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R Recensione

9/10

Tangerine Dream

Electronic Meditation

Esordio epocale, ”Electronic Meditation” dei Tangerine Dream ha un titolo suggestivo, che indica un’attitudine estetica ambiziosa anche se in realtà il disco non è né elettronico né meditativo ma è abrasivo, corrosivo, lancinante e sperimentale.

La formazione dei Tangerine Dream in questo disco comprendeva tre geni, tre personalità fortissime, ovvero Klaus Schulze alla batteria, Edgar Froese alla chitarra e all’organo e Conrad Schnitzler al violoncello. Edgar Froese era stato il fondatore dei Tangerine Dream, mentre Schulze proveniva dal gruppo psichedelico free-form degli Psy-Free e Conrad Schnitzler era stato l’anima sperimentale e intransigente dei Kluster (poi Cluster) prima di entrare nei Tangerine Dream. Tre personalità che infatti si divisero subito dopo in seguito a forti contrasti personali: Edgar Froese era infatti una sorta di dittatore, voleva controllare e pianificare ogni dettaglio, di sicuro aveva già in mente la musica cosmica che renderà i Tangerine Dream un gruppo immortale. Ma anche gli altri membri non erano da meno e infatti uscirono burrascosamente per poter dar forma alla loro arte e creatività. Klaus Schulze, dopo essersi successivamente unito agli Ash Ra Tempel, diventerà di lì a breve un grandissimo mago del sintetizzatore contribuendo a scrivere la storia della musica elettronica. Conrad Schniztler si dedicherà invece a una carriera all’insegna della sperimentazione più ostica e senza compromessi.

La copertina di “Electronic Meditation” è già una sorta di opera d’arte moderna e raffigura una bambola senza testa racchiusa nei marchingegni di un sintetizzatore, una raffigurazione in linea con l’estetica sonora e la filosofia del disco.

La scena di Berlino era in quel periodo estremamente vitale e piena di fermento creativo e la musica che fuoriesce dai solchi è una buona rappresentazione delle leggendarie esibizioni “live” che i Tangerine facevano al mitico Zodiac Club di Berlino, dove erano soliti intrattenere il pubblico con sperimentazioni sonore free-form radicali.

Il disco inizia con le sonorità cupe di un violoncello siderale (suonato da Conrad Schniztler) che sembra provenire dagli abissi oscuri del cosmo che introduce “Genesis”, prima traccia del disco. Il pezzo si snoda poi fra un flauto insistente che può ricordare la successiva “Ruckzuck” dei Kraftwerk e il rullare impetuoso della batteria di Schulze fino a quando la chitarra acida e liquida di Froese introduce la lunga (circa 13 minuti) “Journey into a burning brain” dove un organo magniloquente e mistico guida la musica dalle parti di “A Saucerful Of Secretes” dei Pink Floyd.

Sembra di trovarsi all’interno di una cattedrale sconsacrata abbandonata in lande desolate. Le chitarre prendono quindi il sopravvento per quella che si rivela un’epica escursione psichedelica che ricorda le gesta di gruppi come 13th Floor Elevators ma a un livello ancora più folle. L’organo chiude infine questa cavalcata sonica.

“Cold Smoke”, sul secondo lato, inizia con un quieto organo ultraterreno che diventa improvvisamente dissonante per poi ritornare siderale. Poi il solito rullare di Schulze conduce il pezzo verso un’atmosfera tribale e selvaggia che fa venire in mente la comune degli Amon Duul. Una chitarra incisiva fa infine virare la musica verso un free-rock sperimentale. I Tangerine dimostrano così di avere assimilato l’influenza di compositori come Stockhausen.

Gli ultimi due pezzi sono molto brevi: “Ashes To Ashes” si muove sulle coordinate di un rock sconnesso e abrasivo mentre “Resurrection” chiude il disco così come era iniziato.Un organo ancora molto “floydiano” lascia infatti spazio al violoncello che introduceva “Genesis” chiudendo in questo modo il cerchio di questo viaggio allucinato nella mente dissociata di un essere ultraterreno.

È un peccato che questa straordinaria e esplosiva formazione dei Tangerine Dream sia durata lo spazio di un solo album.

Froese in seguito saprà trovare comunque collaboratori e musicisti validissimi come Christopher Franke e Peter Baumann dando il via un’epopea cosmica che, almeno per quanto concerne gli anni ’70, è stata leggendaria.

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Voto degli utenti: 8,1/10 in media su 7 voti.
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Cas 9/10
brian 8/10

C Commenti

Ci sono 3 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
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Cas (ha votato 9 questo disco) alle 0:17 del 29 marzo 2011 ha scritto:

un album davvero splendido, un unicum nell'esperienza Tangerine Dream, molto Ash Ra Tempel (Pink Floyd portati alle estreme conseguenze, come dici tu), chitarre acide + divagazioni oniriche. gli album successivi cambieranno impostazione per lanciarsi su territori decisamente più astratti e "new age" (ante litteram), ma a mio avviso si tratta di un vero capolavoro! bravo Cesare!

tramblogy alle 22:26 del 30 marzo 2011 ha scritto:

Oooooooohh

Utente non più registrat (ha votato 6,5 questo disco) alle 8:09 del 14 ottobre 2020 ha scritto:

Un giovane ensamble innamorato dei Pink Floyd e di Stockhausen. Una personalità propria c'è, certo, ma non è nulla rispetto alle vertiginose (spaziali, haha) altezze che raggiungeranno questi ragazzi. Mi pare fuori luogo gridare al capolavoro per un disco di transizione del genere.