A Los Campesinos! - Report Live 14-11-2008 al Piper

Los Campesinos! - Report Live 14-11-2008 al Piper

di Nur

E' stato un piccolo miracolo. Il trittico Sky Larkin  + Lovvers+ Los Campesinos! devastante. Il Piper é un locale storico di Roma che negli ultimi dieci anni ha ospitato per lo più orde di ragazzini brufolosi in cerca di house, techno e limoni selvaggi. Lo si vede dai divanetti in pelle nera, l'ambiente enorme, le terrazze e le piattaforme laccate di bianco in cui quella manciata di indiekids si è persa per tre ore buone.

Appena il tempo di entrare in sala e guardarmi in giro, e già percepisco le buone vibrazioni della serata. L'età media si aggirava sui 19 (che per i concerti romani è una pericolosa anomalia), un sacco di pischellini con i cheap mondays si baciavano a occhi chiusi e c'era un tizio con la maglietta dei Fanfarlo (!!!). Figo.

Il palco è circa a due metri d'altezza dalla pista, separato da un gradone intermedio. Faccio per preoccuparmi della distanza quando iniziano a suonare gli Sky Larkin. Tre ragazzini con un'energia francamente invidiabile che suonano le loro canzoncine rock e sorridono di default, così, solo perché ci sono. Dopo un paio di pezzi ci invitano a salire sul gradone che ci separava, e così ci mettiamo sotto di loro a sorridere assieme. Le casse erano dopo di noi e come conseguenza non sentivamo praticamente niente se non un flusso indistinto di basso e batteria da farci sanguinare le orecchie, ma in compenso potevamo slacciargli le scarpe mentre cantavano.

Seguivano subito dopo i Lovvers, irrimediabilmente sbronzissimi. Eravamo sempre di più sul gradone e si iniziava a ballare, ché i Lovvers sono capaci di svuotarti in testa secchiate di adrenalina sotto forma di canzoni e urla da un minuto e mezzo. Il cantante ha cercato di ucciderci facendo crowd surfing sulle venti persone della pedana, alla fine è caduto anche da lì e si è ritrovato sulla pista vuota da solo, urlando sudando e contorcendosi come un indemoniato, ma soprattutto mettendoci circa due minuti ad accorgersi che nel frattempo gli si era staccato il microfono. Finiscono anche i Lovvers e già siamo carichissimi.

La sala si comincia a popolare un po' di più e arriva finalmente il momento dei Campesinos. Non riusciamo a tenere l'eccitazione e canzone dopo canzone si sentono le scintille nell'aria, ci sentiamo tutti come ad un piccolo grande party segreto e assolutamente improbabile. Gareth, il cantante, assolda Francesca, una ragazza delle prime file, come traduttrice ufficiale per permettere a tutti di capire. Potrà sembrare una stupidaggine ma è stato un gesto di cortesia gentilezza ed umiltà raro. Allora ci dicono di scendere in pista e raggrupparci a coppie, ché quella era una canzone da ballare scatenati e subito dopo lenta da abbracciarsi.

Risaliamo su e ci raccontano di come si dispiacciano, dell'orario e di tutto il resto. Stavano ancora finendo di scusarsi e ringraziare che da un punto indefinito della sala qualcuno urla: "BUT WE ARE HEREEEE!!" E da lì è stata la fine. Si ballava così tanto su quella cavolo di pedana che a un certo punto avevamo seriamente paura di cadere tutti, ma era fantastico sentire sotto i piedi le vibrazioni della gente che si agitava e saltava. Gareth poi è sceso dal palco ed è saltato giù in pista, noi lo abbiamo seguito e ci siamo messi a ballare tutti attorno, ed eravamo sudati e felici.

I Campesini si guardavano tra di loro ed erano contenti, facevano gli auguri a chi in prima fila compiva vent'anni e si arrampicavano come scimmie sul soffitto del Piper. Dopo la doppietta You, Me, Dancing! e We Are Beautiful, We are Doomed eravamo distrutti e sapevamo che si era appena concluso uno dei più bei concerti dell'anno.

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Alessandro Pascale alle 12:16 del 24 novembre 2008 ha scritto:

una festa insomma!

ah sti giovinastri facinorosi! io invece non ricordo l'ultima volta che ho pogato...