R Recensione

8/10

Wilco

Sky Blue Sky

Lavorare con lentezza”. La canzone che apriva tutte le mattine le trasmissioni di Radio Alice, radio felsinea radical-indipendente degli anni ’70, potrebbe essere oggi il perfetto slogan per il sesto lavoro in studio degli Wilco.

Sei persone in una stanza a suonare la stessa canzone per sei-sette ore di seguito, tutto il giorno, con un unanime consenso sul risultato da raggiungere”. Come racconta lo stesso Jeff Tweedy, “Sky Blue Sky” nasce così, con delle lunghissime sessioni di prove, con i componenti della band riuniti a lavorare insieme sui nuovi brani per ore ed ore, spesso addirittura facendo le registrazioni in versione “pseudo-live”, registrando cioè strumenti e voce in contemporanea.

Un’armonia del genere non s’era mai vista durante le fasi compositive dei precedenti album della band di Chicago: questo “Cielo Blu”, è il caso di dirlo, è nato proprio sotto una buona stella.

Il senso di pacificazione che ha caratterizzato le fasi di lavorazione dell’ultima fatica degli Wilco si rispecchia perfettamente nell’atmosfera distesa e primaverile delle sue dodici tracce, che si muovono con grazia ed eleganza tanto in territorio country-folk quanto in quello pop di reminiscenza sessanta-settantiana, con qualche sprazzo di rock relegato a pochi intensissimi momenti.

Le primissime note di “Either Way”, opening track dell’album, ricordano talmente tanto “Problem With Solutions”, primo brano dell’ultimo lavoro solista di Jim Guthrie (ex-Royal City), che verrebbe quasi il sospetto di essere prossimi all’ascolto dell’album del songwriter canadese. Ma è solo un attimo: il subitaneo ingresso della familiare voce di Jeff fuga ogni dubbio e il brano si accende con archi e chitarre, brillando su di un delicatissimo tappeto di organo Hammond e pianoforte, introducendo così alcuni degli elementi che caratterizzeranno poi l’intero album. “You Are My Face” è un brano pop in perfetto stile beatlesiano giocato in tre tempi, ed è pervaso da una vena blues accentuata oltremodo nella fase più concitata, grazie al contributo della voce sofferta di Jeff.

Notevoli gli scambi tra Jeff Tweedy e il nuovo chitarrista (mai termine fu più riduttivo!) Nels Cline, al suo primo album in studio con gli Wilco, nella successiva “Impossible Germany”: qui le chitarre si alternano e si rincorrono abbracciandosi in un crescendo intensissimo e nel finale si richiudono su sé stesse tornando esattamente al punto di partenza. Chapeau.

Una caratteristica abbastanza costante in “Sky Blue Sky” è la presenza di numerosi “killer guitar solos”, che più volte irrompono improvvisamente con la batteria nel bel mezzo di un brano (s)travolgendone le atmosfere (“Side With The Seeds”, “Hate It Here”, “Leave Me(Like You Found Me)”), rappresentando una sorta di solida impalcatura che sostiene la delicata trama delle composizioni in cui si inseriscono. “Walken” e “Shake It Off” si spingono ancora più in là, rimandando al lato più rock della band di Tweedy.

L’andamento generale, pur con queste eccezioni, resta in ogni caso incentrato su toni decisamente morbidi, volteggiando leggero tra atmosfere country-pop (“Sky Blue Sky”, “Either Way”, “You Are My Face”), folk (“What Light”) e sognanti ballate (“Please Be Patient With Me”, “Leave Me (Like You Found Me)”). L’album si chiude con la struggente e malinconica “On And On And On”.

Sky Blue Sky”, con uno stile così diverso dal suo diretto predecessore in studio “A Ghost Is Born” e dal precedente “Yankee Hotel Foxtrot” (considerato dai più il vero capolavoro della band) dividerà sicuramente il pubblico: qualcuno lo incenserà, qualcun altro ne resterà forse deluso.

Ma in ogni caso lavorare con lentezza ha portato (evidentemente) i suoi frutti, e il sesto lavoro degli Wilco si rivela essere un ottimo album, solido e ben strutturato.

È altresì indiscusso che Jeff Tweedy con questo “Sky Blue Sky” abbia raggiunto un importante risultato: stupire. Ancora una volta.

V Voti

Voto degli utenti: 7,2/10 in media su 23 voti.

C Commenti

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Nadine Otto alle 20:07 del 15 maggio 2007 ha scritto:

Complimenti per la recensione e benvenuta su Storiadellamusica! Il disco devo ancora sentirlo bene per potere giudicarlo ! Pare carino.

ozzy(d) alle 8:34 del 16 maggio 2007 ha scritto:

brava!

conosco solo "yankee hotel foxtro", davvero un lavoro ben fatto hengie!

Asidrec (ha votato 10 questo disco) alle 16:41 del 25 maggio 2007 ha scritto:

Disco che ad ogni ascolto cresce, cresce, cresce...

Ennesimo capolavoro dei nostri eroi!

Cas (ha votato 8 questo disco) alle 21:33 del 30 novembre 2007 ha scritto:

limpido come un cielo azzuro. bello bello

Paranoidguitar (ha votato 7 questo disco) alle 14:25 del 21 novembre 2008 ha scritto:

a me non ha convinto...c'è un evidente calo di ispirazione rispetto ai due dischi precedenti. La particolarità degli WIlco era di coniugare il country-folk alla psichedelia. Qui la magia non si ripete e rimane solo il country folk con un nels cline (il chitarrista) superbo, ma che non basta a rendere il disco ottimo.

The musical box alle 18:14 del 15 febbraio 2016 ha scritto:

Forse l album ch mi ha stupito di più di tutta la produzione...una vena malinconica e cantautorale pervade l album..nels cline impeccabile...bellissima recensione