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7/10

Junip

Junip

Ci siamo, è tutto pronto. Questa è l’ultima notte che passerete nel monastero tibetano prima di partire alla scoperta del mondo in un epico viaggio alla Into the Wild.

Rivolgete una silenziosa preghiera in meditazione – le uniche luci che vi accompagnano sono una candela e una stecca di incenso che bruciano lentamente – e mettete su il vostro ultimo disco.

Le note che pian piano vi accarezzano le orecchie, ecco, le immagino all’incirca come quelle di Junip.

Junip è un trio svedese nato dalla mente creativa di José González (noto ai più per il progetto solista In Our Nature del 2007) nel lontano 1998, che sperimenta uno stile contaminato, erede e debitore di generi quali synthpop, rock psichedelico e folktronica, il tutto risolto in chiave trip-hop orientaleggiante. Per dirla con parole sue, è una fusione tra “A German jazz band and an African pop band”.

Mentre ci perdiamo nella storia il tempo scorre, e Line of Fire ha già fatto capolino nella vostra intima stanza, con quell’inconfondibile stile anni ’70 nel quale si fondono mood esistenzialistici, Moog analogici e atmosfere dilatate e con una melodia – e quel “Step back from the line of fire!” quasi mantrico – che difficilmente vi si scolleranno dalla memoria a breve.

Ecco che si scivola dolcemente, cullati dai synth e dall’organo di Tobias Winterkorn, nella track Suddenly, seguita dalla più ritmata So Clear: qui a farla da padrone è la voce di González, che ricorda lo stile di Joe Newman, ma se ne discosta al contempo grazie al suo caratteristico timbro da menestrello immerso in una cornice bucolica.

I progressi dall’esordio Fields (datato 2010) non sono così evidenti a questo punto; il mio consiglio è più che mai quello di vivere questo disco come un’esperienza singolare, prestandogli un orecchio umile e attento. Non sembrano azzardati paragoni con progetti quali Bon Iver, Tame Impala, Alt-J, XXYYXX, The XX, Beach House.

E ancora scorre Your Life your Call, secondo singolo estratto, ideale prosecuzione, a livello di video e musicale, di Line of Fire. Segue una vera perla: Walking Lightly, nella sua brillante progressione folk, resta una delle tracce più azzeccate, nonché uno dei consigli migliori per il viaggio. Fatene tesoro!

Beginnings è l’unica che ha ancora poi qualcosa da dire. Un fausto auspicio di inizi, partenze – o di fini? Che importa, tanto sul lungo periodo tutto si muove di un incedere ciclico…

Purtroppo però anche le cose belle prima o poi finiscono; vale per la candela, per l’incenso e per le canzoni. È l’effimero, la poetica intrinseca della natura umana che viene svelata hic et nunc

Continuate a meditare, non distinguete più il sogno dalla realtà, ma sapete che domani vi sveglierete, forse arricchiti o forse no, ma sicuramente pronti per questa nuova avventura.

Insomma, se nel 2013 ancora non avete sperimentato la psichedelia, è tempo di acquistare Junip.

Che il viaggio cominci!

Non ve ne pentirete.

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Voto degli utenti: 7/10 in media su 1 voto.
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mavri 7/10

C Commenti

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mavri (ha votato 7 questo disco) alle 10:52 del 19 luglio 2013 ha scritto:

Direi che album da orecchio umile e attento rende perfettamente.