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R Recensione

7/10

Maybeshewill

I Was Here For A Moment, Then I Was Gone

Si fa un gran parlare della fine del post-rock, dopo il boom degli anni passati che ci ha fatto scoprire grandi gruppi ed ascoltare grandissimi dischi. Nel panorama di questo genere, esistono però una marea di band che si propongono, e purtroppo fanno incappare l'ascoltatore di turno all’ennesima riproposizione del genere, annoiandolo mortalmente. Perché il post-rock puro (quello strumentale) deve avere come principio cardine la capacità di saperti emozionare come i grandi gruppi sono stati capaci di fare. E non a caso chi viene ricordato, riesce ad imprimere al genere, già di suo inflazionato, un proprio marchio di fabbrica. Basta fare esempi degli ultimi gruppi che si sono mossi con originalità nel panorama. Vedi God Is An Astronaut con le loro sonorità spaziali, oppure la malinconia giapponese dei Mono, il math-rock dei 65daysofstatic, e le atmosfere acustiche dei Balmorhea. Sono alcune delle band che hanno reso questo genere interessante. Capaci di creare un suono riconducibile a loro, come un'etichetta attaccata dietro al collo.

In questo panorama menzionato, meritano una considerazione anche i Maybeshewill. Originari di Leicester, il quartetto britannico esce nel 2011 con questo 3° disco intitolato “I Was Here For A Moment, Then I Was Gone“. Il loro sound si avvicina molto al math-rock, ma il loro essere puramente strumentali li rendono dei veri post-rocker. Nel corso degli anni hanno pubblicato due album molto interessanti, soprattutto il debuttante “Not For Wait Of Trying”, molto apprezzato per chi segue il genere. Per questa nuova prova hanno cambiato leggermente il loro suono, arricchendolo totalmente con l'introduzione delle tastiere in ogni canzone. Ed ogni brano qui proposto è interessante all'orecchio. Perché questo disco, “I Was Here For A Moment, Then I Was Gone“, riesce a mostrarci un gruppo ancor più maturato artisticamente.

"Opening" è l'introduzione del disco, ed anche della successiva "Take This To Heart". E' qui si sente subito come il suono sia diventato più raffinato a discapito dei lavori precedenti. Il piano è l'elemento principale, e la tensione musicale esce fuori minuto dopo minuto. "Red Paper Lanterns" dona luce e armonia al disco. Uno dei pezzi migliori. "Critical Distance" riporta l’atmosfera malinconica, per poi trasformarla in esplosiva. Stesso discorso vale per la frenetica "Accolades" e "And End To Camaraderie". Poi arriva il momento più emozionante del disco, "Word For Arabella", con il suo inizio lento di tastiere e violini, ed un crescendo tipico dei pezzi migliori di post-rock. Un gran pezzo che viene bissato dalla successiva "Farewell Sarajevo", tra elettronica, violini ed un ritmo sostenuto. "Relative Minors" si apre lentamente, per poi sferrare i suoi colpi intensi nello scorrere dei minuti. Mentre "To The Skies From A Hillside", primo singolo estratto, chiude nel migliore dei modi il disco, tra riff pesanti, tastiere vorticose ed un ritmica pulsante.

I Was Here For A Moment, Then I Was Gone“ in conclusione si dimostra un disco compatto ed energico, una forma di post-rock variopinto che può accostarli agli Isis, ai God Is An Astronaut, ai 65dos, o, forse è più corretto dire, agli stessi Maybeshewill.

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