R Recensione

7/10

DM Stith

Heavy Ghost

Che David Stith fosse un tecnico della musica lo si poteva intuire dalla collaborazione, grafica ma non solo, che offrì a Shara Worden, alias My Brightest Diamond, nel suo esordio “Bring Me The Workhorse” (un disco, per chi non avesse avuto la fortuna di ascoltarlo, non propriamente banale). Qui, al debutto sulla lunga distanza, l’americano dell’Indiana lo dimostra una seconda volta, partorendo un lavoro artatamente complesso che potrebbe fare da paradigma all’indefinibilità di molta musica recente.

Heavy Ghost” si contorce tra folk e avanguardia, si insinua in un intimismo cameristico per poi complicarsi di concettosità, divagazioni a-melodiche, cacofonie, overdubbing furioso di voci ed effetti, rimandi classici. Sicché, alla fine della fiera, è un disco inqualificabile. E non si pensi che la sua sfuggevolezza alle etichette sia necessariamente il migliore dei pregi: in questo caso, a ben vedere, si trascina anche non trascurabili difetti, in quanto nasce da un farraginoso elefantismo in fase di registrazione segno di una certa confusione di fondo. Troppi bizantinismi, insomma, accanto al sangue vero.

Così “Isaac’s Sons” e “Spirit Parade” sono due interludi caotici dominati dai vocalismi spiritati di Stith, mentre “BMB” e “GMS” (mannaggia l’ermetismo...), entrambe guidate dal piano, non decollano, soprattutto la prima, intruppata nel finale in una serie di disturbi rumoristico-dissonanti. Meglio, e molto, dove Stith sporca senza eccessi le proprie creature introverse: “Pity Dance”, folk pshichedelico dalle sfumature cupe con arpeggi labirintici ed effetti visionari, esplode in un crescendo orchestrale emozionante, e “Pigs”, nello sfogo lamentoso del falsetto sopra una chitarra di nylon, avvolge anche nel finale quasi ambient.

E in tutto il disco si alternano momenti bui con qualche titolo di gratuità in cui lo Stith tecnico affoga la sensibilità del cantautore (“Wig”, di nuovo tra drones e ambient, con la sponda dei Sigur Rós, e la coda nonsense di “Morning Glory Cloud”) e passaggi intensi in cui la passione deborda. lasciando incantati (“Thanksgiving Moon”, “Braid Of Voices”, mini-suite con atmosfera incorporea, sovrapposizioni vocali quasi da Enya al maschile e un crescendo orgasmico: eccellente).

Sicché “Heavy Ghost”, soprattutto dopo ascolti ripetuti, lascia addosso qualcosa del suo ipnotismo vagamente ascetico (e persino festoso nel trionfo di hand-clapping e violini tremuli di “Fire Of Birds”), pur costringendo l’ascoltatore a un lavoro di setaccio e disimbrogliamento non irrisorio. Meno confusione, la prossima volta, man, e il capolavoro arriverà.

V Voti

Voto degli utenti: 7,4/10 in media su 12 voti.
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rael 7/10
george 8/10
REBBY 5/10
luisao 7/10
gull 9/10

C Commenti

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fabfabfab (ha votato 7 questo disco) alle 14:07 del 24 marzo 2009 ha scritto:

Sono d'accordo con te. Bella segnalazione e bel disco. La mano di "Re Mida" Sufjan Stevens si sente ma non ingombra, il falsetta a volte è un po' soffocato, ma l'originalità e la qualita della musica sono fuori discussione. Promosso con grandi prospettive future.

fabfabfab (ha votato 7 questo disco) alle 14:08 del 24 marzo 2009 ha scritto:

falsetta = falsetto

qualita = qualità

george (ha votato 8 questo disco) alle 22:46 del 27 marzo 2009 ha scritto:

.....

un pò eccessivo ma molto molto bello!!!! ....forse cresce con il tempo. Da altre parti la gente si sta spellando le mani!!!

hiperwlt (ha votato 8 questo disco) alle 15:18 del 18 settembre 2009 ha scritto:

un disco artigianale, ben curato:mi ha colpito il lato sperimentale presente in tutti i pezzi. apprezzabile sulla lunga distanza

Utente non più registrato alle 13:24 del 3 dicembre 2009 ha scritto:

Album che pochi si sono cagati. Peccato. Nonostante qualche divagazione di troppo (8 per l'appunto) si regge bene. Sembra quasi un remix di Nude dei Radiohead e visto che questi li amo va benissimo

gull (ha votato 9 questo disco) alle 23:26 del 16 febbraio 2010 ha scritto:

Già, è stranissimo che pochi lo abbiano "adottato". Secondo me è un lavoro originale ed arrangiato in modo pazzesco. Sono molti i pezzi che mi hanno creato vortici di pura gioia.

salvatore (ha votato 9 questo disco) alle 14:34 del 20 febbraio 2011 ha scritto:

Uno dei cd più emozionanti degli ultimi tempi... Paradossalmente, la "cosa" più vicina a Nick Drake ascoltata di recente, altro che la marea di giovani menestrelli che cercano di farci passare per l'immortale cantautore.

Grandissimo talento, quello di Stith, che potrebbe regalare altre pagine di musica entusiasmanti.

Nick Drake - come già detto - (Thanksgiving Moon, Fire Of Birds), Radiohead amnesiaci (Gms), Sigur Ros, Stevens... il tutto rimaneggiato con un sentire, un'estetica e un gusto personalissimi. Insomma: tanta forma e tantissima sostanza.

Innamoramento che dura da quasi due anni: un bel felliniano 8 e 1/2

classicsor (ha votato 8 questo disco) alle 23:16 del 8 settembre 2013 ha scritto:

gran bel disco, mi hanno colpito i cori originali maschili/femminili che ricorda Incantations, grande disco di Mike Oldfield. C'è questo ripetuto tichettio in certi tratti del disco (3-4 pezzi); originali gli arrangiamenti per violini in certi brani e anche di fiati.

Ho trovato riepmitiva invece l prima traccia, peso l'abbia fatt agiusto per aggiungere acqua al brodo; comunque sia disco gradevole, mi è piaciuto, da 8.