R Recensione

7/10

L7

Bricks Are Heavy

È stato già detto che se è vero che spesso una virata verso il commerciale costituisce un passo falso nella discografia di molti gruppi o artisti, è anche vero che questo non può essere considerato un assioma universale di tutta la musica. Il terzo album delle americane L7, gruppo nato sul finire degli anni ‘80 e in attività per tutta la decade successiva, ne è una riprova.

Le quattro ragazze propongono una miscela di punk e metal, lasciandosi influenzare in più di qualche canzone dal grunge. Nei primi due album tutto ciò era riproposto senza grosse novità o innovazioni dal punto di vista compositivo, anzi tutto sommato in maniera abbastanza noiosa.

Nel 1992 esce questo “Bricks Are Heavy”, e le quattro si trovano di colpo catapultate sulla scena rock internazionale, sulla quale peraltro resteranno ben poco: il video del singolo “Pretend We’re Dead” fa il giro del mondo su Mtv (e compare addirittura in una puntata del telefilm per teenager Beverly Hills 90210!), “Shitlist” viene scelta da Oliver Stone per la colonna sonora di “Natural Born Killers”, e il gruppo matura nei due anni successivi una notorietà che toccherà l’apice con la partecipazione al Lollapalooza nel 1994, anno nel quale esce il successivo e deludente “Hungry For Stink”, che le farà ritornare più o meno definitivamente nel circuito underground.

A conti fatti, l’album è molto diverso dai precedenti: la scrittura è più semplice, molto meno grezza, e ricerca più spesso la melodia, e anche se ci sono ancora i suoni potenti e grezzi di chitarra la produzione è notevolmente migliorata, soprattutto per la batteria. Il cantato si rifà soprattutto al punk (la pronuncia di “garage” che Suzi Gardner fa in “Scrap” è degna del miglior Johnny Rotten, così come “shitlist” nell’omonima canzone), ma senza dimenticare in molti testi una provocazione volta a suscitare l’impegno sociale, che le nostre avevano già manifestato fondando l’organizzazione Rock For Choice che organizzava concerti benefici con gruppi amici come Nirvana, Hole e Pearl Jam. C’è addirittura spazio per una vera e propria ballata, “One More Thing”, anche se il tono si rialza immediatamente con la successiva “Mr. Integrity”.

È un disco senza grandi pretese, ma onesto e fatto solo con la voglia di divertire e trasmettere una buona scarica di energia, come le L7 hanno sempre cercato di fare. Con “Bricks Are Heavy”, affidandosi a una più esplicita “commercialità”, le quattro riot girls ci sono riuscite molto meglio che in tutti gli altri loro lavori.

V Voti

Voto degli utenti: 7,3/10 in media su 3 voti.
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Lux 7/10
Cas 8/10

C Commenti

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Lux (ha votato 7 questo disco) alle 12:26 del 18 aprile 2008 ha scritto:

Condivido tutto.

Cas (ha votato 8 questo disco) alle 23:11 del 13 agosto 2008 ha scritto:

guardate, anche se questo disco fosse una grande operazione commerciale, anche se si fosse appositamente ricercata la più mera riproduzione di tutti gli stereotipi del grunge, io questo album lo trovo davvero irresistibile!

maracio (ha votato 7 questo disco) alle 14:53 del 10 settembre 2009 ha scritto:

Analisi lucida e condivisibile (e breve, che è un pregio). Un disco da sei e mezzo, ma comunque divertente.