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R Recensione

7/10

Fleet Foxes

Sun Giant EP

I Fleet Foxes rincorrono una lepre ben precisa: agili, scattanti, giovani (soprattutto Pecknold, il cantante, appena 24 anni per lui), nostalgici del folk-rock dei '70, adorano inseguire una determinata meta artistica; magari ci girano attorno, ci danzano vicino per non mostrare sfacciatamente le loro intenzioni. Purtroppo per loro, così come al cuore anche all'orecchio non si mente.

Sarò più chiaro. C'è un momento nella splendida "Laughing" di David Crosby (solista) in cui lui e tutti i componenti della sua band riescono a creare quella che a detta dei Fleet Foxes è la melodia perfetta, la loro personale chimera musicale. Badate bene, non un punto d'arrivo, piuttosto di partenza: una sorta di biologica, cronologica e metamorfica prosecuzione del cammino già battuto e costruito da Crosby, Stills, Nash & Young. Ma allora, cosa c'entra la metamorfosi? C'entra c'entra, mica si limitano all'emulazione quei cinque di Seattle...

Partiamo dalla copertina: un po' Medio Oriente medievale, forse Gerusalemme, qualcosina del meriggiare Montaliano, una bella spremuta di colori acidi a stampo sulla retina e una distesa incalcolabile di mercanti; l'occhio ha avuto la sua parte, questo è certo. Eppure, sotto i trucchi dell'estetica c'è tutto un viso e una pelle da scoprire. E' proprio da questi delicatissimi visi americani, infatti, che si disegnano fin da subito bocche a forma di "O", un amabile coro che innalza a cappella un carme religioso sulla scia dei campi di lavoro ("What a life I lead in the summer/What a life I lead in the spring"...), arioso/non-arioso perché rimbombante dentro le fredde mura di uno spazio quasi cattedralesco; sul finire, il dolce accompagnamento del mandolino di Skjelset ("Sun Giant").

E dire che alla lunga coretti del genere, che sono il loro tratto distintivo, potrebbero stancare; dopotutto, come per lo splendido album omonomino, anche qui non mancano tracce poco ispirate ("Drops in the River"). Nonostante questo però, gli va dato il grandissimo merito di non perdere mai il filo concettuale e sonoro e, anzi, di proporre abbastanza spesso melodie nuove, anche se simili per sviluppo, intrecci strumentali e concept. Capita così d'imbattersi tanto in un folk-pop dalle forti sovrastrutture barocche, contornato da un'ottima pulizia degli arrangiamenti, ora classici, ora scintillanti e cristallini ("English House"), quanto in un narrativismo cantautorale simil-Buckley dai pregevoli accompagnamenti slow-tempos ("Innocent Son").

Comunque sia, la perla dell'EP rimane certamente "Mykonos", che di greco ha però ben poco. L'aria che si respira, semmai, è indiana (non le città eh, le tribù), come volesse suggerire un ballo, tutt'uno con la natura, intorno al fuoco (efficacissimi i cori in questo caso). Un brano di sicuro molto suggestivo, reso speciale dalla splendida variazione tonale di Pecknold, dall'ottimo lavoro di batteria di Peterson, che da metà in poi cambia marcia, e dai mirabili accordi folk delle chitarre (controaltari dei cori); ricorda molto da vicino quei motivetti bucolici di Evening Hymns ("Spirit Guides") e, più vagamente, i Grizzly Bear di "Veckatimest".

Per una volta quindi, e forse perché troppo male abituati da un certo Sufjan Stevens, quello che un pochino potremmo rimpiangere di questo EP è la sua mole contenutistica, piuttosto che la sua intrinseca qualità.

V Voti

Voto degli utenti: 6,9/10 in media su 8 voti.
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target 6/10
Teo 7/10
leax 7/10
inter1964 7,5/10

C Commenti

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hiperwlt (ha votato 7 questo disco) alle 0:30 del 13 settembre 2010 ha scritto:

Ep notevole, alla pari con l'eccellente album omonimo...e poi mykonos, che splendore!

target (ha votato 6 questo disco) alle 14:06 del 13 settembre 2010 ha scritto:

Gradevole completamento del disco. Ma solo gradevole. Bellissima Mykonos, che nel disco avrebbe dovuto entrarci.

Filippo Maradei, autore, alle 15:29 del 13 settembre 2010 ha scritto:

RE: Bellissima Mykonos, che nel disco avrebbe dovuto entrarci.

Sono d'accordo, ma per me l'hanno lasciata qui apposta per compensare il bilancino; altrimenti questo sarebbe stato un EP appena carino e "Fleet Foxes" un album della madonna

classicsor (ha votato 7 questo disco) alle 17:18 del 17 ottobre 2013 ha scritto:

Nulla di geniale in questo disco, molto gradevole come il disco di debutto omonimo al gruppo, stesso stile, senza cambiamenti, comunque un disco ascoltabile che non merita però un posto nei miei album preferiti. 7!