I'm From Barcelona
Who Killed Harry Houdini?
Qui le cose sono essenzialmente due: o ci sono, o ci fanno.
E daccordo lavant pop, e daccordo il cercare di aprire nuove strade per la melodia, e daccordo i riferimenti retrò e tutti i revival del mondo, e daccordo ogni sorta di stranezze che potete ritrovare nella canzone popolare dellultimo decennio.
Però qui si va decisamente oltre: nonostante il nome esotico, sono svedesi, capeggiati dal baffuto Emanuel Lundgren, suonano ognuno uno strumento diverso (dai classici chitarre, basso e percussioni ai più insoliti tromba, kazoo, ukulele, banjo e flauto: alcuni fanno inoltre solo presenza corale), hanno alle spalle un EP nel 2003 e un ottimo esordio, Let Me Introduce My Friends, datato 2005.
Ah, dimenticavo: sono un collettivo di trenta persone.
Cosaaaaaaaaa?.
Trenta persone, sì. E siamo solo allinizio di quella che, almeno sulla carta, dovrebbe essere materia assai incuriosente. Non staremo qui a riferire la solita trafila del progetto nato per caso, anzi, per scherzo, e poi divenuto grande realtà grazie ad alcuni live nei locali di Jönköping, loro città natale, e ai mezzi tecnologici doggidì, MySpace e blog su tutti. Diremo però che gli Im From Barcelona presentano, nella loro musica, pochi ed essenziali punti di riferimento: unestrema linearità di componimento ed esecuzione, pezzi che spesso sono un unico grande ritornello e gli stessi interludi abbondantemente diluiti in un oceano di coretti assortiti, minutaggio anchesso breve e minimale quasi mai oltre i tre minuti , riferimenti musicali che pescano a piene mani dagli anni 60, sia in quanto a suono che per latmosfera, perennemente festaiola e, oserei dire, fricchettona.
Who Killed Harry Houdini?, seconda opera di Lundgren e compagnia, è però del tutto priva del candore e della freschezza dellesordio. Gli Im From Barcelona non provano più a stupire, fossilizzandosi in maniera perdurante nello schema della canzoncina infantile infarcita di buonismo, innervata appena appena, qua e là, da una vena un attimo più cupa e malinconica rispetto al passato. Un po come guardare una festa di compleanno attraverso il vetro di una finestra illuminato dai riverberi del sole al tramonto (Headphones e il suo carillon).
Ci provano continuamente a fare il giochino delle influenze, i trenta, nei dieci brani (più unininfluente ghost track, profeticamente intitolata Britney) che compongono il pacchetto. È però micidiale il senso di dejà-vu che attanaglia lascoltatore, rimembranze davvero troppo soffocanti che uccidono e brutalizzano quasi sul nascere i pezzi. Andy stacca il nastro con uno scheletro dream e rintocchi beatlesiani ovunque, salvo benedizioni in extremis degli Sleepy Jackson. Il singolo, Paper Planes, cerca di plagiare la buona sorte dei suoi predecessori, schiacciando una poesiola hippie dentro un piccolo sandwich sonoro mezzo Belle & Sebastian, mezzo Architecture In Helsinki di Fingers Crossed. Music Killed Me suona come i Beach Boys passati in naftalina attraverso gli anni 90. Tre canzoni, queste, che messe insieme non ne riescono a fare nemmeno una decente.
Non tutti i mali vengono per nuocere, è vero, e le parentesi chitarristiche smaccatamente glam di Houdini con tanto di falsetto incorporato parrebbero dimostrarlo. Ma poi si sprofonda nuovamente nel baratro. Non bastano tonnellate di strumenti ed uno smaccato amore per le melodia a fare un bel disco pop (il twee appiccicoso di Little Ghost). Ci vuole anche organicità, inventiva, varietà, organizzazione. Puntando più sulla quantità e la sovrabbondanza, che sulla qualità, i risultati potrebbero essere letali. Impossibile non alterarsi, poi, quando le accelerazioni della lunga, metamorfica Rufus (oltre sette minuti!) vengono smorzate da un lago di handclappin. Prevale non la sensazione delleclettismo, bensì della chiara, sfacciata presa per il culo. Nemmeno le ospitate eccellenti (la brava Soko, che si limita comunque al compitino su Gunhild, horror vacui di portata ciclopica) riescono a cancellare la certezza che, a questo turno, gli Im From Barcelona abbiano preso seriamente il volo. Salvo poi schiantarsi fragorosamente cento metri più in là.
Ergo? Lasciate che presenti i miei amici, e fottetevene su chi di loro possa aver ucciso, pace allanima sua, il buon Harry Houdini.
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