.

target (ha votato 8 questo disco) alle 15:21 del 10 gennaio 2009 ha scritto:

Sono l'unico pazzo visionario a cui questo è piaciuto non dico di più ma almeno tanto quanto Neon Golden? Ma tutto sommato anche un filo di più, via. In tal caso ditemelo che al mio psicanalista queste discrepanze interessano.

REBBY (ha votato 10 questo disco) alle 11:29 del 11 gennaio 2009 ha scritto:

Beh no, tra i pazzi visionari ci sono anch'io.

Pur possedendo l'ultimo Notwist da alcuni mesi,

in questo periodo lo ascolto con piacere pari

(ma anche leggermente superiore) al suo illustre

predecessore. Certo se poi si tiene conto che

Neon golden è stato edito 6 anni prima é altamente

probabile che dal punto di vista della "storia della musica" l'opera del 2002 sia più importante

(vista la sostanziale continuità del progetto).

target (ha votato 8 questo disco) alle 12:31 del 11 gennaio 2009 ha scritto:

D'accordo con te, reb: certamente sarà l'altro il loro disco più rappresentativo, ma sarà questo che io ascolterò di più.

hiperwlt (ha votato 8 questo disco) alle 11:11 del 13 settembre 2009 ha scritto:

target non sei l'unico. e secondo me ha completamnte ragione fabio codias: il successo del primo è stato dettato dal filone elettronico che stava spopolando.

questo album è splendido tanto quanto il primo,ma in qualche modo diverso: il suono è curato nei più minimi dettagli(ancora più che in neon), le atmosfere sono più cupe,l'emotività più sottile e profonda, alcune canzoni sono più approciabili rispetto a "neon golden" ( "good lies", "the devil, you+ me","where is this world").